Comuni della Bergamasca – Valtorta, Cassiglio, Ornica

Protagonisti di questa puntata, tre paesi della Val Stabina, versante est della Val Brembana.
Valtorta comune | |||||
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Localizzazione | |||||
Stato | ![]() | ||||
Regione | ![]() | ||||
Provincia | ![]() | ||||
Amministrazione | |||||
Sindaco | Pietro Busi (lista civica Torre) dall’08/06/2009 | ||||
Territorio | |||||
Coordinate | 45°58′39″N 9°32′05″E | ||||
Altitudine | 938 m s.l.m. | ||||
Superficie | 30,9 km² | ||||
Abitanti | 295[1] (31-12-2010) | ||||
Densità | 9,55 ab./km² | ||||
Frazioni | Cantello, Costa, Fornovo, Grasso, Piani di Valtorta, Rava | ||||
Comuni confinanti | Barzio (LC), Cassiglio,Gerola Alta (SO), Introbio(LC), Ornica, Vedeseta | ||||
Altre informazioni | |||||
Cod. postale | 24010 | ||||
Prefisso | 0345 | ||||
Fuso orario | UTC+1 | ||||
CodiceISTAT | 016229 | ||||
Cod. catastale | L655 | ||||
Targa | BG | ||||
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa) | ||||
Nome abitanti | Valtortesi | ||||
Patrono | santa Maria Assunta | ||||
Giorno festivo | 15 agosto | ||||
Cartografia | |||||
![]() Posizione del comune di Valtorta nella provincia di Bergamo |
Valtorta (Altòrta in dialetto bergamasco[2]) è un comune italiano di 295 abitanti della provincia di Bergamo, in Lombardia.
Situato in Val Stabina, laterale dell’alta Val Brembana, dista circa 50 chilometri a nord-ovest dal capoluogo orobico.
Cenni storici
Piccolo borgo incastonato tra i monti, che deve l’origine del proprio toponimo alla conformazione tortuosa (valle tortuosa) che questa valletta possiede, non annovera episodi di spessore nella sua storia.
È comunque usanza comune credere che tuttavia i primi insediamenti stabili in questa zona siano riconducibili all’epoca delleinvasioni barbariche, quando le popolazioni soggette alle scorrerie si rifugiarono in luoghi remoti, al riparo dall’impeto delle orde conquistatrici. In particolar modo si presume che siano stati gli abitanti della vicina Valsassina ad arrivare per primi (presumibilmente attorno al VI secolo), come testimoniano alcuni toponimi uguali tra le due zone. In tal senso fu a lungo legata alla pieve di Primaluna, situata nella suddetta valle, con la quale il paese è collegato tramite i Piani di Bobbio, ora rinomata località turistica.
Tuttavia in epoca medievale in questo piccolo borgo, unitamente al vicino comune di Cassiglio, si sviluppò una fiorente attività estrattiva di materiali come il ferro e l’argento, con il conseguente sviluppo di attività ad esse legate, quali la lavorazione del ferro in chiodi tramite magli azionati dai numerosi corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale. Si narra che il ferro arrivasse dallaValle di Scalve e dalla val Seriana, e per la sua lavorazione venisse impiegato un elevato numero di addetti.
Lo sfruttamento di queste potenzialità mise questa piccola valle al centro delle mire delle signorie dei Torriani prima e dei Viscontipoi.
Il tutto continuò anche con l’arrivo della Serenissima, che, a differenza dei predecessori, garantì numerosi sgravi all’intera zona.
In questo periodo nacque Girolamo Regazzoni, forse il paesano più importante della storia di questo piccolo borgo. Dopo essere emigrato a Venezia, allora il centro di ogni attività, venne eletto prima vescovo di Bergamo, poi nunzio apostolico a Parigi, partecipando pure al Concilio di Trento.
Il termine della dominazione veneta ed il conseguente avvento della Repubblica Cisalpina portò grandi cambiamenti a Valtorta, che si trovò inglobato nel cantone dell’alta Valle Brembana, con capoluogo a Piazza, e si vide revocati numerosi privilegi che la Repubblica di San Marco aveva assicurato per secoli all’intera zona. Gli anni seguenti videro succedere alla dominazione francese quella austriaca, fino al 1859, quando nacque il Regno d’Italia.
