8 maggio 1886 – Nasce la Coca Cola
130 anni fa nasceva la bevanda più famosa e misteriosa del mondo.

La Coca-Cola (anche nota come Coke, soprattutto negli Stati Uniti) è una bevanda industriale analcolica di tipo soft drink. Il suo colore scuro è dovuto al colorante E 150d detto “caramello” presente in essa.
La bibita deve il suo nome al fatto che nella sua ricetta sono impiegati, tra le altre sostanze, estratti provenienti dalle noci di cola ed estratti dalle foglie della pianta di coca, questi ultimi privati delle sostanze tossiche.
Con lo stesso nome viene spesso indicata anche la casa produttrice della bevanda: The Coca-Cola Company.
Storia del prodotto
Antropologicamente parlando la Coca-Cola fu inventata dal farmacista statunitense John Stith Pemberton l’8 maggio 1886 ad Atlanta, Georgia, inizialmente come rimedio per il mal di testa e per la stanchezza. Il primo nome che venne dato alla bevanda fu “Pemberton’s French Wine Coca”. Quella di Pemberton era una variazione del cosiddetto “vino di coca” (o Vin Mariani), una miscela di vino e foglie di coca che aveva avuto largo successo in Europa quando era stata creata dal farmacista còrso Angelo Mariani.
L’alcol venne in seguito sostituito con un estratto delle noci di cola, una pianta tropicale reputata non dannosa per la salute. Dall’uso combinato dei due ingredienti principali, la coca e la cola, la bibita acquisì il nome attuale. Quando anche la coca venne bandita (dalla pianta si estrae infatti la cocaina), venne scartato l’alcaloide dagli estratti dalle foglie di coca, mentre la cola (in noci) continuò a essere utilizzata.
Nonostante la scoperta, Pemberton accumulò forti debiti e per 2.300 dollari vendette formula e diritti della Coca-Cola ad Asa Candler, uomo d’affari che aveva intuito il potenziale della bevanda e compreso l’importanza della pubblicità per diffonderla e per sbaragliare la concorrenza. Dopo la quotazione in borsa dell’azienda nel 1919, la Coca-Cola cominciò la sua diffusione mondiale negli anni venti, trasformandosi in un ‘business’ di grandi dimensioni, gestito dalla The Coca-Cola Company con sede a New York, e che comprende ulteriori bibite (meglio note col nome di bevande gassate) come la Fanta e la Sprite.
Nel 1927 la Coca-Cola viene importata anche in Italia. Nel 1960 comparve la prima Coca-Cola in lattina, mentre nel 1980 anche quella in bottiglia PET. La bibita è disponibile nella maggioranza dei luoghi di ristorazione del mondo ed è la bevanda per eccellenza nei fast food. Il marchio è stato più volte indicato da numerose ricerche come il più conosciuto al mondo.[1] La maggior rivale della Coca-Cola è la Pepsi, ma ne esistono moltissime imitazioni.
La Coca-Cola vanta diversi luoghi legati interamente al marchio, tra i quali un museo ad Atlanta, sede della compagnia, e alcuni negozi dimerchandising, i World of Coca-Cola di New York e Las Vegas. Tra il 2013 e il 2015, in seno al progetto 5by20, migliorare le condizioni di 5 milioni di donne nel mondo entro il 2020, aprirà in 20 paesi 2000 eco-chioschi per fornire acqua potabile, elettricità, farmaci e internet gratis in risposta alle accuse di pubblicità ingannevole e dell’aumento dell’obesità, soprattutto quella infantile. A gestire questi chioschi saranno donne o piccoli imprenditori locali di Africa, Asia, Sud America e Nord America[2].
Aromi 7X
Aroma denominato 7X (o anche merchandise #7, ossia aroma numero 7): Estratti dalle foglie della pianta di coca, privati delle sostanze (alcaloidi) psicotrope. Le foglie della qualità Eritroxylum novogranatense, coltivate legalmente in Perù, sono poi esportate in New Jersey, dove la Stepan Chemical Company, sotto l’egida dell’ente antinarcotici statunitense DEA, provvede a ottenere l’estratto aromatico decocainizzato, la cui produzione è interamente acquistata dalla The Coca-Cola Company.[3]
Logo
Il celebre logo della Coca-Cola fu creato con scarsa attenzione nel 1886 dal contabile dell’azienda, Frank Mason Robinson, che fece solo alcuni piccoli ritocchi alla scritta, utilizzando come base il carattere Spencerian Script, che in quel tempo, negli Stati Uniti era fra i più comuni e utilizzati. Si lega a questo logo una leggenda metropolitana che si è diffusa piuttosto rapidamente nel mondo: sembra che osservando la scritta Coca-Cola allo specchio sia possibile interpretare l’immagine come una frase in lingua araba che recherebbe un messaggio contro la cultura islamica, “No a Maometto, No alla Mecca, no alle preghiere”.
