30 anni fa il miracolo Steaua – La prima Coppa dei Campioni dell’Est

In un presente in cui la Spagna sembra ormai dominatrice del calcio europeo, con rare intromissioni tedesche ed inglesi ( e purtroppo, pochissime italiane), fa quasi tenerezza la storia della Steaua Bucarest, che 30 anni fa fu la prima squadra dell’Est Europa a conquistare una Coppa dei Campioni. Prima di allora, al sogno erano andati vicinissimi gli jugoslavi del Partizan Belgrado, finalisti nel 1966 col Real Madrid, ed i greci del Panathinaikos, finalisti nel 1971 con l’Ajax. Ma Nel 1986 la Steaua Bucarest compie qualcosa di straordinario: nella prima finale post-Heysel, senza le inglesi squalificate per la notte di Bruxelles, andò a battere ai rigori il favoritissimo Barcellona, che dovette rinviare di 6 anni il proposito di vincere la sua prima Coppa dei Campioni.
da http://it.uefa.com di oggi, 7 maggio 2016
Steaua 1986: il miracolo compie 30 anni
“Nel 1984 ho giocato con lo Steaua un torneo a Gijon in Spagna”, ha raccontato l’ex attaccante dello Steaua Bucureşti, Victor Pițurcă a UEFA.com. “Ricordo di aver comprato a mio figlio, che al tempo aveva un anno, una maglia del Barcellona, la mia squadra preferita. Non avrei mai potuto immaginare che due anni dopo li avrei battuti in finale”.
Nessuno in effetti poteva immaginarselo. Il successo dello Steaua a Siviglia compie oggi 30 anni e rimane una delle più sorprendenti vittorie nella storia della Coppa dei Campioni. “Eravamo una squadra dell’Europa dell’est e senza soldi. Abbiamo raggiunto certi traguardi perché eravamo tutti ottimi giocatori e formavamo una squadra davvero forte”, ha aggiunto Pițurcă.
La finale è stata una prova di resistenza. Inchiodata sullo 0-0 dopo 120 minuti, lo Steaua ha vinto 2-0 ai rigori dopo le storiche quattro parate consecutive di Helmut Duckadam dal dischetto. UEFA.com ricorda la vera ‘generazione d’oro’ della Romania.
©Bob Thomas/Getty Images
I titolari dello Steaua nella foto prima della finale
Il contesto
Quando si parla della ‘generazione d’oro’ della Romania, generalmente si pensa a quella degli anni ’90 di Gheorghe Hagi, ma Pițurcă non è d’accordo. Ecco le sue parole riferite allo Steaua: “Noi siamo stati la vera generazione d’oro della Romania. Abbiamo vinto coppe nazionali e due coppe in Europa [la Coppa dei Campioni e la Supercoppa UEFA nel 1986] – le più importanti – e abbiamo dimostrato continuità ai più alti livelli per cinque anni”. Quello Steaua ha vinto cinque campionati consecutivi e quattro Coppe di Romania, e dal 1984 alla rivoluzione del dicembre 1989 ha avuto una striscia di 104 partite senza sconfitte, oltre ad aver raggiunto la semifinale di Coppa dei Campioni nel 1988 e la finale del 1989.
La squadra di Emerich Ienei era soprannominata ‘The Speedies’ per via della velocità di gioco e individuale. “In allenamento giocavamo a un tocco. Solo quando i ragazzi si deconcentravano, dato che è molto difficile giocare così, consentivo i due tocchi”, ha raccontato l’allora tecnico.
Tra i titolari c’erano i difensori Ștefan Iovan, Adrian Bumbescu, Ilie Bărbulescu e Miodrag Belodedici, i centrocampisti d’acciaio Tudorel Stoica, Lucian Bălan e Laszlo Bölöni, il regista Mihail Majearu e gli attaccanti Victor Pițurcă, Marius Lăcătuș e Gavril Balint. Hagi, nel frattempo, era entrato in squadra presentandosi col gol vittoria contro la Dynamo Kyiv nella Supercoppa UEFA del 1986, quando Ienei era già l’allenatore della Romania.
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Emeric Ienei (a destra) osserva la finale del 1986
Il genio tattico
Giocatore dello Steaua dal 1957–69, Ienei conosceva a fondo il club. Aveva già vinto alcuni campionati all’inizio della carriera da allenatore prima di tornare nel 1983. Le sue tattiche e la profonda conoscenza dei suoi calciatori lo hanno reso un tecnico perfetto.
