30 novembre 1896-Nasce l’Udinese Calcio

Oggi ricorre il compleanno di una delle più antiche società calcistiche,ovvero l’Udinese.La data di fondazione è indicativa,in quanto non si hanno certezze precise,anche se convenzionalmente la si è sempre ritenta tale.La sezione calcio nacque nel 1911.Nella sua storia l’Udinese vanta solo un successo europeo,l’Intertoto conquistata nell’estate 2000,nessun successo invece in campo italiano:solo una finale di Coppa Italia,nella primissima edizione del 1922,ed un secondo posto in serie A 1954-55,annullato però per illecito sportivo.Così i terzi posti al termine delle annate 1997-98 e 2011-12 restano i miglior piazzamenti di sempre.Negli ultimi anni la squadra friulana ha parteciopato diverse volta alla Champions League e all’Europa League.nel massimo torneo continentale però non ha mai passato il girone eliminatorio,e in Europa League il miglior piazzamento sono i quarti di finale,raggiunti nella stagione 2008-2009.E’ in serie A ininterrottamnente dalla stagione 1995-96.Nelle sue file hanno giocato fuoriclasse assoluti come Zico (gran colpo della dirigenza all’inizio degli anni ’80),Balbo,Bierhoff,Marcio Amoroso (questi ultimi capocannonieri della serie A) e Franco Causio,e grandi bomber italiani come Muzzi,Paolo Poggi,Quagliarella e attualmente,Totò Di Natale,anche lui capocannoniere per due stagioni consecutive.Mercoledì 2 dicembre sfiderà l’Atalanta nella gara del quarto turno di Tim Cup 2015-16.
da wikipedia
Storia
Dalla fondazione agli anni cinquanta
La Società Udinese di Ginnastica e Scherma fu istituita nel 1896[2] (il giorno preciso fu, probabilmente, il 30 novembre).[7] Il club era, tuttavia, attivo de facto già dal 1895. Il 18 settembre di quell’anno, per l’appunto, gli atleti bianconeri, davanti al re Umberto I, alla regina Margherita e a circa ventimila persone, parteciparono a Roma alla prima importante partita di calcio svoltasi nella Capitale d’Italia, disputata contro la Società Rodigina di Ginnastica Unione e Forza.[8] Un anno dopo, la compagine friulana trionfò nelcampionato interprovinciale FGNI di Treviso: la sfida romana e quest’altra competizione non furono organizzate dalla FIF (l’odierna FIGC, sorta due anni dopo), ma patrocinate dalla Federazione Ginnastica Nazionale Italiana, e non ebbero carattere ufficiale;[2][9] i tornei, inoltre, non vennero disputati applicando le regole del gioco del calcio dell’IFAB, bensì seguivano quelle della variante nostrana del calcio ginnastico[10] (che comunque, al tempo, era de iure considerato football a tutti gli effetti).[11]
L’Udinese in maglia bianca nel 1937
Il 5 luglio 1911 alcuni ginnasti, soci dell’Udinese, con a capo Luigi Dal Dan, costituiscono all’interno della polisportiva l’Associazione Calcio Udine che viene iscritta alla FIGC.[2] Il debutto della nuova squadra avviene in un’amichevole contro la Juventus Palmanova vinta dagli udinesi per 6-0.[2] La prima partecipazione in un campionato ufficiale FIGC risale però solamente al Campionato Promozione 1912-1913; in quell’anno l’Udinese si iscrive al Campionato Veneto di Promozione a tre squadre insieme al Padova e al Petrarca Padova; i friulani chiudono il torneo al secondo posto dietro al Petrarca e vengono promossi in Prima Categoria.[2] In Prima Categoria l’Udinese non riesce mai a raggiungere la fase nazionale venendo sempre eliminata nell’Eliminatoria Veneta.
Il primo risultato importante dalla sua fondazione è, nel 1922, il raggiungimento della finale di Coppa Italia: i bianconeri vengono sconfitti 1-0 dal Vado. Quest’ottimo piazzamento è dovuto anche al fatto che le maggiori compagini dell’epoca erano iscritte al concorrentecampionato C.C.I..[2]
Nel campionato 1922-23 la squadra arriva ultima nel suo girone e retrocede in Seconda Divisione; la società rischia di fallire per debiti nell’estate 1923. Il 24 agosto l'”AS Udinese” si separa dalla “AC Udinese”, ovvero l’attuale Udinese Calcio, e quest’ultima viene costretta ad istituire un bilancio e un direttivo autonomi. Tutti i debiti vengono pagati dal presidente Alessandro Del Torso grazie alla vendita di alcuni suoi quadri e l’Udinese può così iscriversi al campionato di Seconda Divisione dove arriva quarta nel girone eliminatorio.[2]
Giocatori dell’Udinese nel 1944
Nella stagione 1924-25 l’Udinese vince il Girone F di Seconda Divisione e arriva prima al Girone Finale venendo promossa insieme alParma in Prima Divisione.[2] La permenenza nella massima serie dura poco: l’Udinese conclude il torneo in ultima posizione. Avrebbe potuto comunque salvarsi; infatti vi è in quell’anno una riforma dei campionati, la cosiddetta Carta di Viareggio, e dei conseguenti spareggi per determinare chi sarebbe stato ammesso al nuovo campionato di Divisione Nazionale; la squadra friulana però non si presenta allo spareggio contro il Legnano perdendo la partita a tavolino e dando l’addio alla massima serie.[2]
Nel campionato cadetto l’Udinese conclude all’ultimo posto in classifica ed evita la retrocessione in Seconda Divisione[12] solo grazie all’allargamento dei quadri. Resta in Prima Divisione fino al termine della stagione 1928-29 quando, in seguito alla creazione della Serie Ae della Serie B, la Prima Divisione viene declassata a terzo livello.[2] La stagione 1929-1930 è comunque trionfale e, vincendo il proprio girone, l’Udinese riesce a qualificarsi in Serie B.[2]
La permanenza in B dura solo due anni. Al termine della stagione 1931-32 la squadra friulana ritorna subito in Prima Divisione, poi ridenominata Serie C nel 1935. Nella stagione 1938-1939 arrivando seconda nel Girone Finale Nord di Serie C, viene promossa in Serie B.[3]
Finita la seconda guerra mondiale, l’Udinese resta in Serie B fino alla stagione 1947-48, quando retrocesse in Serie C a causa di una riforma dei campionati.[13] A questa retrocessione seguono tuttavia due promozioni consecutive e i friulani ottengono una storica promozione in Serie A dopo la vittoria del campionato di Serie C e il secondo posto nel campionato di Serie B 1949-1950;[13] la società era presieduta da Giuseppe Bertoli e Raimondo Mulinaris,[14] entrambi industriali friulani, mentre sulla panchina sedeva Aldo Olivieri, campione del mondo nel 1938.
