24 febbraio 2003 – Muore l’attore Alberto Sordi

Tredici anni fa se ne andava uno tra i più grandi attori italiani: Alberto Sordi.
Alberto Sordi (Roma, 15 giugno 1920 – Roma, 24 febbraio 2003[1]) è stato un attore cinematografico, regista,sceneggiatore, conduttore televisivo, compositore, cantante e doppiatore italiano.
Importante interprete della storia del cinema italiano, con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e Nino Manfredi fu uno dei “mostri” della commedia all’italiana,[2] nonché, insieme ad Aldo Fabrizi e Anna Magnani, rappresentante della romanità.[3] Si è cimentato (anche se molto raramente) anche in ruoli drammatici, dove ha dato prova della sua versatilità di attore. Ha recitato in circa 160 film.
Nella sua carriera ha vinto 9 David di Donatello, 6 Nastri d’argento, un Orso d’oro e un Orso d’argento per il miglior attore al Festival di Berlino e un Golden Globe per il miglior attore in un film commedia o musicale per il film Il diavolo.
Biografia
Le prime esperienze
Quarto figlio di Pietro Sordi (Valmontone[5], 1879 – Roma, 1941), professore di musica e strumentista, titolare della tuba contrabbassa dell’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, e di Maria Righetti (Sgurgola, 1889 – Roma, 1952), insegnante elementare, nacque in via S. Cosimato, 7 (la casa scomparve nel 1930 per fare spazio alla costruzione del Palazzo delle Sacre Congregazioni Romane) nel rione popolare di Trastevere, lo stesso di Claudio Villa e di tantissimi altri artisti del primo dopoguerra; successivamente trascorse in parte i suoi primi anni nella cittadina di Valmontone[6]. Già nelle scuole elementari iniziò a improvvisare piccole recite con un teatrino di marionette per un pubblico di suoi coetanei, oltre a cantare come soprano nel coro di voci bianche della Cappella Sistina diretto da don Lorenzo Perosi.
Cresciuto, studiò canto lirico e si esibì sulla scena operistica come basso, per un certo periodo della sua giovinezza. Nel 1936 incise un disco di fiabe per bambini per conto della casa discografica Fonit e con il ricavato partì per Milano, dove si iscrisse al corso di recitazione all’Accademia dei Filodrammatici. Per trasferirsi al nord abbandonò gli studi all’Istituto di Avviamento Commerciale (conseguì comunque come privatista il diploma di ragioniere alcuni anni più tardi per fare contenta la madre[7]). Sordi raccontò in una puntata del Maurizio Costanzo Show che un giorno, durante la frequenza dell’Accademia, l’insegnante di dizione lo chiama in disparte e gli dice: «Lei diceguèra, ma si dice guèrra». Lui risponde: «Me se strigne ‘a gola a di’ guèrra». Verrà espulso, proprio a causa della sua dizione di influsso dialettale.
Con lo scoppiare della Seconda guerra mondiale, Sordi indosserà l’uniforme del Regio Esercito, prestando servizio presso la banda musicale presidiaria dell’81º Reggimento fanteria “Torino”[8], accompagnando le partenze dei militari italiani per la breve campagna francese.
Una volta entrato nel mondo della celluloide, non trascurò le sue origini musicali: nel 1956 realizzò una commedia che narrava le turbolente vicende di uno studente di canto, molto viziato, presuntuoso e mantenuto dall’esasperato suocero (Aldo Fabrizi), che aspira a calcare le scene della lirica. Il film s’intitola Mi permette babbo! ed è diretto da Mario Bonnard; vi compaiono anche cantanti lirici che, all’epoca, erano delle autentiche celebrità, tra cui il poderoso basso senese Giulio Neri. Nel 1957 Sordi si iscrisse alla SIAE come suonatore di mandolino, strumento che conosceva bene dato che durante la seconda guerra mondiale aveva fatto parte della banda dell’esercito. Ottenne la qualifica di “Compositore melodista”[9].
Comparsa e doppiatore
Rientrato nella capitale, nel 1937 trovò lavoro come comparsa a Cinecittà (appare nel film kolossal Scipione l’Africano in un ruolo da generico di un soldato romano e in Giarabub, di Goffredo Alessandrini, in cui interpreta la parte di uno dei soldati a presidio dell’oasi) e vinse un concorso indetto dalla Metro Goldwyn Mayer per doppiare la voce di Oliver Hardy (inizialmente doppiava con lo pseudonimo Albert Odisor, insieme a Mauro Zambuto che prestava la voce a Stan Laurel). Come doppiatore lavorerà fino al 1951 dando la voce tra gli altri a Bruce Bennett, Anthony Quinn, John Ireland, Robert Mitchum, Pedro Armendáriz e, per gli italiani, a Franco Fabrizi e persino Marcello Mastroianni.
La sua voce è riconoscibilissima anche nei capolavori di Frank Capra La vita è meravigliosa (1946) e di Vittorio De Sica Ladri di biciclette(1948) nonché nel film di Alessandro Blasetti Prima comunione (1950) e nel curioso I pinguini ci guardano (1956) diretto da Guido Leoni, dove gli animali presenti nella pellicola parlano con le voci di famosi attori. Per una bizzarra curiosità, soltanto due volte si trovò come interprete ad essere doppiato da un altro attore: nel film Cuori nella tormenta diretto da Carlo Campogalliani nel 1940, venne doppiato da Gualtiero De Angelis, e nel film Il Passatore diretto da Duilio Coletti nel 1946, dove interpretava il ruolo di un brigante, gli prestò la voce Carlo Romano.
Il teatro di rivista
Nel teatro leggero, dopo un tentativo infruttuoso con la compagnia di Aldo Fabrizi e Anna Fougez avvenuto nella stagione 1936-1937 nello spettacolo San Giovanni, ritentò in quella seguente (la 1937-1938) insieme con un amico d’infanzia e compagno di scuola formò un duo di imitatori e fantasisti durato per poco tempo, e riuscì finalmente a debuttare nel teatro di rivista come ballerino di fila nella compagnia di Guido Riccioli e Nanda Primavera nella stagione 1938-1939 con lo spettacolo Ma in campagna è un’altra… rosa.
Ad esso fanno seguito, nella stagione 1941-1942 Tutto l’oro del mondo con la compagnia di Guido Fineschi e Maria Donati, Teatro della caricatura (1942) accanto a Fanfulla, Ritorna Za-Bum (1943) e Sai che ti dico? (1944) entrambe scritte da Marcello Marchesie dirette da Mario Mattoli, la rivista musicale Un mondo di armonie (1944) di Alberto Semprini, Imputati… alziamoci! (1945) diMichele Galdieri, Soffia so… (1946) di Garinei & Giovannini, E lui dice… (1947) di Benecoste diretto da Oreste Biancoli e Adolfo Celie infine, nella stagione 1952-1953, Gran baraonda scritto e diretto sempre da Garinei & Giovannini, che sarà la sua ultima apparizione sul palcoscenico, accanto a Wanda Osiris, che avrà modo di dirigere nel 1973 in una sequenza significativa del filmPolvere di stelle.
Le macchiette radiofoniche
È alla radio, tra il 1946 e il 1950, che comincia ad ottenere un grande successo personale. Nel 1946, ispiratosi agli ambienti dell’Azione cattolica, con ironia fa nascere la sua satira dei personaggi de I compagnucci della parrocchietta, descritti parlanti, un po’ nel naso e con un atteggiamento da persona “come si deve“. Il personaggio nel 1951, è rielaborato nel protagonista del film Mamma mia che impressione!. Lì diviene una caricatura con le fattezze del boy scout, un bambinone cresciuto, sempre in divisa, con il fare da pettegolo e ficcanaso, al limite dell’indisponenza, descritta con comicità.
È il successo che segue con le trasmissioni di Corrado che lo lancia attraverso Rosso e nero (1951), Oplà (1947) e Vi parla Alberto Sordi(1948)-(1950), dove crea alcuni personaggi destinati alla grande popolarità: il Signor Dice in collaborazione con Fiorenzo Fiorentini ed Ettore Scola, il Conte Claro, e Mario Pio.
Quest’ultimo personaggio verrà proposto anche al cinema nel film d’esordio di Mauro Bolognini, Ci troviamo in galleria del 1953, oltre naturalmente alla riproposizione radiofonica, durante la stagione 1968-1969, nella storica trasmissione Gran varietà e inoltre da Alighiero Noschese, nel 1970, nella fortunata trasmissione satirica Doppia coppia.
Al mezzo radiofonico, sempre nel 1947, dedicherà anche una sorta di omaggio con il sottovalutato, ma notevole, Il vento m’ha cantato una canzone diretto da Camillo Mastrocinque, accanto a Loris Gizzi, Galeazzo Benti e Laura Solari, riemerso di recente dall’oblio in una pubblicazione su DVD, dove impersona l’amico di un cantante desideroso di sfondare a livello nazionale in un radiodramma sponsorizzato di una fantomatica (e per l’epoca inesistente) radio privata italiana, Radio Sibilla.
Per lui riesce a organizzare in semi clandestinità uno spettacolo ricco di brio e di trovate originali, ottiene un successo clamoroso ma rischia di perdere la fidanzata, la quale, si sussurra, lo tradisce proprio con lo sponsor e proprietario della radio, prima di ristabilire la verità con il chiarimento di ogni equivoco.
Sempre alla radio nascono anche alcune sue canzoni o meglio “ritmi” che gli danno una discreta popolarità.
Gli esordi cinematografici
Nel cinema per oltre dieci anni interpreta ruoli minuscoli e poco significativi in una ventina di film, ad eccezione di quello sostenuto in I tre aquilotti di Mario Mattoli, dove era tra i protagonisti, nel film di Mastrocinque sopra accennato, e ha anche l’occasione di lavorare con il grande attore genovese Gilberto Govi e un giovane Walter Chiari nel ruolo di un impresario argentino nel film Che tempi!, versione cinematografica della commedia teatrale Pignasecca e Pignaverde di Emerico Valentinetti. [non chiaro]
Si fa notare nel 1950 con una pellicola sceneggiata da Cesare Zavattini, prodotta e in massima parte diretta in forma anonima da Vittorio De Sica, Mamma mia che impressione!, che pur trasportando nel cinema il modello di recitazione tutto verbale sperimentato in radio, contribuì a creare un personaggio assai originale (il Compagnuccio della Parrocchietta) che ripropose poi in altri lavori minori. [non chiaro]
Tra questi film misconosciuti, fu perduto e ritrovato fortunosamente nel giugno 2003 dalla Cineteca di Bologna in una copia incompleta e pubblicato in DVD: Lo scocciatore (Via Padova 46), diretto nel 1953 da Giorgio Bianchi, dove Sordi interpretò il ruolo di un vicino di casa petulante oltre ogni misura e gran scocciatore di un modesto impiegato (Peppino De Filippo), tutto proteso alla ricerca di un’avventura galante con una bella donna.
La grande popolarità