“Non ero solito tenere lunghe riunioni prima delle partite, perché stare troppo tempo a parlare scarica la concentrazione dei giocatori. Preferivo analizzare gli avversari un poco alla volta. Ogni breve riunione era un passo in avanti”, ha spiegato il tecnico.
Un’altra tecnica era l’annuncio dei “titolari tre giorni prima di ogni partita”. “Non ha senso tenere in tensione i giocatori fino alla vigilia della gara. Se sono tesi, possono sorgere altri problemi e chissà cos’altro può accadere”.
Una finale al cardiopalma
Lo Steaua batte il Vejle, l’Honvéd, il Lahti e l’Anderlecht prima di approdare alla finale di Siviglia. Ovviamente erano considerati gli sfavoriti dato che si giocava in Spagna, terra degli avversari della finale. Ștefan Iovan, titoolare al posto del capitano Stoica squalificato, ricorda: “La gente ci dava per spacciati, ma noi non avevamo affatto paura perché avevamo costruito una squadra con una grande personalità”, ha aggiunto. “Ienei ci disse che sarebbe stato un peccato non vincere dopo essere arrivati in finale, ben consapevole che difficilmente ci sarebbe capitata un’altra occasione del genere”.
Lo Steaua riesce a neutralizzare brillantemente il Barcellona, e così l’ansia del pubblico cominciava a riversarsi sulla squadra di Terry Venables man mano che la partita andava avanti. “L’atmosfera era fantastica – tutti contro di noi chiaramente -, ma a volte il clima ostile ti fa sentire ancora più forte”, ha spiegato Duckadam. E così il portiere abbassa la saracinesca e diventa imbattibile.
“Il fatto che siamo riusciti ad arrivare ai supplementari ci ha fatto cominciare a sperare nei rigori. In passato quasi tutte le squadre della Romania avevano perso ai rigori in Europa, quindi vincere dal dischetto è stato qualcosa di unico. Non avevamo giocatori in grado di decidere da soli la partiita, ma avevamo un’ottima squadra con ottimi giocatori”, ha ammesso.
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Anghel Iordănescu e Duckadam con la coppa
“Sinceramente non avrei mai pensato di festeggiare il mio compleanno in campo”, ha detto. “Ero totalmente concentrato sulla partita, ma adesso che mi ci fai pensare è vero. Ma come avrei mai potuto pensare al mio compleanno in quel momento?”
“Grazie a Dio ci siamo riusciti. Ricevere la coppa ed alzarla sopra la testa è stato un momento indimenticabile”, ha aggiunto Iovan. “È stato come un sogno, un qualcosa che non si può nemmeno spiegare a parole”.
1985/86: La Steaua sorprende il Barcellona
FC Steaua Bucuresti 0-0 FC Barcelona (La Steaua vince 2-0 ai calci di rigore)
L’Everton FC vincitore del campionato inglese di prima divisione non ha partecipato alla Coppa dei Campioni 1985/86. La nazione dove è nato il calcio ha avuto comunque un suo rappresentante nella competizione, il tecnico del Barcelona FC Terry Venables. Per ironia della sorte proprio la sua squadra sembrava potesse trarre il maggior beneficio dall’esclusione dei club inglesi a seguito della tragedia dell’Heysel. In una stagione in cui Real Madrid FC e Club Athlético de Madrid hanno anch’essi raggiunto finali di competizioni UEFA, si pensava che la squadra catalana avrebbe vinto la finale.
Ruolo di favorito
Il Barcellona si era guadagnato il ruolo di favorito dopo avere eliminato nei quarti di finale la Juventus FC con il punteggio complessivo di 2-1. In precedenza aveva eliminato grazie ai gol segnati in trasferta AC Sparta Praha e FC Porto, ma superato con un po’ di fortuna soltanto ai calci di rigore l’ IFK Göteborg in semifinale. Nessuna preoccupazione. Il Barcellona aveva recuperato il 3-0 al passivo subito in Svezia grazie anche a una tripletta di Pichi Alonso. Tutto lasciava pensare che gli avversari della FC Steaua Bucuresti potessero addirittura risparmiarsi il viaggio a Siviglia per la finale.
Steaua a sorpresa
La squadra rumena ovviamente non la pensava allo stesso modo. Aveva superato Vejle BK, Kispest Honvéd FC, FC Lahti e gli eterni semifinalisti del RSC Anderlecht e ora il tecnico Emerich Jenei poteva dedicarsi alla finale. Una combinazione di caldo dell’Andalusia, nervosismo del Barcellona e grande prestazione difensiva del libero Miodrag Belodedici ha prodotto una delle più grandi sorprese nella storia della competizione. Dopo 120 minuti a reti inviolate si è passati ai calci di rigore e Marius Lacatus e Gavril Balint hanno trasformato dal dischetto, portando la Coppa dei Campioni nell’Europa dell’Est per la prima volta.