L’Udinese del 1954-1955 che, durante l’estate, passò in poche settimane dallo storico secondo posto in Serie A alla retrocessione d’ufficio tra i cadetti.
L’Udinese resta in Serie A per cinque anni sfiorando anche lo scudetto nella stagione 1954-1955, arrivando seconda dietro al Milan;[15] è proprio al termine di quella stagione però che l’Udinese viene retrocessa in Serie B per illecito sportivo (confessione di Settembrino) commesso il 31 maggio 1953, ultima giornata di campionato, e smascherato due anni dopo.[15] I friulani ritornano comunque in Serie A dopo una sola stagione in Serie B.[15]
Anni sessanta e settanta
Gli anni sessanta segnano un momento difficile nella storia dell’Udinese: i friulani vengono retrocessi prima in Serie B nella stagione 1961-1962 e poi in Serie C nella stagione 1963-64.[15] L’Udinese resta in Serie C per circa un quindicennio, sfiorando la promozione in Serie B in numerose occasioni (in particolare nel 1973, quando viene sconfitta 0-2 dal Parma nello spareggio di Vicenza), ma è solo al termine della stagione di Serie C 1977-1978 che i friulani, guidati dall’allenatore Massimo Giacomini, ritornano in Serie B vincendo il girone A di Serie C;[2] nella stessa stagione, a coronamento di uno storico treble minore, la squadra bianconera conquista anche la Coppa Italia Semiprofessionisti e la Coppa Anglo-Italiana, battendo rispettivamente la Reggina e il Bath City.[16]
Intanto l’8 giugno 1976 si era ufficialmente sciolta l’Associazione Calcio Udinese e formata una società per azioni: la squadra fu quindi rinominata Udinese Calcio, attuale denominazione.[16] Il presidente è Teofilo Sanson, al quale nel 1978 viene in mente di sponsorizzare la sua società (la Sanson Gelati) sulla divisa della squadra. Dato che all’epoca la pubblicità sulle maglie di calcio era ancora vietata dalla Federazione, il presidente friulano aggirò il divieto con una “particolare” interpretazione del regolamento, posizionando il marchio Sanson sui pantaloncini dei giocatori. Il fatto suscitò gran clamore: per la prima volta in Italia, uno sponsor commerciale griffò una squadra di calcio. L’Udinese venne multata e costretta all’immediata rimozione del marchio pubblicitario, ma l’iniziativa friulana aprì un primo varco alla liberalizzazione delle sponsorizzazioni nel calcio italiano, completata nel giro di pochi anni.[17][18]
L’Udinese artefice del piccolo trebledella stagione 1977-1978, con la vittoria del campionato di Serie C, dellaCoppa Italia Semiprofessionisti e dellaCoppa Anglo-Italiana.
Nella stagione successiva l’Udinese, confermato in panchina Giacomini, vince il torneo cadetto e ritorna dopo oltre vent’anni in Serie A.[16]
Anni ottanta
Nella stagione 1979-1980, l’Udinese, neopromossa in massima serie, conclude il campionato al quindicesimo posto, retrocedendo in Serie B; solo lo scandalo del Totonero con la retrocessione di Milan e Lazio evita alle zebrette un immediato ritorno in Serie B.[16] In campo europeo l’Udinese vince la Coppa Mitropa.
Nella stagione 1980-1981 sulla panchina bianconera siede il nuovo allenatore Enzo Ferrari il quale ottiene la salvezza. Teofilo Sansoncede la società alla Zanussi di Pordenone, il nuovo presidente è Lamberto Mazza. Nella stagione 1981-1982 acquista dalla JuventusFranco Causio e la squadra riesce a salvarsi senza particolari difficoltà. Nella stagione successiva, 1982-1983,[16] coglie un sesto posto nel campionato.
Nell’estate del 1983 la società effettua un grande colpo di mercato: Arthur Antunes Coimbra, detto Zico, passa, dopo un’estate di grattacapi giurisdizionali,[19] all’Udinese.[20] Oltre a Zico la dirigenza dell’Udinese, capitanata dall’Amministratore delegato Franco Dal Cin, mette insieme una squadra con nomi importanti come Pietro Paolo Virdis ed il difensore nazionale brasiliano Edinho: i tifosi rispondono con la cifra di 26 661 abbonati,[20] quota mai superata dalla società friulana. La stagione 1983-1984, che vede la squadra allenata sempre da Enzo Ferrari, termina con un 9º posto a soli due punti dalla zona UEFA mentre Zico mette a segno alla sua prima stagione in Italia 19 reti.[20]
Il brasiliano Zico, fantasista friulano di metà anni ottanta.