« Maccarone m’hai provocato e io ti distruggo adesso, io me te magno! Questo ‘o damo ar gatto! Questo ar sorcio, co’ questo ce ammazzamo ‘e cimici. » |
(Nando Mericoni in Un americano a Roma (1954)) |
Tra il 1952 e il 1955 la popolarità di Sordi esplose sul grande schermo, dapprima con due film diretti da Federico Fellini, Lo sceicco bianco (1952) e I vitelloni (1953), e poi con alcuni diretti da Steno, Un giorno in pretura (1953), Un americano a Roma (1954) e Piccola posta (1955), dove costruisce il tipo del ragazzo un po’ vigliacco, carogna, approfittatore, indolente e scansafatiche, infantile e qualunquista che lo accompagnerà per tutti gli anni cinquanta. Lo sceicco bianco ebbe un esiguo successo di pubblico. Maggiore successo ebbe con il ruolo, non protagonista, ne I vitelloni. Il successo ed il favore presso il grande pubblico iniziò, però, di fatto, interpretando il personaggio di Ferdinando (detto Nando) Moriconi in Un giorno in pretura. Con “America’ facce Tarzan!” la popolarità dell’interpretazione fu tale che il personaggio venne sviluppato, ribadito e consacrato in Un americano a Roma, trionfo travolgente ed autentico al botteghino, con un incasso di circa 380.370.000 di Lire.
La popolarità divenne molto consistente, nonostante ancora pochi anni prima fosse molto controversa (i noleggiatori delle pellicole avevano richiesto che il suo nome non comparisse sui manifesti de I vitelloni a causa della presunta modesta simpatia presso il pubblico cinematografico, anche perché Lo sceicco bianco fu un vero flop, soprattutto di critica) ma fortunatamente la caparbia fiducia che Fellini aveva nelle capacità di Sordi fece sì che il malinconico e cinico personaggio di “Alberto” nei “Vitelloni” lo lanciasse nell’Olimpo dei divi e quindi Sordi si trovò, di lì in avanti, a recitare senza soluzione di continuità, arrivando a girare sino a 10 pellicole l’anno.
L’italiano medio di Sordi
Con l’avvento della commedia all’italiana ha dato vita a una moltitudine di personaggi quasi tutti negativi di italiano medio, poco edificanti, ma rispondenti a una realtà evidente e dipinti con una cattiveria a volte inficiata da un sospetto di compiacimento, ma sempre riscattata da un magistero recitativo senza eguali, molte volte collaborando anche al soggetto e sceneggiatura dei film interpretati (190 in tutto, dei quali si ha certa la sua partecipazione a soli 146/147) e alle diciannove pellicole da lui dirette.