I tempi recenti non hanno segnalato episodi di particolare importanza, se non la tragedia causata da una slavina che, nel 1888, causò la morte di trenta persone nella contrada Torre.
Il XX secolo vide la progressiva chiusura delle miniere, che diedero inizio ad un lento ma inesorabile processo di spopolamento. Questo venne parzialmente attenuato dallo sviluppo turistico che ha dato nuovo impulso all’economia locale, aiutata anche dal rilancio dei prodotti tipici locali, in particolar modo in ambito caseario.
Il territorio
Il territorio, immerso nella valle Stabina, presenta notevoli proposte, adatte ad ogni tipo di utenza. Il turismo estivo offre opportunità adatte a tutte le esigenze, dall’esperto escursionista all’utente saltuario. Durante l’inverno numerose sono le piste da sci, che si spingono fino ai Piani di Bobbio, località posta sul confine con la Valsassina e la provincia di Lecco.
Merita una visita anche il museo etnografico, posto in quella che veniva definita come la casa della Pretura. Grazie a questo progetto sono stati ricostruiti ambienti tipici della zona, tra cui un mulino ad acqua, e sono stati raccolti numerosi attrezzi della quotidianità rurale.
Di notevole interesse è la chiesa di Sant’Antonio Abate che, costruita nel XIV secolo, rappresenta uno degli esempi di chiesa medievale meglio conservata in tutta l’alta valle Brembana. Molto particolari, oltre allo stile romanico, sono il campanile a pianta quadrata con bifore ed i dipinti, da poco restaurati, sulle pareti esterne.
È infine d’obbligo menzionare la chiesa parrocchiale che, dedicata a Santa Maria Assunta, risale al XVII secolo. Riedificata nel corso del XX secolo, custodisce opere di notevole pregio, tra cui spiccano due polittici.
Amministrazione
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[3]
Altri progetti
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Galleria fotografica
Sant’Antonio Abate
/www.valtorta.info/
Gli abitanti sono chiamati Valtortesi – C.A.P. 24010 – Distanza da BG 51 KM – Alt.: s.l.m. 938 m. Escursioni: Rifugio Trifoglio, Pizzo 3 Signori, Rif. Grassi, Rif. Lecco, Zuccone Campelli – Coordinate: Latitudine 45°58’43″32 – Longitudine 09°32’9″60 – Misure: superficie 30,53 kmq.VALTORTA deriva il suo nome dalla conformazione geografica del territorio. Ha antiche origini risalenti al mille fu legata religiosamente a Primaluna in Valsassina. In sede di notariato e di preture: ancor oggi esiste una casa in decadenza – detta “della pretura”. Nel 1888 una slavina demoli’ la contrada Torre causando 30 morti. Ancora nei primi decenni del 1900 vi si coltivavano miniere di ferro. L’operosita’ degli abitanti, che alternavano ai lavori contadini lo sfruttamento delle miniere e la successiva lavorazione del ferro dava un minimo di sicurezza alla comunita’ che come le altre vicine, dovette comunque fare i conti con ripetute carestie e pestilenze. L’attuale riattivazione dimostrativa di mulini, magli e segherie ad acqua, accanto alla testimonianza emblematica del museo Etnografico, da’ l’idea di come nessun espediente venisse trascurato nella povera, ma variegata economia di montagna. Tanto bastava perche’ si avesse la soddisfazione e l’orgoglio di vedersi riconosciuta l’autorita’ di propri statuti, con una precisa identita’ da difendere e tutelare anche nei frangenti delle avversita’ economiche che spesso costringevano all’emigrazione. Tra i piu’ illustri discendenti di emigranti locali approdati a Venezia si ricorda con orgoglio la figura di Girolamo Ragazzoni, che fu vescovo di Bergamo e nunzio apostolico a Parigi, oltre ad essere stato attivo protagonista del Concilio di Trento. Attualmente Valtorta mira ad essere un centro montano capace di arrestare il fenomeno dello spopolamento con interventi di qualificazione dei prodotti tipici caseari e con proposte di integrazione turistica che abbinano ai valori ambientali l’approfondimento delle testimonianze etnografiche. Dispone anche di moderni impianti sciistici con collegamento alla valsassina (Piani