Nella stagione 1984-1985 l’Udinese cede molti giocatori importanti, ma riesce a trattenere Zico. La squadra viene affidata al tecnico brasiliano Luís Vinício. In questa stagione Zico, anche a causa di un infortunio, lascia l’Udinese e torna in Brasile per noie giudiziarie con lo Stato italiano.[20] Nella stagione successiva 1985-1986 i friulani ottengono un 13º posto.[20] Nel luglio 1986 Giampaolo Pozzo subentra a Lamberto Mazza come presidente dell’Udinese, ma la sua avventura come presidente della società inizia subito in salita: infatti l’Udinese è inizialmente retrocessa in Serie B per uno scandalo scommesse, pena poi rivista in appello e commutata in nove punti di penalizzazione per la stagione successiva; i friulani arrivano ultimi e retrocedono in Serie B; senza penalizzazione si sarebbero salvati.[21]
Gli anni successivi sono tra Serie A e Serie B: la squadra viene promossa nella massima divisione nel campionato di Serie B 1988-1989 con alla guida Nedo Sonetti e grazie alle reti di Totò De Vitis. Nella stagione successiva i friulani, che in estate acquistarono i giovani talenti argentini Abel Balbo e Nestor Sensini, sotto la guida di Rino Marchesi subentrato a Bruno Mazzia cercano di mantenere la categoria, ma nonostante una lotta durata per tutto il campionato retrocedono all’ultima giornata.[21] Nell’estate 1990 l’Udinese è di nuovo condannata per illecito sportivo: pena 5 punti di penalizzazione per la squadra e 5 anni di deferimento per il presidente Pozzo, accusato di aver contattato Gianmarco Calleri, allora presidente della Lazio, minacciandolo in caso di sconfitta. Pozzo lascia quindi la carica di presidente del club.[21]
Anni novanta
Nella stagione di Serie B 1990-1991 le zebrette, guidate da Marchesi prima e da Adriano Buffoni poi, potrebbero riconquistare immediatamente la promozione in Serie A, ma subiscono 5 punti di penalizzazione prima dell’inizio della stagione; senza questo fardello, l’Udinese avrebbe totalizzato 43 punti piazzandosi comodamente nelle prime quattro, invece la squadra chiuse solo all’ottavo posto,[21]nonostante in quella stagione Balbo fosse divenuto capocannoniere del torneo. L’argentino contribuisce attivamente al ritorno dei friulani nella massima serie nella stagione 1991-1992: la società esonerò il tecnico Franco Scoglio ed affidò la squadra ad Adriano Fedele, e dopo un lungo testa a testa con il Cosenza ottenne il quarto posto che valse la promozione. Sempre le reti di Abel Balbo consentirono la successiva permanenza in Serie A nella stagione 1992-1993, guadagnata sotto la guida esperta di Albertino Bigon dopo una lunga lotta con la Fiorentina ed il Brescia, quest’ultimo sconfitto solo dopo uno spareggio (3-1)allo Stadio Dall’Ara di Bologna.[21]
Nella stagione 1993-1994 i friulani cedono Balbo alla Roma e Francesco Dell’Anno all’Inter. La squadra è affidata ad Azeglio Vicini, il quale viene esonerato all’indomani della sconfitta a Napoli dopo alcune incomprensioni con il patron Pozzo. Al suo posto subentra Adriano Fedele. Il girone di andata viene chiuso al penultimo posto ma nel girone di ritorno, grazie anche all’exploit della punta Marco Branca (a cui venne affidato compito di sostituire Abel Balbo), rimontano senza successo la classifica retrocedendo nuovamente in Serie B all’ultima giornata.[21] Già l’anno seguente però, con Giovanni Galeone in panchina subentrato a Fedele, i friulani riconquistano la massima serie.[21] Dalla stagione 1995-1996 l’Udinese torna in Serie A rimanendone presenza fissa fino ad oggi.
Il tedesco Oliver Bierhoff, bomber di fine Novecento.
Da qui in avanti l’Udinese ottiene diverse qualificazioni alla Coppa UEFA, la prima nella stagione 1996-1997 con in panchina Alberto Zaccheroni,col quinto posto finale dopo aver vinto in casa delle prime due Juventus e Parma,, ed un clamoroso terzo posto dietro Juventus e Inter nella stagione 1997-1998, grazie ai 27 gol di Oliver Bierhoff, capocannoniere di quella stagione.[22] Nella stagione successiva sarà Marcio Amoroso a conquistare il titolo di capocannoniere, siglando 22 reti con la maglia della squadra friulana, condotta al sesto posto da Francesco Guidolin,battendo la Juventus nello spareggio per la qualificazione alla Coppa Uefa e costringendo i bianconeri di Ancelotti alla disputa dell’Intertoto
Anni duemila
Nella stagione 1999-2000 l’Udinese è inizialmente allenata da Francesco Guidolin, ma il tecnico sarà poi esonerato a favore di Luigi De Canio: questi riesce a condurre i friulani all’ottavo posto finale, ottenendo l’accesso alla Coppa Intertoto. In estate l’Udinese si aggiudica la vittoria del torneo, qualificandosi per la Coppa UEFA. Il Campionato 2000-2001 inizia bene per i bianconeri, che dopo cinque giornate si trovano addirittura al comando solitario della classifica: la squadra però non manterrà a lungo il primo posto, e a marzo De Canio sarà addirittura licenziato e sostituito da Luciano Spalletti. L’allenatore toscano porta l’Udinese ad un dodicesimo posto al termine del campionato; in Coppa UEFA invece i friulani vengono eliminati al secondo turno dai greci del PAOK Salonicco.[22]
La stagione 2001-2002 vede alternarsi in panchina Roy Hodgson e Giampiero Ventura (subentrato a metà stagione): l’Udinese centra la salvezza, con un quattordicesimo posto ottenuto in extremis,e consegnando lo scudetto alla Juventus all’ultima giornata nel celebre 5 maggio 2002.[22] L’anno seguente torna in panchina Spalletti, che nelle stagioni 2002-03 e 2003-04 conduce l’Udinese a due settimi posti consecutivi centrando due qualificazioni alla Coppa UEFA.[22] Nell’estate 2004 la società acquista dall’Empoli Antonio Di Natale, che alcuni anni dopo diventerà capitano e simbolo della squadra.