Un eroe dei nostri tempi (1955)
In più di mezzo secolo di carriera, Sordi è riuscito a interpretare un ideale valido dell’italiano tipico dal periodo bellico ai giorni nostri, osservato nella storia dei valori e dei costumi e nelle sue bassezze, ma in fondo giustificato per il suo buon cuore e per la sua capacità di sognare ad occhi aperti.
I personaggi di Sordi sono tendenzialmente prepotenti con i deboli e servili coi potenti, a cui cercano di mendicare qualche misero privilegio. Secondo alcuni proporre personaggi di questo tipo darebbe il “cattivo esempio”, porterebbe infatti certi spettatori che altrimenti non avrebbero avuto il coraggio di rivendicare la propria pochezza, ad avere un alibi e addirittura un esempio da seguire, sentendosi rappresentati e legittimati[10].
Ruoli memorabili
È praticamente impossibile enumerare tutte le sue interpretazioni, ma si devono citare almeno alcuni personaggi che hanno fatto la storia della nostra commedia: tra questi il maestro elementare supplente Impallato, che scopre per caso un allievo prodigio nel canto lirico e lo sfrutta per ottenere riconoscimenti e ricchezza in Bravissimo (1955) di Luigi Filippo D’Amico, il gondoliere rivale in amore di Nino Manfrediin Venezia, la luna e tu (1958) di Dino Risi, il marito vessato dalla moglie e colmo di debiti ne Il vedovo (1959) sempre diretto da Dino Risi insieme a una strepitosa Franca Valeri (una delle poche attrici brillanti, oltre Monica Vitti e Silvana Mangano, che hanno saputo duettare insieme a lui ad alti livelli recitativi, con classe ed eleganza), lo spregevole componente di una commissione censoria che giudica impietosamente manifesti e film piccanti e nel privato recluta a fini immorali ballerine di night-club ne Il moralista (1959) di Giorgio Bianchi.
La svolta degli anni sessanta
A partire dal toccante capolavoro[POV] La grande guerra (1959) diretto da Mario Monicelli nel quale era un soldato pelandrone e imboscato costretto suo malgrado a morire da eroe, dimostra un talento straordinario[POV] nel calarsi psicologicamente anche in personaggi drammatici quando non apertamente grotteschi, dagli anni sessanta in poi.
Basti citare il sottotenente Innocenzi di Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini[11], il vigile inflessibile costretto a genuflettersi davanti al potente di turno ne Il vigile (1960) di Luigi Zampa, il giornalista Silvio Magnozzi di Una vita difficile (1961) di Dino Risi, l’industriale fallito disposto a vendere un occhio per riassestare le sue finanze e accontentare una moglie sin troppo esigente ne Il boom (1963) di Vittorio De Sica, il medico della mutua disposto a qualsiasi compromesso per diventare primario in una clinica di lusso nel dittico Il medico della mutua (1968) di Luigi Zampa e Il Prof. Dott. Guido Tersilli, primario della clinica Villa Celeste, convenzionata con le mutue (1969) diLuciano Salce, l’editore partito alla ricerca del cognato disperso in Africa in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968) di Ettore Scola, il marito innamorato pazzo della propria moglie di Amore mio aiutami (1969) insieme conMonica Vitti, il geometra incarcerato senza motivo mentre si trova in vacanza di Detenuto in attesa di giudizio (1971) di Nanni Loy (per questo ruolo si aggiudicò nel 1972 l’Orso d’argento al Festival di Berlino) il baraccato che una volta all’anno insieme alla moglie (Silvana Mangano) organizza interminabili partite a carte nella villa lussuosa di una ricca e bizzarra signora con segretario ed ex amante al seguito (gli ottimi Bette Davis e Joseph Cotten) in Lo scopone scientifico (1972) di Luigi Comencini, il venditore d’armi di Finché c’è guerra c’è speranza diretto da lui stesso, fino al drammatico ruolo che recita in Un borghese piccolo piccolo (1977) di Mario Monicelli, che rappresenta il suo apice. Con Monicelli recitò nuovamente nel doppio, beffardo e amaro ruolo sostenuto ne Il marchese del Grillo (1981).
Affrontò anche libere trasposizioni di Molière (Il malato immaginario del 1979 e L’avaro del 1990, entrambi diretti da Tonino Cervi) e Romanzo di un giovane povero (1995) di Ettore Scola, il quale, nel 2003, dopo la sua morte, gli dedicherà il film Gente di Roma. Detentore di ben cinque Nastri d’Argento, di sette David di Donatello e altri numerosissimi premi minori, ottiene nel 1995 il prestigioso Leone d’Oro alla carriera al Festival di Venezia.
Nel 1969 è stato membro del VI Festival Cinematografico Internazionale di Mosca.
Dietro la macchina da presa
Nel complesso il Sordi attore ha sempre dato il meglio di sé nei film diretti da altri registi[POV], i già citati maestri della commedia all’italiana Magni, Zampa, Monicelli, Loy, Scola, De Sica, Comencini; tuttavia qualche ottimo risultato del Sordi regista (o, più spesso, regista-attore) lo si deve annoverare specie fra gli anni sessanta e settanta.
Come regista diresse in totale 18 pellicole, a partire dal 1966, quando ne realizzò due: Fumo di Londra, basato sulle manchevolezze comportamentali e sociali di un italiano in trasferta all’estero (tematica già affrontata da Gian Luigi Polidoro in molti suoi film, tra cui Il diavolo con Sordi stesso, dove cominciò anche ad introdursi nel campo della regia, poiché la pellicola era quasi del tutto improvvisata) eScusi, lei è favorevole o contrario?, ritratto di un agiato commerciante di tessuti, separato dalla moglie, con tante amanti da mantenere quanti sono i giorni della settimana in un’Italia scossa dalle polemiche sul referendum divorzista.
Ottiene ottimi risultati[POV] nei tre film insieme con Monica Vitti, Amore mio aiutami (1969), Polvere di stelle (1973) e Io so che tu sai che io so (1982).
I suoi lavori migliori dietro la macchina da presa rimangono Un italiano in America (1967), insieme con Vittorio De Sica, di gran lunga quello più riuscito[POV] assieme al sempre attuale[POV] Finché c’è guerra c’è speranza (1974) e al già citato Amore mio aiutami (1969), e l’episodio Le vacanze intelligenti del collettivo Dove vai in vacanza? (1978).
Gli ultimi film
Di spessore decisamente inferiore nel complesso risultano invece i film girati nell’ultima declinante fase della sua carriera, dagli anni ottanta in poi (che inaugurò con il film Io e Caterina, 1980): declino in parte condizionato dal tramonto in generale del filone della commedia all’italiana, ma in buona parte dovuto ad una certa tendenza di Sordi stesso a riproporre in quegli anni un tipo di personaggio ormai datato e non più molto originale.[12][13].