di BOBBIO) e la nuova Pista di Fondo di Ceresola.Le origini di Valtorta Risalire alle origini di Valtorta, cosi’ come tutti gli altri paesi della Valle Brembana, presenta notevoli difficolta’. I primi documenti scritti e le prime testimonianze concrete risalgono infatti solo al XII-XIII secolo, quando ormai tutti i principali nuclei abitati erano gia’ formati.E fu proprio in seguito al popolamento della vicina Valsassina che col tempo alcuni di queste popolazioni sarebbero giunti in cerca di nuovi pascoli e di nuove terre in Valtorta, in Valle Averara e in Val Taleggio. Pascoli e terre conquistati a prezzo di dure fatiche con opere di disboscamento, perche’ il territorio era allora certamente coperto per intero da boschi quasi impenetrabili. E’ comunque presumibile che in epoca romana e nei secoli dell’alto Medio Evo la Valle Brembana fosse percorsa da cacciatori attirati dall’abbondante selvaggina che popolava le sue foreste e da pascoli gia’ dediti ai riti della transumanza e che quindi nella stagione estiva salivano con le loro greggi dalla pianura ai pascoli d’alta montagna. Ma la Val-torta fu sicuramente una delle prime zone della Valle Brembana ad avere insediamenti stabili e non solo stagionali. Sappiamo infatti per certo che nel 1200 Valtorta era una delle sette parrocchie facenti parte della pieve di Primula in Valsassina.Le prime miniere Uno dei motivi dell’interesse degli arcivescovi milanesi prima e dei Torriani e Visconti poi verso la Valtorta era dovuto all’esistenza sul suo territorio di alcune miniere di ferro e alcune d’argento. Anche se i primi documenti sono posteriori, e’ comunque assai probabile che fossero attive attorno al Mille le miniere di Ceresola e di Camisolo. Le miniere erano date in locazione a delle societa’ ricevendo trentacinque lire di terzoli, mentre il canone annuo consisteva nella decima dell’argento cavato e in trenta soldi di terzoli per ciascun forno da ferro esistente o futuro sito in Valtorta ed a Ornica, da versare il giorno di San Martino. Non era fissata la data della locazione che comunque in genere durava cinquant’anni. Il diritto di ciascuno dei soci poteva essere trasmesso agli eredi ed anche venduto. Nelle miniere le condizioni erano inumane. Poche o niente misure di sicurezza, incidenti, crolli e allagamenti frequentissimi.La Torre La chiesa di Sant’Antonio Abate della contrada Torre e’ una dele piu’ antiche e meglio conservate della Valle Brembana, forse edificata sopra un preesistente costruzione fortificata. Questa chiesa godette per secoli del patronato della famiglia Regazzoni; il beneficio venne costituito nel 1367 da Alberto Regazzoni detto Beta, il quale aveva garantito alla chiesa vari lasciti e rendite, in cambio della celebrazione quotidiana della messa. Nonostante i rifacimenti di epoca sei-settecentesca, l’originale truttura romanica della chiesa della Torre e’ ancora molto evidente per la semplicita’ delle linee e del materiale, sopratutto nell’interessante campanile in pietra a pianta quadrata, con la cella campanaria aperta a bifore su ogni lato.L’interno, parzialmente interrato, e’ piuttosto irregolare, ad una sola navata, suddivisa in tre campate da due arcate trasversali a sesto acuto; il presbiterio e’ a pianta quadrata, rialzato al livello dell’esterno e coperto da volta a botte. Su alcune pareti dell’edificio sono dipinti pregevoli affreschi di epoca cinquecentesca, che fino pochi anni fa erano in precarie condizioni di conservazione. I lavori di restauro di tutto il ciclo affrescato sono stati condotti a termine nel 1979, nell’ambito di un totale risanamento dell’edificio.Tratto dal libro “Valtorta i luoghi della Storia” autori Tarcisio Bottani e Felice Riceputi






Cassiglio (Cassèi in dialetto bergamasco[2][3]) è un comune italiano di 122 abitanti della provincia di Bergamo, in Lombardia. Situato in Val Stabina, laterale dell’alta Val Brembana, dista circa 45 chilometri a nord dal capoluogo orobico. Il comune fa parte dellaComunità Montana della Valle Brembana.