Il Campionato 2004-2005 vede l’Udinese conquistare uno storico quarto posto, davanti alla Sampdoria, centrando la prima qualificazione alla Champions League.[22] Al termine di questa stagione, Spalletti rescinde il contratto che lo legava al club friulano: sarà sostituito da Serse Cosmi.[22] La stagione 2005-2006 è molto sofferta per l’Udinese: Cosmi verrà esonerato e gli subentrerà Loris Dominissini, a sua volta esonerato e rimpiazzato da Giovanni Galeone che porta la squadra a terminare il campionato con un undicesimo posto a pari punti con l’Ascoli. La prima partecipazione alla Champions League termina nella fase a gironi: l’Udinese perde 2-0 contro il Barcellona e viene eliminata, quando sarebbe stato sufficiente un punto per accedere agli ottavi di finale.[22]
Il campionato 2006-2007, sotto la guida di Alberto Malesani, termina con un decimo posto: l’Udinese è però l’unica squadra a non perdere contro i campioni d’Italia dell’Inter, pareggiando entrambe le gare (0-0 in casa, 1-1 in trasferta) ed interrompendo la striscia nerazzurra di 17 vittorie consecutive il 28 febbraio 2007.[22]
Nell’estate 2007 il nuovo tecnico diventa Pasquale Marino, mentre sul mercato la società si assicura le prestazioni degli attaccanti Fabio Quagliarella e Antonio Floro Flores. Terminando il Campionato 2007-2008 con un settimo posto, l’Udinese accede ancora una volta alla Coppa UEFA.[22]
La stagione 2008-2009 è ricordata per il cammino in Coppa UEFA, che termina ai quarti di finale contro i tedeschi del Werder Brema: in tale annata, l’Udinese è la squadra italiana che ha raggiunto il miglior risultato nelle coppe europee.[22] Il campionato si chiuderà invece con un altro settimo posto, ma stavolta la squadra non accede alla Coppa UEFA (al suo posto si qualifica la Lazio, vincitrice della Coppa Italia): l’Udinese stabilisce comunque un record personale, vincendo 6 partite consecutive.[22][23] La fine della stagione coincide con le partenze del direttore generale Leonardi e di Quagliarella, che si accasano rispettivamente al Parma e al Napoli.
Antonio Di Natale, trascinatore dell’Udinese all’inizio del terzo millennio, è il detentore dei record di presenze e reti con i friulani, sia in Serie A sia in assoluto.
Il Campionato 2009-2010 non inizia bene per l’Udinese, così il 22 dicembre Marino viene esonerato per essere sostituito da Gianni De Biasi. La permanenza di De Biasi dura appena due mesi, infatti il 21 febbraio 2010 viene richiamato Marino: l’Udinese centra la salvezza con due giornate di anticipo, pareggiando 2-2 contro il Cagliari.[22] L’annata è invece memorabile per Di Natale, che si laurea capocannoniere con 29 reti: per la terza volta un calciatore dell’Udinese è capocannoniere della Serie A (in precedenza ci erano riuscitiOliver Bierhoff nel 1998 e Marcio Amoroso nel 1999).[22]
Anni duemiladieci[modifica | modifica wikitesto]
Per la stagione 2010-2011 l’Udinese ingaggia come allenatore Francesco Guidolin, mentre Fabrizio Larini va a ricoprire la carica didirettore sportivo.[22] Da gennaio 2011 l’Udinese lancia inoltre sul digitale terrestre del Friuli-Venezia Giulia il proprio canale tematicoUdinese Channel, il primo del genere in Italia totalmente gratuito e visibile in chiaro.
Dopo un inizio di campionato disastroso (4 sconfitte nelle prime 4 giornate), i friulani risalgono la classifica e raggiungono il quarto posto, valevole per i play-off di Champions League. Il 27 febbraio 2011 l’Udinese vince 7-0 in casa del Palermo (mai l’Udinese aveva realizzato 7 gol in una trasferta di Serie A, e ad oggi le più larghe vittorie esterne erano frutto di due 5-0 inflitti al Genoa nel torneo 1983-1984 ed al Perugia nel 1999-2000).[24] Il 22 maggio con il pareggio contro il Milan i friulani stabiliscono a 66 punti il nuovo record in Serie A dopo il precedente record di 64 punti stabilito da Alberto Zaccheroni nel 1997-1998 (record ottenuto però in un campionato di sole 34 giornate anziché 38) e, arrivando al quarto posto, raggiungono i preliminari di Champions League (da disputarsi contro gli inglesi dell’Arsenal.[25]) Inoltre Antonio Di Natale si riconferma capocannoniere con 28 marcature ed il record di rigori parati in serie A spetta a Samir Handanović(6 rigori parati).