Tuttavia, restano memorabili[POV] l’interpretazione del tassinaro nel dittico di film Il tassinaro (1983, dove si produce in duetti irresistibili[POV] con Giulio Andreotti e con il vecchio amico Federico Fellini), e Un tassinaro a New York (1987) e la collaborazione conCarlo Verdone, da molti considerato il suo naturale erede[14] (pur perseguendo stili e tematiche assai diverse) nei film In viaggio con papà(1982) e Troppo forte (1986), quest’ultimo diretto però da Verdone.
Ma il film da lui preferito, tra gli ultimi diretti, rimane senz’altro il malinconico Nestore, l’ultima corsa (1994), dove interpretò un vetturino non ancora rassegnato a portare il suo cavallo al macello. Le sequenze del mattatoio sono rimaste di una durezza sconcertante e pressoché inedite per un film di Sordi. L’ultima pellicola da lui diretta fu il mediocre e sfortunato Incontri proibiti (1998) accanto a Valeria Marini, presentato ancora nel 2002 sul grande e piccolo schermo con montaggio diverso e un altro titolo, Sposami papà.
Le canzoni e la televisione
Non sono da sottovalutare inoltre i proficui sodalizi artistici con lo sceneggiatore Rodolfo Sonego, che lavorò in moltissimi suoi film dal 1954 in avanti (Il seduttore di Franco Rossi è il suo esordio) e con il compositore Piero Piccioni, che ha firmato molte delle colonne sonore dei suoi film più celebri, nonché di alcune delle sue famose canzoni irriverenti e un po’ maliziose.
Noto presso il grande pubblico con l’epiteto di “Albertone”, prese parte a numerose trasmissioni televisive (tra cui Studio Uno, condotto dalla cantante Mina, nel 1966) in cui dava sempre prova di grande sarcasmo e bonomia.
La sua popolarità fu consacrata e si diffuse ulteriormente in tutta Italia quando collaborò insieme al giornalista Giancarlo Governi, a partire dal 1979, alla realizzazione dell’apprezzata trasmissione Storia di un italiano[senza fonte] realizzata in quattro edizioni dove, attraverso una selezione tematica di spezzoni dei suoi numerosi film, si presentava la figura di un certo italiano medio, coi suoi pregi ed i suoi difetti[15]: ad essa trent’anni dopo il giovane studioso di cinema Alessandro Ticozzi avrebbe dedicato il saggio L’Italia di Alberto Sordi, pubblicato dalla Fermenti Editrice di Roma[16], mentre nel 2010 – anno in cui avrebbe compiuto 90 anni – lo stesso Governi vi ha dedicato il saggioAlberto Sordi, l’italiano, pubblicato con Armando Curcio Editore di Roma[17]. Nel 1996 si diffuse l’ipotesi che l’attore romano volesse candidarsi come primo cittadino di Roma, sfidando Francesco Rutelli[18]. Come riporta il Corriere della Sera, il 23 novembre di quello stesso anno prese parte ad una puntata del Tappeto Volante di Luciano Rispoli, su Telemontecarlo, in cui dichiarò: “Il sindaco non si deve preoccupare: io sono stato, sono e resterò attore fino alla fine dei miei giorni”[18]. Il 24 aprile 2002 gli venne conferita dall’Università degli studi di Salerno una laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione.[19]
Il giorno del suo ottantesimo compleanno, il 15 giugno 2000 il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, gli cedette per un giorno lo “scettro” di quella città di cui è stato il figlio prediletto[senza fonte], e di cui aveva canzonato salacemente vizi e false virtù. Una delle sue ultime apparizioni televisive risale al 18 dicembre 2001, nel programma Porta a Porta condotto da Bruno Vespa e dedicato interamente a lui. Dopo questa serata apparirà ancora nel luglio del 2002 nel programma Italiani nel mondo presentato da Pippo Baudo e poi, per l’ultima volta, in un filmato girato nel suo studio che verrà proiettato solo per il pubblico del Teatro Ambra Jovinelli di Roma dove, nel dicembre 2002, verrà organizzata una serata in suo onore.
Era un grande tifoso della Roma[20].
La morte
Colpito da tumore ai polmoni due anni prima, afflitto durante l’intera stagione invernale da forme di polmonite e bronchite, Alberto Sordi muore nella notte del 24 febbraio 2003 all’età di 82 anni, nella sua casa di Via Druso, già via della Ferratella, posta all’interno del parco archeologico delle Terme di Caracalla e fatta costruire nel 1933 da Alessandro Chiavolini, per molti anni segretario particolare di Benito Mussolini.[21] La salma, sottoposta a imbalsamazione, viene traslata nella sala delle armi del Campidoglio, dove per due giorni riceve l’omaggio ininterrotto di una folla immensa; il 27 febbraio si svolgono i funerali solenni nella Basilica di San Giovanni in Laterano davanti a circa 500.000 persone.
La lapide di Alberto Sordi alCimitero del Verano
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Sordi riposa oggi nella sua tomba di famiglia, presso il cimitero monumentale del Verano. L’epitaffio sulla lapide recita: Sor Marchese, è l’ora, battuta ripresa da uno dei suoi film più famosi e riusciti, Il marchese del Grillo[22].
Estremamente riservato, non si è mai sposato (l’unica relazione sentimentale conosciuta dell’attore è quella avuta con Andreina Pagnani, più grande di lui, durata nove anni[23][24]) giustificando tale scelta con la nota argomentazione «Che mi metto un’estranea in casa?».
Ha vissuto sempre a Roma, sino al 1930 nella natia via san Cosimato 7 e poi, dopo la demolizione per il costruendo palazzo delle Sacre Congregazioni, nella vicina via Venezia, dunque oltrepassando Ponte Sisto e la sua Trastevere, in un appartamento di Via dei Pettinari e, dal 1958 fino alla morte, nella villa di Via Druso, insieme alle sorelle Savina (deceduta nel 1972) e Aurelia (Roma, 1917 – Roma, 2014) e con il fratello Giuseppe (Roma, 1915 – Livorno, 1990), suo amministratore, e con la segretaria Annunziata che oggi sovrintende al suo archivio personale.
Riconoscimenti
Premi cinematografici
- Mostra del cinema di Venezia
- 1959: Premio speciale: “Per la sua interpretazione” – La grande guerra
- 1995: Leone d’oro alla carriera
- 2001: Premio Pietro Bianchi
- Festival di Berlino
- 1963: Orso d’Oro – Il diavolo (assieme a Gian Luigi Polidoro)
- 1972: Orso d’Argento per il miglior attore – Detenuto in attesa di giudizio
- Festival cinematografico internazionale di Mosca