Cenni storici
Piccolo borgo incastonato tra i monti, non annovera episodi di spessore nella sua storia.
È comunque usanza comune credere che tuttavia i primi insediamenti stabili in questa zona siano riconducibili all’epoca delleinvasioni barbariche, quando le popolazioni soggette alle scorrerie si rifugiarono in luoghi remoti, al riparo dall’impeto delle orde conquistatrici. In particolar modo si presume che siano stati gli abitanti della vicina Valsassina ad arrivare per primi (presumibilmente attorno al VI secolo), come testimoniano alcuni toponimi uguali tra le due zone.
Il toponimo deriva dal latino Cas-Ilium e sta ad indicare una piccola casa rurale adibita a deposito dello strame. Questa è una testimonianza di quanto sono state importanti l’agricoltura e la pastorizia per questo piccolo borgo nel corso dei secoli.
Tuttavia in epoca medievale in questo piccolo borgo si sviluppò anche la lavorazione del ferro in chiodi tramite magli azionati dai numerosi corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale. Si narra che il ferro arrivasse dalla Valle di Scalve e dalla val Seriana, e per la sua lavorazione venissero impiegati più di 60 addetti. Il tutto continuò anche con l’arrivo della Serenissima, che garantì numerosi sgravi all’intera zona.
Il termine della dominazione veneta ed il conseguente avvento della Repubblica Cisalpina portò grandi cambiamenti a Cassiglio, che si trovò inglobato nel cantone dell’alta Valle Brembana, con capoluogo a Piazza, e si vide revocati numerosi privilegi che la Repubblica di San Marco aveva assicurato per secoli all’intera zona. Gli anni seguenti videro succedere alla dominazione francese quella austriaca, fino al 1859, quando nacque il Regno d’Italia.
In questi anni non si verificarono episodi di rilievo, con la gente dedita a vivere dignitosamente con ciò che la natura offriva. Soltanto negli ultimi decenni ha cominciato a prendere sempre più piede l’industria del turismo, che sta risollevando il borgo dopo un periodo di lento ed inesorabile spopolamento.
Il territorio
Il borgo storico è rimasto immutato negli ultimi decenni, mantenendo il fascino caratteristico dei piccoli centri di montagna.
Particolare fascino riveste la chiesa parrocchiale dedicata a San Bartolomeo, con parecchie case costruite nello stesso nucleo della chiesa stessa. Su una di queste, detta Casa Milesi, è raffigurata una danza macabra molto interessante. La chiesa, edificata nel1611 ed ampliata a più riprese nei secoli seguenti, presenta tele ed affreschi di numerosi artisti locali ed un organo molto rinomato, di produzione Serassi. Durante i lavori di restauro dell’organo eseguiti nel 2007, la paternità dello strumento è stata attribuita, sulla base di alcune lettere in inchiostro di china poste sulle copertine dei somieri di basseria, ad “Angelo Bossi 1800”.
Il cimitero
Il piccolo paese, nei secoli scorsi, non ha mai avuto un cimitero sul proprio territorio. La tradizione vuole che gli abitanti portassero i loro defunti al valico che, posto al di sopra del paese, divide la zona dalla Val Taleggio. Qui i morti sarebbero stati posti in una cappelletta dove ricevevano l’ultimo saluto dei parenti, in attesa che gli abitanti di Pizzino, borgo posto dall’alto versante del monte, li venissero a prelevare, dopo essere stati avvisati con un falò. Il valico in questione viene tuttora chiamato “Passo di Baciamorti”.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[4]

Amministrazione
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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14 giugno 2004 | in carica | Fabio Bordogna | Lista civica – Stella alpina | Sindaco |
Gemellaggio
Cassiglio è gemellata con Le Pont-de-Planches, Francia, dal 1992.