La stagione 2011-2012 inizia con la sfida dei play-off di Champions League contro Arsenal, che in doppia sfida elimina i bianconeri. L’Udinese ottiene però il diritto di partecipare all’Europa League, dove viene sorteggiata nel girone con gli spagnoli dell’Atlético Madrid, i francesi del Rennes e gli scozzesi del Celtic, superando il turno. Dopo aver eliminato i greci del PAOK i friulani sono estromessi dagli olandesi dell’AZ Alkmaar agli ottavi di finale.[22] In campionato il rendimento segue fasi alterne: il girone di andata si chiude con ben 38 punti, a soli tre punti dalla Juventus capolista, mentre nel girone di ritorno, complici la preparazione anticipata e la stanchezza per gli impegni di coppa, l’Udinese stenta perdendo il vantaggio accumulato. A fine campionato comunque, grazie a una serie di quattro vittorie consecutive, l’Udinese riconquista con 64 punti la terza posizione, qualificandosi per la seconda volta consecutiva ai play-off di Champions League.[22] Nel corso della stagione, il 29 novembre 2011 la società e l’intera squadra ricevono dal CONI il Collare d’Oro al Merito Sportivo, massima onorificenza dello sport italiano, concessa a club di calcio con più di 100 anni di storia.[26]
La stagione successiva vede ancora i friulani uscire ai play-off di Champions League, stavolta contro i portoghesi del Braga. Dopo l’1-1 in Portogallo, in Friuli, dopo l’1-1 dei tempi regolamentari, i bianconeri perdono ai rigori con errore decisivo del neo acquisto Maicosuel (cucchiaio bloccato dal portiere).[22] In Europa League i friulani sorteggiati in un duro girone comprendente gli inglesi del Liverpool, gli svizzeri dello Young Boys e i russi dell’Anzhi, conquistano una storica vittoria (3-2) ad Anfield contro il Liverpool, ma chiudono il girone all’ultimo posto uscendo così dalla competizione. Il campionato non inizia bene, e i friulani navigano a metà classifica. Ma una serie di 8 vittorie consecutive nelle ultime 8 giornate proietta l’Udinese al 5º posto finale e alla qualificazione in Europa League.[22]
Nella stagione successiva i friulani escono ai play-off di Europa League contro i cechi dello Slovan Liberec, perdendo 3-1 in casa e pareggiando 1-1 in Repubblica Ceca. Nel prosieguo dell’annata i bianconeri raggiungono, come quattro anni prima, le semifinali di Coppa Italia, perdendo stavolta contro la Fiorentina. Il campionato non porta grandi soddisfazioni all’Udinese, che staziona a metà classifica per gran parte della stagione e termina al 13º posto in classifica.[22]
Dopo quattro anni, Guidolin lascia l’Udinese, la quale viene affidata ad Andrea Stramaccioni. I friulani vengono eliminati al terzo turno di Coppa Italia dal Napoli, mentre in campionato, dopo una discreta partenza, l’Udinese non va oltre il sedicesimo piazzamento in classifica, con il record negativo di punti conquistati (41) da quanto la Serie A è a 20 squadre. Terminato il contratto annuale di Stramaccioni, il club sceglie come nuovo allenatore Stefano Colantuono.La stagione si apre subito con un clamoroso successo in casa della Juventus 4 volte campione d’Italia,proseguendo poi a fasi alterne.
Cronistoria
Cronistoria dell’Udinese Calcio | |
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Colori e simboli
Colori
La particolare maglia sbarrata di metà anni ottanta
I colori sociali dell’Udinese sono il bianco e il nero, gli stessi delle insegne comunali, presenti nella divisa della squadra fin dagli esordi pur se il loro utilizzo è spesso variato tra differenti partiture. Sul finire del XIX secolo la neonata Società Udinese di Ginnastica e Scherma indossa una maglia completamente nera, ornata unicamente da una stella a cinque punte bianca appuntata al centro del petto.[30]
Negli anni 1910 la casacca viene ripartita verticalmente a metà tra le due tinte,[30] mentre in seguito il bianco diventa predominante, con il nero relegato alle decorazioni.[2] Dagli anni 1930 si ha pressoché stabilmente la tipica maglia a strisce bianconere, spesso corredata da pantaloncini e calzettoni neri,[3] oppure da calzoncini bianchi e calzettoni neri.[13]
Le uniche innovazioni di rilievo si hanno durante gli anni 1980, quando l’abbigliamento dei friulani si discosta dalla tradizione e presenta le soluzioni più fantasiose: spiccano soprattutto le casacche bianche con palo centrale nero usate nella prima parte del decennio, cui seguono quelle nere attraversate da una massiccia sbarra bianca.[20][30] Dagli anni 1990 si assiste a un graduale ritorno alla sobrietà, pur se non mancano sperimentazioni come le strisce “incurvate” lungo l’estremità superiore,[6] viste a metà degli anni 2000.