- 1983: Nomination Gran Premio – Io so che tu sai che io so
- 1983: Premio speciale: “For the contribution to the cinema” – Io so che tu sai che io so
- Premio Golden Globe
- 1963: Nomination miglior attore in un film commedia o musicale – I due nemici
- 1964: miglior attore in un film commedia o musicale – Il diavolo
- 1966: Nomination miglior attore in un film commedia o musicale – Quei temerari sulle macchine volanti
- Premio BAFTA
- 1962: Nomination miglior attore straniero – I due nemici
- Chicago International Film Festival
- 1982: Nomination Gold Hugo – Io so che tu sai che io so
- Festival Internazionale del Cinema di Acapulco
- 1963: miglior attore – Mafioso
- 1963: miglior attore – Il diavolo
- Premio Vittorio De Sica
- 1979: Premio attore Cinema Italiano
- 2001: Premio attore Cinema Italiano
- Art Film Festival
- 1996: Premio attore
- Taormina film fest
- 1990: Cariddi alla Carriera
- 2001: Diamond Awards
- Giffoni Film Festival
- 1994: François Truffaut Award
- Premio Flaiano
- 1992: Premio alla carriera
- Gran Premio Internazionale dello Spettacolo
- 1994: Premio alla Carriera
- David di Donatello
- 1960: miglior attore protagonista – La grande guerra
- 1961: miglior attore protagonista – Tutti a casa
- 1966: miglior attore protagonista – Fumo di Londra
- 1969: miglior attore protagonista – Il medico della mutua
- 1972: miglior attore protagonista – Detenuto in attesa di giudizio
- 1973: miglior attore protagonista – Lo scopone scientifico
- 1977: miglior attore protagonista – Un borghese piccolo piccolo
- 1981: Medaglia d’Oro del Comune di Roma
- 1982: Nomination miglior attore protagonista – Il marchese del Grillo
- 1984: Targa speciale
- 1990: David speciale alla carriera
- 1999: David alla carriera
- Nastri d’argento
- 1954: miglior attore non protagonista – I vitelloni
- 1956: miglior attore protagonista – Lo scapolo
- 1959: Nomination miglior attore protagonista – Il marito
- 1960: miglior attore protagonista – La grande guerra
- 1961: Nomination miglior attore protagonista – Tutti a casa
- 1962: Nomination miglior attore protagonista – Una vita difficile
- 1963: Nomination miglior attore protagonista – Mafioso
- 1968: Nomination miglior attore protagonista – Un italiano in America
- 1970: Nomination miglior attore non protagonista – Nell’anno del Signore
- 1972: Nomination miglior attore protagonista – Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata
- 1977: miglior attore protagonista – Un borghese piccolo piccolo
- 1981: Nomination miglior attore protagonista – Io e Caterina
- 1984: Nomination miglior attore protagonista – Il tassinaro
- 1995: Nastro d’argento alla carriera
- 2003: Nastro d’argento speciale (postumo)
- Globo d’oro
- 1960: Premio speciale della Giuria – Tutti a casa
- 1969: miglior attore – Il medico della mutua
- 1981: miglior attore – Io e Caterina
- 1982: miglior attore – Il marchese del Grillo
- 2000: Premio alla carriera
- Grolla d’oro
- 1958: miglior attore – Il marito e Ladro lui, ladra lei
- 1961: miglior attore – Tutti a casa
- 1966: Premio speciale – Fumo di Londra
- 1977: miglior attore – Un borghese piccolo piccolo
- 1989: Premio alla carriera
- 1995: miglior attore – Romanzo di un giovane povero
- Una vita per il cinema
- 1959: Medaglia d’oro
- 1969: Vittoria alata
- 1970: Vittoria di Samotracia
- 1971: Vittoria di Samotracia
- 1977: Vittoria di Samotracia
- 1986: Vittoria di Samotracia
- 1991: Vittoria di Samotracia
- Leggio d’oro
- 1995: Menzione speciale
Onorificenze
![]() | Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana |
— Roma, 16 marzo 1994[25] |
![]() | Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte (alla memoria) |
— Roma, 25 marzo 2003[26] |
![]() | Laurea Honoris Causa in Scienze e Tecnologie della Comunicazione. |
«La Laurea Honoris Causa in Scienze e Tecnologie della Comunicazione viene assegnata ad Alberto Sordi per la coerenza di un lavoro che non ha eguali e per l’eccezionale capacità di usare il cinema per comunicare e trasmettere l’ideale storia di valori e costumi dell’Italia moderna dall’inizio del Novecento a oggi.» — Università IULM di Milano, 12 marzo 2002[27] |
![]() | Laurea Honoris Causa in Scienze della Comunicazione. |
— Università degli Studi di Salerno, 24 aprile 2002[28] |
Tributi
Nel 1999 gli viene consegnato , su ideazione del regista Angelo Antonucci, il premio “Reggia d’oro” per l’interpretazione, come primo film da protagonista, del film I tre aquilotti ambientato alla Reggia di Caserta.
Il 7 dicembre 2003 è stata intitolata al grande attore la restaurata galleria Colonna a Roma, divenuta galleria Alberto Sordi.
Ad Alberto Sordi è stato dedicato il film del 2003 di Ettore Scola Gente di Roma.
La città di Grosseto ha dedicato ad Alberto Sordi una via nel nuovo quartiere del Casalone, così come successo a Cagliari – Pirri a Noceto(PR), a Jesolo (VE) e a Castiglioncello (LI), dove frequentemente trascorreva le sue vacanze e gli hanno dedicato un lungomare, anche la città di Vigevano (PV) gli ha dedicato una via.
Dal 2004 viene consegnato il premio speciale Leggio d’oro “Alberto Sordi” agli attori che si sono distinti dell’ambito del doppiaggio, del teatro, della televisione o del cinema. Tale premio viene conferito durante l’annuale edizione del Leggio d’oro, è stato dedicato all’attore perché egli fu il primo vincitore dello stesso premio nel 1995, per il doppiaggio di Oliver Hardy in Stanlio & Ollio.[29][30]
Alberto Sordi, la Voce del Talento (2012) Docufilm antologico di Lorenzo Bassi Regia di Franco Longobardi
Nel 2011 il Bif&st di Bari ha assegnato un Premio intitolato ad Alberto Sordi per il miglior attore non protagonista tra i film del festival.
Ad Alberto Sordi è stata dedicata una scuola a Roma, la scuola secondaria di primo grado “Alberto Sordi”[31], nata dall’unione delle Scuole Medie Statali “PierLuigi Nervi” di Piazzale Hegel e “Giacomo Puccini” di Piazza Giuseppe Gola.
Dal 14 febbraio al 31 marzo 2013 il Vittoriano di Roma ha ospitato la mostra Alberto Sordi e la sua Roma, dedicata al grande attore e soprattutto al suo rapporto con la città natale.[32]
Il 16 febbraio 2013 è stato inaugurato all’interno di Villa Borghese a Roma un viale dedicato ad Alberto Sordi, alla presenza della sorella dell’attore, Aurelia, e del sindaco Gianni Alemanno.[33]
Filmografia
Attore
Cinema