www.cassiglio.provinciabergamasca.com/


Come nacque Cassiglio (leggende antiche)
Ornica comune | |||||
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Localizzazione | |||||
Stato | ![]() | ||||
Regione | ![]() | ||||
Provincia | ![]() | ||||
Amministrazione | |||||
Sindaco | Ambrogio Quarteroni (lista civica Vivere a Ornica) dall’08/06/2009 (secondo mandato) | ||||
Territorio | |||||
Coordinate | 45°59′18″N 9°34′45″E | ||||
Altitudine | 922 m s.l.m. | ||||
Superficie | 15,1 km² | ||||
Abitanti | 180[1] (31-12-2010) | ||||
Densità | 11,92 ab./km² | ||||
Frazioni | Nessuna | ||||
Comuni confinanti | Cassiglio, Cusio, Gerola Alta(SO), Valtorta | ||||
Altre informazioni | |||||
Cod. postale | 24010 | ||||
Prefisso | 0345 | ||||
Fuso orario | UTC+1 | ||||
CodiceISTAT | 016151 | ||||
Cod. catastale | G118 | ||||
Targa | BG | ||||
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa) | ||||
Cl. climatica | zona F, 3 379 GG[2] | ||||
Nome abitanti | ornichesi | ||||
Patrono | sant’Ambrogio | ||||
Giorno festivo | 7 dicembre | ||||
Cartografia | |||||
![]() ![]() Ornica | |||||
![]() Posizione del comune di Ornica nella provincia di Bergamo |
Geografia fisica
Territorio
Il borgo, posto alle pendici del Pizzo Tre Signori, (2.554 m) dove il torrente Valle D’Inferno, si incontra con il torrente che scende dal Monte Valletto (2.371 m), è inserito in un contesto montano, presenta numerose possibilità di escursioni adatte a tutte le esigenze. Il principale è indubbiamente la Valle d’Inferno, dalle quale partono numerosi itinerari naturalistici.
Storia
Le origini e il toponimo
Si pensa che i primi insediamenti stabili in questa zona siano riconducibili all’epoca delle invasioni barbariche, quando le popolazioni soggette alle scorrerie si rifugiarono in luoghi remoti, al riparo dall’impeto delle orde conquistatrici. In particolar modo si presume che siano stati gli abitanti della vicina Valsassina ad arrivare per primi (presumibilmente attorno al VI secolo), come testimoniano alcuni toponimi uguali tra le due zone. In tal senso fu a lungo legata alla pieve di Primaluna, situata nella suddetta valle.
Il toponimo ha origine proprio in questi periodi in cui la colonizzazione dell’uomo era ancora molto rada ed il territorio era ricoperto da estesissimi boschi di frassini (in latino fraxinus ornus) che caratterizzavano il territorio a tal punto da darne il proprio nome.
Il medioevo
Nel IX secolo il territorio passò sotto il controllo del Sacro Romano Impero, il quale poi lo lasciò alla diocesi di Milano.
In epoca medievale in questo piccolo borgo, unitamente ai vicini comuni della val Stabina, si sviluppò una fiorente attività estrattiva di materiali ferrosi, con il conseguente sviluppo di attività ad esse legate, quali la lavorazione del ferro in chiodi tramite magli azionati dai numerosi corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale. Si narra che il ferro arrivasse dalla Valle di Scalve e dalla val Seriana, e per la sua lavorazione venisse impiegato un elevato numero di addetti. In questo periodo il comune non godeva di autonomia amministrativa, ma era aggregato al grande comune della Valle Averara, che comprendeva anche Cassiglio, Mezzoldo,Santa Brigida, Cusio, Averara ed Olmo al Brembo.
Lo sfruttamento delle potenzialità del territorio mise questa piccola valle al centro delle mire delle signorie dei Torriani prima e deiVisconti poi. Questo grazie anche alla presenza del Passo di Salmurano che permetteva di mettersi in collegamento con il vicinoterritorio dei Grigioni, favorendo il commercio tra le due zone.
Età moderna
Il tutto continuò anche con l’arrivo della Serenissima che, a differenza dei predecessori, garantì numerosi sgravi all’intera zona. Nel1647 il borgo ottenne l’autonomia amministrativa, separandosi dagli altri comuni limitrofi, proprio nel periodo in cui imperversò un’epidemia di peste che sterminò la popolazione, che si ridusse da 176 a 42 abitanti.