Per quanto concerne invece le uniformi da trasferta, queste non hanno degli schemi fissi al di fuori della tinta unita, tanto che il club attinge di anno in anno alle più disparate colorazioni quali il blu, il giallo, l’arancione, il celeste e il rosa, nonché agli stessi bianco e nero già propri della divisa casalinga.[30]
Simboli ufficiali
Stemma
Nel corso della sua storia l’Udinese ha utilizzato numerosi stemmi, sempre però richiamanti le tinte e l’araldica della città friulana. Il primo è d’inizioanni 1970, raffigurante uno scudo con all’interno delle strisce verticali bianconere, e il trigramma “ACU” (Associazione Calcistica Udinese). Verso la fine del decennio, si utilizza uno stemma raffigurante una zebra inscritta da un cerchio verde. Il secondo stemma compare nei primi anni 1980, con l’avvento del presidente Lamberto Mazza, dove all’interno di uno scudo bianco recante uno scaglione nero rovesciato – lo stesso che identifica il comune di Udine – viene inserita la “Z” della Zanussi (società che possiede al tempo tutte le azioni del club) e, al di sopra, trova posto la scritta inminuscolo “udinese calcio”.[31]
Il terzo stemma è una variante del secondo, infatti, uscita di scena la Zanussi, con l’acquisizione della società da parte di Giampaolo Pozzoscompare la “Z” e resta solo lo scudo con lo stemma cittadino. Il quarto stemma appare sulle maglie dei bianconeri nella stagione 1995-96. Lo scudo viene circondato da un cerchio prima grigio e poi nero; ritorna di colore grigio nella stagione 2010-11, avvolto stavolta con due rami d’alloro.[6]
Più volte viene chiesto dalla tifoseria di far comparire anche l’aquila del Friuli sulle maglie bianconere, richiesta mai recepita dalla società anche a causa delle norme in vigore.[32] Nel 2008 viene inoltre fortemente contestata dai tifosi la scelta della società di far comparire sulle maglie lo stemma della regione Friuli-Venezia Giulia (in quanto percepita come la regione della rivale Trieste) e non lo stemma del Friuli.[33]
Inno
L’inno ufficiale dell’Udinese Calcio si intitola Vinci per noi ed è interpretato da Nicole Pellicani, corista di Elisa; il brano viene proposto all’inizio di ogni partita giocata allo Stadio Friuli.[34] In precedenza l’inno è Alè Udin, cantato dal popolare cantante friulano Dario Zampa: il ritornello diventa il coro distintivo del tifo friulano.[35]
Strutture
Stadio
Il vecchio Campo Polisportivo Moretti, utilizzato dalla squadra dal 1920 al 1976
L’attuale campo di gioco dell’Udinese è lo Stadio Friuli di Udine, inaugurato nel 1976 in sostituzione del vecchio Stadio Moretti (che viene demolito, ed al cui posto sorge oggi un parco urbano). Il nome è scelto per commemorare la regione, colpita nel maggio di quell’anno dalterremoto del Friuli.[36] Progettato dall’ingegnere udinese Giuliano Parmegiani, è considerato come uno dei più riusciti impianti dal punto di vista estetico. Lo stadio è situato a nord-ovest della città nel quartiere dei Rizzi, in una posizione abbastanza periferica. Particolare del Friuli, e simbolo di questo impianto, è il maestoso arco che con i suoi 33 metri di altezza alla sommità fa da tetto alla tribuna.[37]
Lo Stadio Friuli, inaugurato nel 1976 e da allora casa dei bianconeri
La volontà dell’azionista di riferimento dell’Udinese Giampaolo Pozzo è quella di operare una profonda ristrutturazione dell’impianto, eliminando la pista di atletica quasi mai utilizzata ed avvicinando gli spalti al campo, per offrire agli spettatori una visibilità migliore, lo stadio verrà inoltre interamente coperto e dotato di spazi per la ristorazione e di aree ricreative. I lavori di ristrutturazione partono ufficialmente il 5 giugno 2013 e procedono a lotti, demolendo e ricostruendo nell’ordine la curva Nord, i distinti e la curva Sud; il completamento è previsto per dicembre 2015.[38]
Centro di allenamento
Il “Centro Sportivo Dino Bruseschi” è l’insieme di strutture e campi d’allenamento che vengono utilizzate dalla prima squadra dell’udinese e dalle giovanili. Intitolato ad uno dei più importanti presidenti della storia bianconera, sorge a pochi metri dallo Stadio Friuli.
Si estende per circa 64943 m² ed è composto da:
- campo regolamentare (105 x 68 m) in erba naturale, con impianto d’illuminazione;
- campo regolamentare (105 x 68 m) in erba naturale, privo d’illuminazione;
- campo non regolamentare (100 x 55 m) in erba naturale;
- campo regolamentare (105 x 68 m) in erba sintetica, con impianto d’illuminazione;
- campo regolamentare (105 x 68 m) in erba sintetica, privo d’illuminazione;
- gabbia in erba sintetica, con impianto d’illuminazione;
- area dall’allenamento in erba sintetica (150 x 50 m);
- tensostruttura coperta e riscaldata con area d’allenamento in erba sintetica (80 x 50 m) e con impianto d’illuminazione;
- 4 spogliatoi a disposizione degli atleti. La prima squadra utilizza lo spogliatoio presente all’interno dello stadio Friuli;
- spogliatoio per lo staff tecnico;
- 2 magazzini per materiale tecnico.
Società
La società friulana nel 2011 fa parte dei membri dell’European Club Association (ECA), organizzazione internazionale che ha preso il posto del soppresso G-14, e composta dai principali club calcistici riuniti in consorzio al fine di ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte alla FIFA.[39]
Organigramma societario
Organigramma aggiornato al 27 ottobre 2014.[40]
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Sponsor[modifica | modifica wikitesto]
Di seguito la cronologia di fornitori tecnici e sponsor dell’Udinese.