Alberto Sordi e Brunella Bovo in Lo sceicco bianco (1952)

Alberto Sordi con Peppino De Filippo nel film Il segno di Venere(1955)
Alberto Sordi in una scena del filmGuardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo (1956)
Alberto Sordi in Ladro lui, ladra lei(1958)

Alberto Sordi con Vittorio Gassmanne La grande guerra (1959)

Alberto Sordi (al centro) con Vittorio Gassman e Nino Manfredi nel filmCrimen (1960)
Alberto Sordi e Vito De Taranto ne Il maestro di Vigevano (1963)
Alberto Sordi in I complessi (1965)

Alberto Sordi ne Il medico della mutua (1968)
Alberto Sordi dietro le sbarre inDetenuto in attesa di giudizio (1971)

Alberto Sordi e Claudia Cardinale in una scena del film Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata (1971)

Alberto Sordi con Joseph Cotten neLo scopone scientifico (1972)

Alberto Sordi in Finché c’è guerra c’è speranza (1974)

Alberto Sordi e Vincenzo Crocitti in una scena del film Un borghese piccolo piccolo (1977)

Alberto Sordi nel film Io e Caterina(1980)

Alberto Sordi in una celebre scena de Il marchese del Grillo (1981)

Alberto Sordi (al centro) con Ugo Tognazzi e Maurizio Nichetti inBertoldo, Bertoldino e Cacasenno(1984)
- Scipione l’africano, regia di Carmine Gallone (1937)
- Il feroce Saladino, regia di Mario Bonnard (1937)
- La principessa Tarakanova, regia di Mario Soldati (1938)
- La notte delle beffe, regia di Carlo Campogalliani (1939)
- Cuori nella tormenta, regia di Carlo Campogalliani (1940) (doppiato da Gualtiero De Angelis)
- Le signorine della villa accanto, regia di Gian Paolo Rosmino (1942)
- La signorina, regia di László Kish (1942)
- Casanova farebbe così!, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1942)
- I tre aquilotti, regia di Mario Mattoli (1942)
- Giarabub, regia di Goffredo Alessandrini (1942)
- Sant’Elena, piccola isola, regia di Renato Simoni e Umberto Scarpelli (1943)
- Tre ragazze cercano marito, regia di Duilio Coletti (1944)
- L’innocente Casimiro, regia di Carlo Campogalliani (1945)
- Chi l’ha visto?, regia di Goffredo Alessandrini (1945)
- Le miserie del signor Travet, regia di Mario Soldati (1945)
- Il vento m’ha cantato una canzone, regia di Camillo Mastrocinque (1947)
- Il delitto di Giovanni Episcopo, regia di Alberto Lattuada (1947)
- Il Passatore, regia di Duilio Coletti (1947) (doppiato da Carlo Romano)
- Che tempi!, regia di Giorgio Bianchi (1948)
- Sotto il sole di Roma, regia di Renato Castellani (1948)
- Circo equestre Za-bum (episodio Galop finale al circo), regia di Mario Mattoli (1949)
- Mamma mia, che impressione!, regia di Roberto Savarese (1951) (anche produzione, soggetto e sceneggiatura)
- Cameriera bella presenza offresi…, regia di Giorgio Pàstina (1951)
- Totò e i re di Roma, regia di Steno e Mario Monicelli (1951)
- Giovinezza, regia di Giorgio Pàstina (1952)
- È arrivato l’accordatore, regia di Duilio Coletti (1952)
- Lo sceicco bianco, regia di Federico Fellini (1952)
- I vitelloni, regia di Federico Fellini (1953)
- Viva il cinema!, regia di Giorgio Baldaccini e Enzo Trapani (1953)
- Canzoni, canzoni, canzoni (episodio Io cerco la Titina), regia di Domenico Paolella (1953) (riedito nel 1962, con sequenze aggiunte, col titolo Canzoni di ieri, canzoni di oggi, canzoni di domani)
- L’incantevole nemica, regia di Claudio Gora (1953)
- Lo scocciatore (Via Padova 46), regia di Giorgio Bianchi (1953)
- Ci troviamo in galleria, regia di Mauro Bolognini (1953)
- Un giorno in pretura, regia di Steno (1953) (anche sceneggiatura)
- Due notti con Cleopatra, regia di Mario Mattoli (1954)
- Tripoli, bel suol d’amore (conosciuto anche come I quattro bersaglieri), regia di Ferruccio Cerio (1954)
- Il matrimonio, regia di Antonio Petrucci (1954)
- Amori di mezzo secolo (episodio Dopoguerra 1920), regia di Mario Chiari (1954)
- Tempi nostri – Zibaldone n. 2 (episodio Scusi, ma…), regia di Alessandro Blasetti (1954) (episodio mancante nella versione originaria del film, ritrovato e proiettato nel 2004)
- Gran varietà (episodio Fregoli), regia di Domenico Paolella (1954)
- Allegro squadrone, regia di Paolo Moffa (1954)
- Accadde al commissariato, regia di Giorgio Simonelli (1954)
- Il seduttore, regia di Franco Rossi (1954)
- Una parigina a Roma, regia di Erich Kobler (1954)
- Un americano a Roma, regia di Steno (1954) (anche soggetto e sceneggiatura)
- L’arte di arrangiarsi, regia di Luigi Zampa (1954)
- Il segno di Venere, regia di Dino Risi (1955)
- Buonanotte… avvocato!, regia di Giorgio Bianchi (1955) (anche sceneggiatura)
- Un eroe dei nostri tempi, regia di Mario Monicelli (1955)
- I pinguini ci guardano, regia di Guido Leoni (1955)
- Da qui all’eredità, regia di Riccardo Freda (1955)
- La bella di Roma, regia di Luigi Comencini (1955)
- Faccia da mascalzone, regia di Raffaele Andreassi (1955)
- Accadde al penitenziario, regia di Giorgio Bianchi (1955)
- Bravissimo, regia di Luigi Filippo D’Amico (1955)
- Piccola posta, regia di Steno (1955)
- I pappagalli, regia di Bruno Paolinelli (1955)
- Lo scapolo, regia di Antonio Pietrangeli (1955)
- La città del cinema, regia di Vittorio Sala (1955)
- Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo, regia di Mauro Bolognini (1956)
- Mio figlio Nerone, regia di Steno (1956)
- Mi permette, babbo!, regia di Mario Bonnard (1956)
- Era di venerdì 17, regia di Mario Soldati (1956)
- Arrivano i dollari!, regia di Mario Costa (1957)
- Souvenir d’Italie, regia di Antonio Pietrangeli (1957)
- Il conte Max, regia di Giorgio Bianchi (1957) (anche sceneggiatura)
- Il medico e lo stregone, regia di Mario Monicelli (1957)
- Il marito, regia di Nanni Loy e Gianni Puccini (1957) (anche soggetto e sceneggiatura)
- Addio alle armi (A Farewell to Arms), regia di Charles Vidor (1957)
- Ladro lui, ladra lei, regia di Luigi Zampa (1958) (anche sceneggiatura)
- Fortunella, regia di Eduardo De Filippo (1958)
- Domenica è sempre domenica, regia di Camillo Mastrocinque (1958) (anche sceneggiatura)
- La vedova elettrica (Le septième ciel), regia di Raymond Bernard (1958)
- Venezia, la luna e tu, regia di Dino Risi (1958)
- Racconti d’estate, regia di Gianni Franciolini (1958) (anche soggetto e sceneggiatura)
- Nella città l’inferno, regia di Renato Castellani (1959)
- Il giovane leone (Oh, que Mambo!), regia di John Berry (1959)
- Policarpo, ufficiale di scrittura, regia di Mario Soldati (1959)
- Vacanze d’inverno, regia di Camillo Mastrocinque (1959)
- Il moralista, regia di Giorgio Bianchi (1959)
- Costa Azzurra, regia di Vittorio Sala (1959)
- I magliari, regia di Francesco Rosi (1959)
- La grande guerra, regia di Mario Monicelli (1959)
- Il vedovo, regia di Dino Risi (1959)
- Brevi amori a Palma di Majorca, regia di Giorgio Bianchi (1959)
- Gastone, regia di Mario Bonnard (1960)