Il termine della dominazione veneta ed il conseguente avvento della Repubblica Cisalpina portò grandi cambiamenti ad Ornica, che si trovò inglobato nel cantone dell’alta Valle Brembana, con capoluogo a Piazza, e si vide revocati numerosi privilegi che la Repubblica di San Marco aveva assicurato per secoli all’intera zona.
Età contemporanea
Gli anni seguenti videro succedere alla dominazione francese quella austriaca, che si caratterizzò per la costruzione della prima strada carrozzabile con la quale si poteva comodamente raggiungere il paese.
Dal 1859, Ornica venne annessa al Regno d’Italia, senza più annoverare episodi di rilievo, se non la progressiva chiusura delle miniere, che diedero inizio ad un lento ma inesorabile processo di spopolamento. Questo venne parzialmente attenuato dallo sviluppo turistico che ha dato nuovo impulso all’economia locale, aiutata anche dal rilancio dei prodotti tipici locali, in particolar modo in ambito caseario.
Monumenti e luoghi d’interesse
Architetture religiose
Santuario della Madonna del Frassino
Di notevole interesse è il Santuario della Madonna del Frassino che venne edificato nel XVII secolo in seguito alla concessione di una grazia. Al riguardo la leggenda narra che un viandante, catturato da banditi sulla via del valico di Salmurano e legato ad un albero, fece in quegli attimi richiesta di aiuto alla Madonna.
A seguito della sua immediata liberazione fece erigere una cappelletta che ben presto venne ampliata fino a diventare una chiesa. Il nome originario era Santuario Beata Vergine del Prato del Forno, visto che nella zona era presente un forno per la fusione del ferro, ma venne cambiato quando il forno in questione cadde in disuso, assumendo la denominazione Santuario del Frassino, prendendo spunto dal nome della pianta a cui il protagonista venne legato. All’interno si possono ammirare numerosi affreschi e decorazioni, ancora in ottimo stato di conservazione.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[6]
Economia
Turismo
Ornica è sede del primo Albergo diffuso della Lombardia, gestito dalla Cooperativa Donne di Montagna, le cui stanze sono sparse tra le case del centro storico del paese.
www.valbrembanaweb.it/valbrembanaweb/gallery/ornica/ornica.html

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Pizzo 3 Signori: Il Pizzo dei Tre Signori una splendida montagna delle Alpi Orobie: sorge quasi isolato all’estremita’ nord occidentale della provincia di Bergamo e costituisce punto di incontro di tre provincie lombarde: Bergamo Como e Sondrio. Anticamente era il punto di confine tra la Repubblica Veneta, il Ducato di Milano e la Repubblica dei Grigioni. Panorama amplissimo e giustamente apprezzato su tutte le montagne Lombarde e le Alpi con il Monte Rosa, l’Oberlad Bernese, il Bernina, l’Ortles, etc. Sulla Cima sorge una grande croce in ferro eretta nel 1.935… |
Rifugio Benigni: Il Rifugio Benigni, di gradevole aspetto e di piccole dimensioni, e’ situato sulla testata della Valle di Salmurano, a breve distanza dal Lago Piazzotti. La sua costruzione inizio’ nel 1982, grazie al lavoro di numerosi soci dell’allora Sottosezione CAI alta Valle Brembana ed al contributo della famiglia Benigni, la quale, profondamente scossa per la tragica fine del loro caro Cesare, avvenuto nel 1981 sul Pizzo del Diavolo di Tenda, intese così onorarne la memoria… |
Itinerario al Rifugio Benigni: Il Rifugio Cesare Benigni e’ stato inaugurato nell’estate del 1984 dalla sottosezione del C.A.I. dell’alta Val Brembana, in un luogo panoramico e nelle immediate vicinanze del Lago Piazzotti ( 2.224 m). E’ stato edificato come punto di appoggio del sentiero 101 (Orobie Occidentali) che dalla zona del Pizzo dei Tre Signori conduce alla Ca’ San Marco. Ha venti posti letto. Per informazioni circa l’apertura, telefonare al C.A.I. di Bergamo… |