Momenti leggendari: trionfo storico per lo Steaua
Nella finale di Coppa dei Campioni del 1986, Helmut Duckadam dello Steaua Bucarest para quattro rigori al Barcellona e regala il primo trionfo in Europa alla squadra rumena. Vota i momenti indimenticabili nella storia del torneo.
Dopo 120 minuti a reti inviolate a Siviglia, lo Steaua sbaglia i primi due tiri dal dischetto ma riesce comunque a imporsi 2-0 grazie alle parate di Duckadam.

Il portiere della Steaua Ducadam.
“In effetti, in quel momento non mi rendevo conto che se ne avessi parato un altro saremmo diventati campioni d’Europa – commenta l’ex portiere a UEFA.com -. Mi sono messo nei panni di Marcos [l’attaccante del Barça] e mi sono detto: ‘Finora il portiere si è sempre buttato da una parte, quindi lo farà ancora. Tirerò dall’altro lato’. Sono riuscito a leggergli nel pensiero, mi sono buttato a sinistra e ho parato anche il quarto”.
Rientrato in patria da eroe (soprannominato per questo “Eroul de la Sevilla“, cioè eroe di Siviglia), fu eletto Calciatore rumeno dell’anno nel 1986. Molti club si fanno avanti con la Steaua per averlo tra cui il Manchester United.
Ma nello stesso anno la sua carriera di fatto terminò. Secondo la versione ufficiale Duckadam sarebbe stato colto da trombosi alle mani, rendendogli precario il prosieguo dell’attività calcistica. Secondo altre fonti invece vi sarebbe stato un aspro contrasto con il figlio del dittatore Nicolae Ceaușescu, Valentin, che per vendetta avrebbe ordinato ad alcuni agenti della Securitate (la polizia segreta del regime) di spezzare le mani di Duckadam. Il portiere non avrebbe infatti consegnato una Mercedes regalatagli dal Real Madrid per aver battuto gli arcirivali catalani e pretesa invece dal figlio del leader ed allora presidente della Steaua. (da wikipedia)
IL DOPO STEAUA – Quella squadra arriverà in finale di Coppa dei Campioni anche tre anni dopo, nel 1989, ma subirà una sonora sconfitta col Milan proprio nella tana del Barcellona (4-0). Destino comunque che i romeni giocassero le loro due euro finali entrambe in Spagna. Due anni dopo, nell’anno del rientro delle inglesi nelle coppe, la Stella Rossa di Belgrado è l’ultima squadra est europea a raggiungere la finale (e vincerla) di Coppa dei Campioni, battendo il Marsiglia ai rigori a Bari.Poi la guerra sfascerà la Jugoslavia, e probabilmente anche quella selezione che avrebbe dato ancora tanto al calcio internazionale.
Coppa dei Campioni 1985-1986
Formato
Questa edizione della Coppa dei Campioni vide una diminuzione del numero di squadre partecipanti all’avvio del torneo: oltre alla defezione del 17 Nentori, club campione d’Albania, non furono ammessi alla manifestazione i campioni d’Inghilterra dell’Everton, in ragione della squalifica di cinque anni comminata dalla UEFA ai club inglesi in seguito alla strage dell’Heysel avvenuta nella finale della stagione precedente.
La Juventus, in qualità di detentrice della coppa, avrebbe dovuto essere qualificata agli ottavi di finale e disputare per squalifica, in seguito alla strage dell’Heysel, due turni in casa a porte chiuse (in teoria negli ottavi di finale e in caso di qualificazione nei quarti di finale).
La Juventus però preferì disputare il primo turno e scontare la squalifica nel primo turno e in caso di qualificazione negli ottavi di finale, anziché essere qualificata agli ottavi di finale e scontare la squalifica negli ottavi di finale e in caso di qualificazione nei quarti di finale; il motivo di questa scelta era per evitare di dover disputare i quarti di finale, presumibilmente contro una squadra di rango, privandosi di un incasso elevato e senza l’apporto del pubblico.
Il numero dispari delle squadre partecipanti e la richiesta della Juventus obbligarono la UEFA ad effettuare un sorteggio tra le teste di serie (Aberdeen, Anderlecht, Austria Vienna, Barcellona, Bordeaux, Bayern, IFK Göteborg, Juventus e Porto) per qualificare automaticamente una squadra agli ottavi di finale: il sorteggio premiò i campioni del Belgio dell’Anderlecht.