- Il vigile, regia di Luigi Zampa (1960)
- Tutti a casa, regia di Luigi Comencini (1960)
- Crimen, regia di Mario Camerini (1960)
- Il giudizio universale, regia di Vittorio De Sica (1961)
- I due nemici, regia di Guy Hamilton (1961)
- Una vita difficile, regia di Dino Risi (1961)
- Il commissario, regia di Luigi Comencini (1962)
- Mafioso, regia di Alberto Lattuada (1962)
- Il diavolo, regia di Gian Luigi Polidoro (1963)
- Il boom, regia di Vittorio De Sica (1963)
- Tentazioni proibite, regia di Osvaldo Civirani (1963)
- Il maestro di Vigevano, regia di Elio Petri (1963)
- Risate all’italiana, registi vari (1964)
- La mia signora, regia di Tinto Brass, Luigi Comencini e Mauro Bolognini (1964)
- Il disco volante, regia di Tinto Brass (1964)
- I tre volti (episodio Latin lover), regia di Franco Indovina (1965) (anche sceneggiatura)
- Quei temerari sulle macchine volanti (Those magnificent men in their flying machines, or: how I flew from London to Paris in 25 hours and 11 minutes), regia di Ken Annakin (1965)
- I complessi (episodio Guglielmo il dentone), regia di Luigi Filippo D’Amico (1965) (anche soggetto e sceneggiatura)
- Thrilling (episodio L’autostrada del sole), regia di Carlo Lizzani (1965)
- Made in Italy (2º episodio del 5º capitolo, La famiglia), regia di Nanni Loy (1965)
- Fumo di Londra, regia di Alberto Sordi (1966)
- I nostri mariti (episodio Il marito di Roberta), regia di Luigi Filippo D’Amico (1966)
- Le fate (episodio Fata Marta), regia di Antonio Pietrangeli (1966)
- Le streghe (episodio Senso civico), regia di Mauro Bolognini (1966)
- Scusi, lei è favorevole o contrario?, regia di Alberto Sordi (1966)
- Un italiano in America, regia di Alberto Sordi (1967)
- Il medico della mutua, regia di Luigi Zampa (1968) (anche sceneggiatura)
- Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?, regia di Ettore Scola (1968)
- Amore mio aiutami, regia di Alberto Sordi (1969)
- Nell’anno del Signore, regia di Luigi Magni (1969)
- Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue, regia di Luciano Salce (1969) (anche soggetto e sceneggiatura)
- Contestazione generale (episodio Il prete), regia di Luigi Zampa (1970)
- Il presidente del Borgorosso Football Club, regia di Luigi Filippo D’Amico (1970) (anche soggetto e sceneggiatura)
- Le coppie (episodi La camera, regia di Alberto Sordi, e Il leone, regia di Vittorio De Sica) (1970)
- Detenuto in attesa di giudizio, regia di Nanni Loy (1971)
- Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata, regia di Luigi Zampa (1971)
- Roma, regia di Federico Fellini (1972) (apparizione non accreditata e in seguito tagliata al montaggio)
- Lo scopone scientifico, regia di Luigi Comencini (1972)
- La più bella serata della mia vita, regia di Ettore Scola (1972)
- Anastasia mio fratello, regia di Steno (1973) (anche sceneggiatura)
- Polvere di stelle, regia di Alberto Sordi (1973)
- Finché c’è guerra c’è speranza, regia di Alberto Sordi (1974)
- Inghilterra nuda, regia di Vittorio De Sisti (1974)
- E il Casanova di Fellini?, regia di Gianfranco Angelucci e Liliana Betti (1975)
- Di che segno sei? (episodio Il fuoco), regia di Sergio Corbucci (1975) (anche soggetto e sceneggiatura)
- Un sorriso, uno schiaffo, un bacio in bocca, regia di Mario Morra (1975)
- Il comune senso del pudore (primo episodio), regia di Alberto Sordi (1976)
- Quelle strane occasioni (episodio L’ascensore), regia di Luigi Comencini (1976)
- Un borghese piccolo piccolo, regia di Mario Monicelli (1977)
- I nuovi mostri (episodi Pronto Soccorso, Come una regina e L’elogio funebre), regia di Mario Monicelli, Dino Risi ed Ettore Scola (1977)
- Dove vai in vacanza? (episodio Le vacanze intelligenti), regia di Alberto Sordi (1978)
- L’ingorgo, regia di Luigi Comencini (1979)
- Il testimone (Le témoin), regia di Jean-Pierre Mocky (1979) (anche sceneggiatura)
- Il malato immaginario, regia di Tonino Cervi (1979) (anche sceneggiatura)
- Io e Caterina, regia di Alberto Sordi (1980)
- Il marchese del Grillo, regia di Mario Monicelli (1981) (anche sceneggiatura)
- Io so che tu sai che io so, regia di Alberto Sordi (1982)
- In viaggio con papà, regia di Alberto Sordi (1982)
- Il tassinaro, regia di Alberto Sordi (1983)
- I bersaglieri, regia di Corrado Prisco (1983) – cortometraggio
- La vita comincia a…, regia di Ettore Scola (1983) – cortometraggio
- Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, regia di Mario Monicelli (1984)
- Tutti dentro, regia di Alberto Sordi (1984)
- Sono un fenomeno paranormale, regia di Sergio Corbucci (1985) (anche sceneggiatura)
- Troppo forte, regia di Carlo Verdone (1986) (anche sceneggiatura)
- Un tassinaro a New York, regia di Alberto Sordi (1987)
- Una botta di vita, regia di Enrico Oldoini (1988)
- L’avaro, regia di Tonino Cervi (1990)
- In nome del popolo sovrano, regia di Luigi Magni (1990)
- Vacanze di Natale ’91, regia di Enrico Oldoini (1991) (anche soggetto e sceneggiatura)
- Assolto per aver commesso il fatto, regia di Alberto Sordi (1992)
- Nestore, l’ultima corsa, regia di Alberto Sordi (1994)
- Romanzo di un giovane povero, regia di Ettore Scola (1995)
- Incontri proibiti, regia di Alberto Sordi (1998; nel 2002 è stata proposta una versione, con nuovo montaggio, dal titolo Sposami papà)
Televisione
- Il tassinaro, regia di Alberto Sordi (1983) – long version in 4 puntate
- I promessi sposi, regia di Salvatore Nocita (1989)
Film o documentari dove appare Alberto Sordi
- Siamo tutti napoletani, regia di Giorgio Simonelli, Eduardo De Filippo, Carlo Ludovico Bragaglia, Esodo Pratelli, Gennaro Righelli(2008)
- Mina – Gli anni Rai, regia di AA. VV. (2008)
- Vittorio D., regia di Mario Canale e Annarosa Morri (2009)
- Alberto il grande, regia di Carlo Verdone e Luca Verdone (2013)
- Che strano chiamarsi Federico, regia di Ettore Scola (2013)
- Prima di essere Albertone, regia di Massimo Ferrari, autori Gaia Capurso e Massimo Ferrari * contributo di Maria Antonietta Schiavina
Regista
- Fumo di Londra (1966)
- Scusi, lei è favorevole o contrario? (1966)
- Un italiano in America (1967)
- Amore mio aiutami (1969)
- Le coppie (episodio La camera) (1970)
- Polvere di stelle (1973)
- Finché c’è guerra c’è speranza (1974)
- Il comune senso del pudore (1976)
- Dove vai in vacanza? (episodio Le vacanze intelligenti) (1978)
- Storia di un italiano – film TV, quattro edizioni (prima e seconda nel 1979, terza nel 1981 e quarta nel 1986)
- Io e Caterina (1980)
- Io so che tu sai che io so (1982)
- In viaggio con papà (1982)
- Il tassinaro (1983)
- Tutti dentro (1984)
- Un tassinaro a New York (1987)
- Assolto per aver commesso il fatto (1992)
- Nestore, l’ultima corsa (1994)
- Incontri proibiti (1998) – riedito nel 2002 col titolo Sposami papà
Doppiatore
Film di Stanlio & Ollio