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L’Udinese è una delle prime squadre in Italia ad avere creato un’associazione Onlus, infatti sono state devoluti numerosi macchinari ospedalieri e creato nuovi reparti negli ospedali della regione.[41] L’associazione “Udinese per la Vita”, nata nel 2004 da un’iniziativa di Giuliana Pozzo, moglie del patron Giampaolo, ha devoluto circa 600 000 euro alla ricerca scientifica e alla sanità.[41]
Nel 2009 sono organizzate alcune iniziative volte a raccogliere fondi per la ricerca sulla SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica, che ha colpito anche l’ex-bianconero Stefano Borgonovo.[42] La più importante, una Cena di Gala e Asta Benefica organizzata da “Udinese per la Vita”, si è svolta il 16 marzo al “Là di Moret” di Viale Tricesimo: l’evento ha risalto in tutta Italia, trasmesso in diretta su Rai Tre con la conduzione dagli studi di Roma di Marco Civoli e con Ivan Zazzaroni inviato sul campo.[42]
Alla serata, presentata da Piero Chiambretti e da Bruno Pizzul, partecipano tra gli altri l’intera squadra bianconera, la sua dirigenza e la proprietà, ex compagni di squadra di Borgonovo quando vestiva la maglia bianconera e personaggi di spicco del mondo del calcio, nonché gli sponsor istituzionali dell’Udinese Calcio.[42] Il programma della manifestazione è caratterizzato da un’asta in cui giocatori di oggi e di ieri hanno donato maglie, scarpe da gioco e oggetti personali per la raccolta di fondi da destinare al progetto, inoltre si è svolta una lotteria con in palio ricchi premi offerti dalle ditte e aziende del Friuli che hanno voluto dare il loro contributo alla riuscita dell’iniziativa.[42] In totale sono raccolti oltre 80 000 euro, da utilizzare per l’acquisto di attrezzature tecnologicamente avanzate destinate al Dipartimento di Medicina Riabilitativa dell’istituto “Gervasutta” di Udine, con le quali è possibile migliorare la vita di coloro che sono stati colpiti dalla SLA.[42]
Settore giovanile
Il settore giovanile dell’Udinese è formato da 4 squadre maschili partecipanti ai campionati nazionali (Primavera, Allievi Nazionali, Allievi Nazionali Lega Pro e Giovanissimi Nazionali), una partecipante a livello regionale (Allievi Regionali), oltre a una rappresentativa di Esordienti a 11 e una di Pulcini a 6.[43] La squadra Primavera conquista nel 1963-64 e nel 1980-81 l’omonimo campionato,[44] mentre nel 1992-93 la Coppa Italia Primavera.[45]
L’Udinese Calcio nella cultura di massa
L’Udinese è spesso presente in varie opere della cultura italiana. In ambito cinematografico è da ricordare Al bar dello sport (1983) di Francesco Massaro, nel quale Lino Banfisegue Fiorentina-Udinese, che termina 2-2,[46] mentre ne L’allenatore nel pallone (1984) Oronzo Canà (interpretato da Banfi), allenatore della Longobarda, viene sconfitto 0-4 proprio dai bianconeri.[47]. Appare anche un gagliardetto nel film La ragazza del lago, nell’ufficio del Questore, e nella pellicola Tifosi, nella quale una hostess chiede il risultato della sua squadra del cuore, appunto l’Udinese.
Inoltre dal 2011 la società bianconera dispone di un canale televisivo ufficiale, Udinese Channel, visibile gratuitamente sul digitale terrestre in Veneto e Friuli Venezia Giulia, ma in grado di trasmettere anche via satellite grazie ai dispositivi presenti su una speciale vettura FlyCar, e visibile inoltre in streaming nel web. Gli studi dell’emittente si trovano a Udine, in via di trasferimento presso lo stadio Friuli.[48] La programmazione è incentrata sulle attività della squadra e dei club di tifosi e include, oltre agli approfondimenti di attualità, anche interviste ai giocatori del passato. È previsto anche l’ampliamento della programmazione agli altri sport cittadini e alla politica ed economia locale.[48]
Allenatori e presidenti
Di seguito l’elenco degli allenatori.
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Di seguito l’elenco dei presidenti.
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Calciatori
Vincitori di titoli
- Campioni del mondo
Franco Causio (1982)
Vincenzo Iaquinta (2006)
L’Udinese Calcio e le Nazionali di calcio
Il primo calciatore dell’Udinese a vincere un titolo con la propria Nazionale è Franco Causio che con l’Italia vince il campionato mondiale di calcio 1982;[51] segue, nel 1996, la vittoria da parte del tedesco Oliver Bierhoff dell’Europeo[52] e, nel 2006, quella di Vincenzo Iaquinta del Mondiale.[53]
Palmarès
Competizioni nazionali
Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]
Competizioni giovanili
Onorificenze
| Altri piazzamenti
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Statistiche e record
Partecipazione ai campionati
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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1º | Prima Divisione | 2 | 1922-23 | 1925-26 | 45 |
Serie A | 43 | 1950-51 | 2015-16 | ||
2º | Seconda Divisione | 2 | 1923-24 | 1924-25 | 23 |
Prima Divisione | 2 | 1926-27 | 1927-28 | ||
Serie B-C Alta Italia | 1 | 1945-46 | |||
Serie B | 18 | 1930-1931 | 1994-95 | ||
3º | Prima Divisione | 5 | 1928-29 | 1934-35 | 24 |
Serie C | 19 | 1935-36 | 1977-78 |
Statistiche di squadra