Primo turno
Squadra 1 | Totale | Squadra 2 | Andata | Ritorno |
---|---|---|---|---|
Górnik Zabrze ![]() | 2 – 6 | ![]() | 1 – 2 | 1 – 4 |
Dinamo Berlino ![]() | 1 – 4 | ![]() | 0 – 2 | 1 – 2 |
Rabat Ajax ![]() | 0 – 10 | ![]() | 0 – 5 | 0 – 5 |
Honvéd ![]() | 5 – 1 | ![]() | 2 – 0 | 3 – 1 |
Vejle ![]() | 2 – 5 | ![]() | 1 – 1 | 1 – 4 |
Zenit Leningrado ![]() | 4 – 0 | ![]() | 2 – 0 | 2 – 0 |
Kuusysi ![]() | 4 – 2 | ![]() | 2 – 1 | 2 – 1 |
Linfield ![]() | 3 – 4 | ![]() | 2 – 2 | 1 – 2 |
ÍA ![]() | 2 – 7 | ![]() | 1 – 3 | 1 – 4 |
IFK Göteborg ![]() | 5 – 3 | ![]() | 3 – 2 | 2 – 1 |
Bordeaux ![]() | 2 – 3 | ![]() | 2 – 3 | 0 – 0 |
Sparta Praga ![]() | 2 – 2 g. f. c. | ![]() | 1 – 2 | 1 – 0 |
Porto ![]() | 2 – 0 | ![]() | 2 – 0 | 0 – 0 |
Hellas Verona ![]() | 5 – 2 | ![]() | 3 – 1 | 2 – 1 |
Jeunesse d’Esch ![]() | 1 – 9 | ![]() | 0 – 5 | 1 – 4* |
*A porte chiuse.
Ottavi di finale
Squadra 1 | Totale | Squadra 2 | Andata | Ritorno |
---|---|---|---|---|
Bayern Monaco ![]() | 7 – 5 | ![]() | 4 – 2 | 3 – 3 |
Anderlecht ![]() | 4 – 1 | ![]() | 1 – 0 | 3 – 1 |
Honvéd ![]() | 2 – 4 | ![]() | 1 – 0 | 1 – 4 |
Zenit Leningrado ![]() | 3 – 4 | ![]() | 2 – 1 | 1 – 3 (dts) |
Servette ![]() | 0 – 1 | ![]() | 0 – 0 | 0 – 1 |
IFK Göteborg ![]() | 5 – 2 | ![]() | 4 – 0 | 1 – 2 |
Barcellona ![]() | 3 – 3 g. f. c. | ![]() | 2 – 0 | 1 – 3 |
Verona ![]() | 0 – 2 | ![]() | 0 – 0 | 0 – 2* |
*A porte chiuse.
Quarti di finale
Squadra 1 | Totale | Squadra 2 | Andata | Ritorno |
---|---|---|---|---|
Bayern Monaco ![]() | 2 – 3 | ![]() | 2 – 1 | 0 – 2 |
Steaua Bucarest ![]() | 1 – 0 | ![]() | 0 – 0 | 1 – 0 |
Aberdeen ![]() | 2 – 2 g. f. c. | ![]() | 2 – 2 | 0 – 0 |
Barcellona ![]() | 2 – 1 | ![]() | 1 – 0 | 1 – 1 |
Semifinali
Squadra 1 | Totale | Squadra 2 | Andata | Ritorno |
---|---|---|---|---|
Anderlecht ![]() | 1 – 3 | ![]() | 1 – 0 | 0 – 3 |
IFK Göteborg ![]() | 3 – 3 (4-5 dcr) | ![]() | 3 – 0 | 0 – 3 |
In quell’edizione, la Steaua si guadagnò sempre la qualificazione vincendo tutte le partite di ritorno dopo aver pareggiato o perso le gare d’andata. Solo nei quarti di finale tra l’altro, giocò l’andata in casa.
Finale
Siviglia 7 maggio 1986 | Steaua Bucarest ![]() | 0 – 0 (d.t.s.) referto | ![]() | Stadio Ramón Sánchez Pizjuán (60.000 spett.)
|
Majearu ![]() Bölöni ![]() Lăcătuș ![]() Balint ![]() | Tiri di rigore 2 – 0 | ![]() ![]() ![]() ![]() |
|
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Classifica marcatori
Gol | Giocatore | Squadra | ||
---|---|---|---|---|
7 | ![]() | ![]() | ||
5 | ![]() | ![]() | ||
5 | ![]() | ![]() | ||
5 | ![]() | ![]() | ||
5 | ![]() | ![]() |
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