Stan Laurel (Stanlio) e Oliver Hardy(Ollio) nel film I diavoli volanti (1939), primo doppiato da Sordi assieme aMauro Zambuto
- Tempo di pic-nic (A Perfect Day), regia di James Parrott (1929)
- Sotto zero (Below Zero), regia di James Parrott (1930)
- Un marito servizievole (Hog Wild), regia di James Parrott (1930)
- Un nuovo imbroglio (Another Fine Mess), regia di James Parrott (1930)
- Andiamo a lavorare (One Good Turn), regia di James W. Horne(1931)
- Un salvataggio pericoloso (Come Clean!), regia di James W. Horne (1931)
- Muraglie (Pardon Us), regia di James Parrott (1931)
- La scala musicale (The Music Box), regia di James Parrott (1932)
- Il circo è fallito (The Chimp), regia di James Parrott (1932)
- Il compagno B (Pack Up Your Troubles), regia di George Marshall e Raymond McCarey (1932)
- Ospiti inattesi (Scram!), regia di Ray McCarey (1932)
- Ospedale di contea (County Hospital), regia di James Parrott (1932)
- Noi e il piccolo Slim (Their First Mistake), regia di George Marshall (1932)
- Buone vacanze (Towed in a Hole), regia di George Marshall (1932)
- La ronda di mezzanotte (The Midnight Patrol), regia di Lloyd French (1933)
- Lavori in corso (Busy Bodies), regia di Lloyd French (1933)
- Fra’ Diavolo (The Devil’s Brother), regia di Hal Roach e Charley Rogers (1933) – doppiato nel 1948
- Alchimia (Dirty Work), regia di Lloyd French (1933)
- Il regalo di nozze (Me and My Pal), regia di Lloyd French e Charley Rogers (1933)
- I figli del deserto (Sons of the Desert), regia di William A. Seiter(1933)
- Annuncio matrimoniale (Oliver The Eighth), regia di Lloyd French (1934)
- Vita in campagna (Them Thar Hills), regia di Charley Rogers (1934)
- Andando a spasso (Going Bye-Bye!), regia di Charley Rogers (1934)
- Nel paese delle meraviglie – Il Villaggio Incantato (Babes in Toyland – March of the Wooden Soldiers), regia di Gus Meins e Charley Rogers (1934)
- Il fantasma stregato (The Live Ghost), regia di Charley Rogers (1934)
- Questione d’onore (Tit for Tat), regia di Charley Rogers (1935)
- Allegri poeti (The Fixer-Uppers), regia di Charley Rogers (1935)
- Fratelli di sangue (Thicker Than Water), regia di James W. Horne (1935)
- La ragazza di Boemia – Noi siamo zingarelli (The Bohemian Girl), regia di James W. Horne e Charley Rogers (1936)
- Avventura a Vallechiara (Swiss Miss), regia di John G. Blystone(1938)
- Vent’anni dopo – Stanlio & Ollio teste dure (Block-Heads), regia di John G. Blystone (1938)
- I diavoli volanti (The Flying Deuces), regia di A. Edward Sutherland (1939)
- Noi siamo le colonne (A Chump at Oxford), regia di Alfred Goulding (1940)
- C’era una volta un piccolo naviglio (Saps at Sea), regia diGordon Douglas (1940)
- Ciao amici! (Great Guns), regia di Monty Banks (1941)
- Sim Sala Bim (A-Hauting We Will Go), regia di Alfred Wecker(1942)
- Il nemico ci ascolta (Air Raid Wardens), regia di Edward Sedgwick (1943)
- Gli allegri imbroglioni (Jitterbugs), regia di Malcolm St. Clair(1943)
- Sempre nei guai (Nothing But Trouble), regia di Sam Taylor(1944)
- I toreador (The Bullfighters), regia di Malcolm St. Clair (1945)
- Dopo Waterloo (The Fighting Kentuckian), regia di George Waggner (1949)
- Le gioie della vita (Riding High), regia di Frank Capra (1950)
- Atollo K (Atoll K – Utopia – Robinson Crusoeland), regia di Leo Joannon (1951)
Altri film
- Casablanca, regia di Michael Curtiz (1942) (voce di Curt Bois)
- La valle del destino (The Valley of Decision), regia di Tay Garnett (1945) (voce di Preston Foster)
- Il bandito senza nome (Somewhere in the Night), regia di Joseph L. Mankiewicz (1946) (voce di Sheldon Leonard)
- La scala a chiocciola (The Spiral Staircase), regia di Robert Siodmak (1946) (voce di Gordon Oliver)
- Abbasso la ricchezza!, regia di Gennaro Righelli (1946) (voce di Vittorio Mottini)
- La vita è meravigliosa (It’s a Wonderful Life), regia di Frank Capra (1946) (voce di Frank Faylen)
- La città del jazz (New Orleans), regia di Arthur Lubin (1947) (voce di Woody Herman)
- Perdutamente (Humoresque), regia di Jean Negulesco (1947) (voce di Craig Stevens)
- Il massacro di Fort Apache (Fort Apache), regia di John Ford (1948) (voce di Pedro Armendáriz)
- Ladri di biciclette, regia di Vittorio De Sica (1948) (voce del venditore di biciclette, attore non identificato)
- Il cervello di Frankenstein (Abbott and Costello Meet Frankenstein), regia di Charles Barton (1948) (voce di Charles Bradstreet)
- Domenica d’agosto, regia di Luciano Emmer (1949) (voce di Marcello Mastroianni)
- Cronaca di un amore, regia di Michelangelo Antonioni (1950) (voce di Franco Fabrizi)
- Prima comunione, regia di Alessandro Blasetti (1950) (voce fuori campo del narratore)
- I pinguini ci guardano, regia di Guido Leoni (1956) (voce fuori campo di un animale)
Teatrografìa
- 1936–1937: San Giovanni, Compagnia di Aldo Fabrizi e Anna Fougez
- 1938–1939: Ma in campagna è un’altra… rosa, Compagnia di Guido Riccioli e Nanda Primavera
- 1941–1942: Tutto l’oro del mondo, Compagnia di Guido Fineschi e Maria Donati
- 1942–1943: Teatro della caricatura, accanto a Fanfulla
- 1943–1944: Ritorna Za-Bum, di Marcello Marchesi, regia di Mario Mattoli
- Sai che ti dico?, di Marcello Marchesi, regia di Mario Mattoli
- 1944–1945: Un mondo di armonie, rivista musicale di Alberto Semprini
- Imputati… alziamoci!, di Michele Galdieri
- 1945–1946: Soffia so’…, di Pietro Garinei e Sandro Giovannini
- Soffia so’… n. 2, di Pietro Garinei e Sandro Giovannini
- 1947–1948: E lui dice…, di Benecoste, regia di Oreste Biancoli e Adolfo Celi
- 1952–1953: Gran baraonda, di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, accanto a Wanda Osiris
Compositore e cantante
Le canzoni di leggera satira o meglio i “ritmi lenti” da lui scritti e attribuiti al suo pseudonimo “Maestro Gambara” e cantate intorno agli anni’40. Alcune di esse: Nonnetta,Carcerato, Cerco una donna, Il bimbo che non conobbe infanzia. Alcune le ricantò nel Carosello del Gancia nel 1957 nella rubrica Le canzoni di Alberto Sordi.
- 1942: A zonzo o Guarda gli asini che volano nel ciel (Filippini – Sordi) cantata da Alberto Sordi nel film I diavoli volanti doppiando Oliver Hardy; non è sicuro che il testo della canzone sia stata scritta realmente da Sordi, ma la cosa è molto probabile
- 1966: You never told me (Sordi – Piccioni) cantata da Julie Rogers nel film Fumo di Londra e in italiano da Mina col titolo Breve amore
- 1966: Richmond bridge (Sordi – Piccioni) cantata da Lydia MacDonald nel film Fumo di Londra
- 1967: Walk song (Sordi – Piccioni) cantata da Lydia MacDonald nel film Un italiano in America e in italiano da Christy col titolo Amore amore amore amore
- 1969: Luna non sei nessuna (Sordi – Piccioni) del film Amore mio aiutami; Alberto Sordi cantò lo spin-off della canzone, conosciuto anche come Luna non sei più tu
- 1970: Il presidente del Borgorosso Football Club (Sordi – Piccioni) – tema del film omonimo
- 1973: Ma ‘ndo… Hawaii? (Sordi – Piccioni) cantata da Alberto Sordi e Monica Vitti nel film Polvere di stelle
- 1981: E va’… E va’… (Franco Migliacci – Claudio Mattone)
- 1981: Mia cara Olimpia… (Sordi – Nicola Piovani) – breve versione cantata della Gavotta di Olimpia tema del film Il marchese del Grillo.
Discografia
- 1971: Alberto Sordi (RCA Italiana, PSL 10514)
- 2004: Storia di un italiano
- 2006: Le più belle canzoni di Alberto Sordi
Conduzioni televisive
- Partecipazione straordinaria, regia di Salvatore Baldazzi (1979)
- Storia di un italiano (1979-1981-1986)
Programmi radiofonici
- La fu signora suocera di Georges Feydeau, regia di Alberto Casella, trasmessa il 28 febbraio 1949.
- Vi parla Alberto Sordi, appuntamento settimanale, 1950.
Una delle sue ultime apparizioni televisive risale al 18 dicembre 2001, nel programma Porta a Porta condotto da Bruno Vespa e dedicato interamente a lui. Dopo questa serata apparirà ancora nel luglio del 2002 nel programma Italiani nel mondo presentato da Pippo Baudo e poi, per l’ultima volta, in un filmato girato nel suo studio che doveva essere proiettato solo per il pubblico del teatro Ambra Jovinelli di Roma dove, nel dicembre 2002, era stata organizzata una serata in suo onore. Purtroppo il grande Alberto, indimenticabile protagonista del cinema Italiano e non solo, dovra’ disdire la sua partecipazione per motivi di salute. Questo video mi fu recapitato in forma anonima la sera stessa dietro una serranda di un negozio di Corso Francia a Roma. Dopo 12 anni ho pensato di pubblicarlo, proprio perche’, da questo video si evince tutto l’amore che Alberto aveva per il suo pubblico e anche perche’ Albertone e’ di tutti noi. Alberto Sordi si è spento il 24 febbraio 2003.
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