Il miglior piazzamento della storia dell’Udinese è il secondo posto nel campionato di Serie A 1954-55, mentre il peggiore è il diciottesimo posto della Serie A 1961-62.[2] Il record di punti in Serie A è 66, ottenuto nel 2010-11 (annata caratterizzata anche dal maggior numero di vittorie, 20, e dal numero massimo di reti segnate in A, 65) e nel 2012-13 (in cui bianconeri ottengono anche il record di 8 vittorie consecutive in Serie A).[6] L’annata 1982-83 è caratterizzata dal massimo numero di pareggi nel massimo campionato italiano (20), dal minor numero di sconfitte (4) e di reti subite (23).[20] Nel 1984-85 e nel 2000-01 si ha il minor numero di pareggi in A (5),[6][20] nel 1954-55 e nel 2011-12 il maggior numero di vittorie casalinghe consecutive (7),[2][6] sempre nel 1954-55 la miglior sequenza di partite utili (23), nel 1942-43 la vittoria più larga in assoluto (Udinese-Motori Alimentatori Trasformatori Elettrici Roma 9-0), mentre quella più larga relativa alla sola Serie A si ha nel 1957-58 (Udinese-Napoli 7-0)[2] e nel 2010-11 (Palermo-Udinese 0-7).[6]Per quanto riguarda le sconfitti più pesanti, queste sono Udinese-Bari 0-7 nel 1930-31, Atalanta-Udinese 0-7 nel 1931-32, Milan-Udinese 0-7 e Fiorentina-Udinese 0-7 nel 1958-59.[2] Il maggior numero di stagioni consecutive in Serie A è 19, ottenuto dalla squadra dal 1995 a oggi, inoltre l’Udinese è la squadra con più campionati di Serie A (41) all’attivo fra quelle che non si sono aggiudicate né lo scudetto né la Coppa Italia. In ambito europeo è da segnalare la prima partecipazione in Champions League nel 2005-06, mentre il massimo risultato in Coppa UEFA sono i quarti di finale nel 2008-09.[6] In totale l’Udinese ha ottenuto 472 vittorie in Serie A, 425 pareggi e 528 sconfitte, ha segnato 1824 reti e subite 1992.[55]
Statistiche individuali
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Gli argentini Néstor Sensini (a sinistra) e Abel Balbo (a destra), i due recordmen stranieri in maglia friulana per, rispettivamente, presenze e reti. |
Il giocatore bianconero più prolifico in una sola stagione è Antonio Di Natale, con 29 reti (2009-10), il quale è anche il miglior rigorista in Serie A con 17 gol.[56] Di Natale detiene anche il record di presenze nel campionato di massima serie italiano con 359 gettoni,[56] seguito da Valerio Bertotto con 336[57] e Giampiero Pinzi con 296.[58] Il giocatore napoletano è anche il miglior marcatore dell’Udinese in Serie A, con 187 reti,[56] seguito da Lorenzo Bettini a 67[59] e Abel Balbo a 65.[60] Il record di reti in assoluto è ancora di Totò (221),[56] idem per quanto riguarda le presenze in assoluto (418).
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Tifoseria
Storia
Il gruppo portante del movimento ultras di Udine è l’Hooligans Teddy Boys, acronimato in HTB, fondato nel 1980, che fece la sua prima apparizione allo stadio dietro lo striscione “Hooligans”. La maggior parte dei membri attivi del gruppo provengono dal capoluogo e dalla sua provincia.[61] Nel 1994 nacquero i Friulani al seguito, che concentrarono le loro attività al fine del miglioramento estetico e corale della curva bianconera. Il gruppo dette alla stampa nel 2001 anche la prima fanzine della tifoseria, titolata “One Step Beyond”, dall’omonimo album del gruppo britannico Madness.[61] Nel 2011 i Friulani al seguito comunicarono ufficialmente la loro autosospensione, per poi riprendere posto in curva. Neglianni novanta nascono anche gli HTB sez. Pordenone (1990), successivamente diventati Brigata Pordenone, e Nord Kaos sez. Destra Tagliamento (1994), che nel 1995 decisero di fondersi in un’unica fazione denominata Ultras 1995.[61]
I tifosi dell’Udinese gremiscono ilFriuli nel 2005, durante la sfida diChampions League con il Barcellona.
Altro importante gruppo organizzato è il Collettivo IncUdine, nato in onore di Leonardo Cecon, giovane tifoso deceduto prematuramente in un incidente stradale nel 2003, di ritorno da una delle riunioni del nascente gruppo.[61] In lotta contro provvedimenti penalizzanti qualitessera del tifoso, fidelity card e articolo 9, si è caratterizzato nel corso degli anni per uno spiccato impegno nel sociale, tramutatosi in raccolte di fondi a sostegno degli alluvionati del vicentino, dei terremotati dell’Aquila e dell’Emilia, oltre che al sostegno attivo alla Fondazione Gabriele Sandri.[61]
Altri gruppi di più recente costituzione sono i Briganti Baldassa (Udine Baldassa fino al 2015), i Suisse Tarzeons, formato da ragazzi provenienti dalla Svizzera, Settore Tarvisio Udine, Tarcento ’89, Diffidati al seguito, e Gente strana.[61] Gli ultras hanno sempre preso posto nel settore Curva nord dello stadio Friuli, eccezion fatta per un breve periodo a cavallo fra il 2014 e il 2015 nel quale si sistemarono in Tribuna centrale a causa dei lavori che interessarono l’impianto di Piazzale Repubblica Argentina.[61]
Gemellaggi e rivalità
La curva dell’Udinese è gemellata con i supporter veneti del Vicenza, storico e saldo rapporto sentito dalla maggior parte della tifoseria bianconera, e con i toscani del Siena.[62] Fuori dai confini nazionali, vi è inoltre un’amicizia coi tedeschi del Werder, legame nato durante gl’incontri in campo europeo.[63]
Le rivalità storiche sono invece con la Triestina – dovuta alla vicinanza fra le città di Udine e Trieste, rispettivamente capitale storica del Friuli e capoluogo della regione Friuli-Venezia Giulia – e con l’Hellas Verona – risalente agli anni 1980, ai tempi di Zico e dello scudetto degli scaligeri, poi cementata dall’opposto gemellaggio Hellas-Triestina.[64]
Le altre principali rivalità sono con la Juventus (nonostante per lungo tempo le due società abbiano tenuto buoni rapporti commerciali, con vari acquisti di giocatori), con il Napoli(sfociata negli ultimi anni in gravi incidenti), con il Bologna (una ex amicizia tra tifoserie, tramutata in rivalità dopo la rottura del precedente gemellaggio) e con il Venezia(dualismo nato, similmente a quello con la Triestina, dalla vicinanza tra le due città).[62] Esistono inoltre rivalità meno sentite con Cremonese, Fiorentina e Lazio.[64]
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