Borgo Rurale Antico di Ornica – Ospitalità Diffusa Ornica e’ un borgo montano a 50 km da Bergamo, inserito nel Parco delle Orobie. Il paese posto a 1000 metri di altitudine, in alta Valle Brembana, ha mantenuto intatto uno stile di vita a misura d’uomo, con i ritmi lenti della natura, fatto di cose semplici e genuine: il borgo con le vecchie case per passare l’inverno, le baite per la fienagione estiva e l’alpeggio con il pascolo del bestiame.… |
Ospitalità Diffusa – Ornica Sarete ospitati in alloggi ricavati nel borgo antico, organizzati tramite un’antica reception, esattamente come un albergo: Cà del Cirillo, Cà Hius, Cà di Tolae, Cà di Giusti, Cà di Lesandre e Cà di Gualteru’. E’ possibile soggiornare anche in confortevoli baite immerse nella natura, un tempo dimora per contadini ed animali, oggi sapientemente ristrutturate. Ai gruppi e a tutte le scuole, dall’asilo alle superiori, offriamo attività didattiche per scoprire la vita contadina di montagna, nel cuore del Parco delle Orobie.… |
Agriturismo d’Alpe Ferdy a Ornica: Nuovo Agriturismo d’Alpe di Ferdy – Valle d’Inferno Ornica (BG) – Tel. 0345.82235. Da Ornica (922 m) in alta Val Brembana si percorre la mulattiera che costeggia il torrente, si attraversano due torrentelli e ci si alza lungo i ripidi prati in direzione della Baita Costa (1.279 m). Appena sopra la baita prende un sentiero quasi pianeggiante ai margini del bosco e si continua su questo fino a sbucare sul pianoro erboso della Val d’Inferno (1.415 m) dove e’ posto l’Agriturismo d’Alpe Ferdy. Sito incantevole e ideale per passeggiate a cavallo… |
comune in alta Valbrembana Provincia di Bergamo | |
![]() ![]() | Ornica (C.A.P. 24010) dista 51 chilometri da Bergamo, capoluogo della omonima provincia cui il comune appartiene. Ornica conta 210 abitanti (Ornichesi) e ha una superficie di 14,3 chilometri quadrati per una densità abitativa di 14,69 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 922 metri sopra il livello del mare. Il municipio è sito in Via Roma 1, tel. 0345-89021 fax. 0345-89021 – Cenni anagrafici: Il comune di Ornica ha fatto registrare nel censimento del 1991 una popolazione pari a 261 abitanti. Nel censimento del 2001 ha fatto registrare una popolazione pari a 210 abitanti, mostrando quindi nel decennio 1991 – 2001 una variazione percentuale di abitanti pari al -19,54%. Gli abitanti sono distribuiti in 84 nuclei familiari con una media per nucleo familiare di 2,50 componenti. Cenni geografici: Il territorio del comune risulta compreso tra i 638 e i 2.500 metri sul livello del mare. L’escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 1.862 metri. |
![]() | Alberghi, Hotel, Ristoranti Pizzerie, appartamenti Ornica Il nome ORNICA sembra derivare dal latino “fraxinus ornus”, che un tempo doveva ricoprire in abbondanza le selve che circondano i sette villaggi che componevano la Val Averara. Come Santa Brigida, Ornica dipendeva anticamente dalla plebania di Primaluna in Valsassina. Molto diffuso era un tempo il mestiere di ridurre in chiodi il ferro. A Ornica vi era infatti una grossa fucina che lavorava anche i ferri da taglio. Note erano anche diverse miniere di ferro, che alimentavano un forno di fusione. |
![]() | Fotografie di Ornica Cenni occupazionali: Risultano insistere sul territorio del comune 4 attività industriali con 14 addetti pari al 36,84% della forza lavoro occupata, 3 attività di servizio con 6 addetti pari al 7,89% della forza lavoro occupata, altre 3 attività di servizio con 10 addetti pari al 15,79% della forza lavoro occupata e 5 attività amministrative con 5 addetti pari al 7,89% della forza lavoro occupata. |
![]() | Ricerca: Ornica Delle pitture di Angelo d’Averara, che decoravano la primitiva chiesa medioevale, restano quelle dipinte nella crociera dell’antica abside, divenuta sagrestia nel successivo rifacimento settecentesco. La testimonianza di quanto fosse trafficata la via del Salmurano sta anche nel santuario della Madonna del Frassino, invoca a protezione dei viandanti: si racconta infatti che la Vergine salvo’ miracolosamente dalle mani dei briganti un viandante solitario. |
![]() ![]() | Ornica e il suo ambiente La val d’ ”Inferno” e del “Ciusur”. Come già detto, un tempo la Val d’Inferno non aveva questo nome ma si chiamava Val Fornasicchio. Osservando ed analizzando una mappa del 1.800, scopriamo che il territorio di Ornica è una fucina unica e possiede numerose chiodarole con maglio (si contano almeno 1 maglio da ferro, 7 fucine da ferro, 8 mulini da grano, 1 pila da orzo), alimentate dalle Valli d’Inferno e Ciusur, che significa “chiuso” a differenza della parte superiore chiamata “ciara”. Nei secoli passati, tra la bocchetta del Monte Trona e il lago Nero esistevano diverse miniere di ferro; parte del minerale estratto veniva trasportato a Ornica, a dorso di mulo, per alimentare il forno di fusione. La presenza considerevole di forni e fucine con l’ utilizzo del carbone prodotto sul posto per la lavorazione del ferro, poteva aver alimentato nella fantasia popolare l’accostamento all’Inferno, luogo del fuoco per eccellenza. |
![]() | Cartoline antiche di Ornica ll minerale, estratto a fatica dai minatori, veniva trasportato a Ornica a dorso di mulo e sottoposto a procedimento di fusione nei forni, per essere trasformato in verghe di metallo puro, pronte per la lavorazione nelle numerose fucine chiodarole del paese. Fu la presenza di tali impianti ad alimentare nella fantasia popolare l’accostamento dell’immagine del fuoco a quella dell’inferno, luogo del fuoco per eccellenza. A tale concezione è legata anche una leggenda, per la verità alquanto ingenua, che ancora oggi è raccontata a Ornica. |
![]() ![]() | Cenni Storici di Ornica Bisogna andarci apposta e ci vuole un po’ di tempo per arrivare ad Ornica; eppure quando si e’ qui si scopre una comunita’ che non si e’ chiusa nell’isolamento, anche perche’ favorita dalla possibilita’ di accedere, attraverso il Passo di Salmurano, al versante valtellinese e al territorio dei Grigioni, che storicamente si sono sempre rilevati attenti alle istanze riformiste. Di questo valico, come di quello limitrofo di San Marco, approfittarono quasi certamente anche i pittori Baschenis della Valle Averara nelle continue peregrinazioni che li portarono ad esportare in Valtellina e nelle Valli Giudicarie la loro arte arricchita ogni volta dei fermenti e delle istanze desunte dall’integrazione delle diverse culture alpine con cui venivano a contatto. |
![]() | Comune di Ornica – Manifestazioni Estate Una delle zone più frequentate dagli amanti della montagna è la Val d’Inferno, quella lunga e ripida distesa di boschi e pascoli che da Ornica sale fin verso il Pizzo dei Tre Signori (foto). Un tempo la valle non aveva questo nome, ma si chiamava Val Fornasicchio, probabilmente per la presenza, nella sua parte più bassa, di forni (fornaci) e fucine per la lavorazione del minerale ferroso che si estraeva dalle miniere della zona. |
![]() | Gli Alpini di Ornica Dal 1975 al 1977 ricoprì l’incarico di Capogruppo il socio Quarteroni Angelo, al quale si succedettero Quarteroni Candido dal 1978 al 1979, Milesi Agostino dal 1980 al 1986, Quarteroni Luciano dal 1986 al 2001 e Quarteroni Giancarlo che guida attualmente il Gruppo. – Nel 1982 il Gruppo organizzò in paese per la prima volta il raduno alpino a ricordo della battaglia di Nikolajewka. Il 16 settembre 1990 venne inaugurata la Sede del Gruppo, ricavata in un caratteristico locale nel centro. Nel 1992 si festeggiò il gemellaggio con il Gruppo Alpini di Casirate D’Adda. |
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