In realtà è improbabile che al momento della creazione di questo logo, quando ancora non esisteva la multinazionale The Coca-Cola Company e nessuno si sarebbe aspettato il successo a livello mondiale che la bevanda avrebbe riscosso, si pensasse di inserire un simile messaggio all’interno del celebre logo. Anche il Grand Mufti Sheik Nasser Farid Wassel, importante figura religiosa egiziana, ha commentato questi fatti facendo notare come questo marchio fu scritto in caratteri latini e non arabici più di un secolo fa; è dunque una voce che ha soltanto danneggiato la multinazionale, con un forte calo delle vendite registrato in alcuni paesi islamici[4].
Per il 100º anniversario della Coca-Cola, nel 1986 è stato creato in Cile, sul fianco di una montagna, il più grande logo Coca-Cola del mondo. Sono state utilizzate circa 70 000 bottiglie di Coca-Cola e la scritta risulta di circa 30 per 120 metri. Nel 2011 la scritta è stata rinnovata per il 125º anniversario[5].
Design del contenitore
La Coca-Cola è famosa per i particolari contenitori che la rendono facilmente distinguibile rispetto alle altre confezioni di bevande analcoliche; in particolare, le frequenti variazioni promozionali nella decorazione delle lattine in presenza di eventi, come il Natale o eventi sponsorizzati dalla bevanda, hanno reso queste ultime oggetto di collezionismo. Le bottiglie contour, comparse nel 1916, hanno una forma particolare con marchio registrato, probabilmente ispirata alle curve anatomiche dell’attrice Mae West che indossava il particolare abito aderente detto hobble skirt[6].
Il design del prototipo è stato ideato nel 1915 da Earl R. Dean, della Root Glass Company di Terre Haute, Indiana, che potrebbe essersi ispirato alla forma di un baccello di cacao.[7] Il prototipo venne scartato perché inadatto alle macchine imbottigliatrici; tuttavia ispirò le forme della bottiglia definitiva che entrò in produzione nel 1916. Bottiglie similari, prima in vetro e poi in PET, sono state utilizzate anche dalla concorrente Pepsi, ma dalla forma significativamente diversa per non violare il copyright della The Coca-Cola Corporation.
Slogan pubblicitari
Agenzia pubblicitaria storica della Coca Cola è stata la D’Arcy, che ne curò la pubblicità dal 1906 al 1954 e che ebbe l’idea di impiegare Babbo Natale come testimonial natalizio a partire dal 1931.[8]
|
|
|
Produzione
Le foglie della qualità Eritroxylum novogranatense, coltivate legalmente in Perù, sono poi esportate in New Jersey, dove la Stepan Chemical Company, sotto l’egida della DEA, l’ente antinarcotici statunitense, provvede a ottenere l’estratto aromatico privo della componente allucinogena[11], la cui produzione è interamente acquistata dalla The Coca-Cola Company;[12] si tratterebbe dell’aroma denominato “7X” (o anche merchandise #7, ossia “aroma numero 7”), su cui l’azienda ha sempre mantenuto il più stretto riserbo.
Comunque sia, la ricetta completa (o anche solo una parte di essa) della Coca-Cola non è mai stata rivelata in modo ufficiale. È sicuramente cambiata più volte nel tempo, per allinearsi alle legislazioni nazionali dei vari paesi in cui viene prodotta e/o commercializzata; la formula viene quindi modificata in base al progresso di società e cultura, non esente da tagli dei costi di produzione, a partire dagli anni novanta.
Composizione
La composizione viene indicata sull’etichetta della bevanda. Gli ingredienti sono elencati in ordine di peso, tuttavia la Coca Cola Company, come la maggior parte delle aziende alimentari, non ha reso pubbliche le proporzioni esatte degli ingredienti né la ricetta.
Acqua
Anidride carbonica
Zucchero (solitamente sciroppo di glucosio, ma diversi dolcificanti possono essere utilizzati nelle versioni dietetiche o in altre)
Colorante sintetico detto “caramello” (E150 d)
Acido fosforico
Aromi naturali
Caffeina 100 mg/l[13] (quantità variabile in versioni dietetiche o altre)
Critiche
La Coca-Cola è stata oggetto nel tempo di critiche di vario genere. Le principali hanno per oggetto danni alla salute, il mancato rispetto di norme igieniche nelle fasi produttive e comportamenti antisindacali in Colombia.[14]
I critici della Coca Cola sono a volte accusati dall’azienda di muoversi da posizioni ideologiche secondo logiche anti-imperialistiche e anti-globalizzazione. Secondo una classifica di Behind the Brands, la Coca cola company per quanto riguarda l’interesse nei confronti della terra e delle comunità che vi abitano riceve una votazione di 2/10 per le donne 5/10, per i produttori agricoli 3/10, per i braccianti agricoli 6/10, per il cambiamento climatico 6/10, per la trasparenza 5/10 e per l’acqua 5/10, con un punteggio totale di 46 su 100[15].
Dopo diverse pressioni effettuate dall’associazione a tutela dei consumatori Center for Science in the Public Interest, che ha avviato una petizione rivolta alla Food and Drug Administration per vietare alcuni coloranti (E150d oppure 4-MEI o 4-MI) cancerogeni presenti nelle lattine di Coca-Cola, la società multinazionale ha deciso di cambiare ricetta (ma solo in California dove è stato denunciato il fatto)[16].
La ”Coca-Cola” contiene acido fosforico che le conferisce un valore di pH di circa 2,4, compreso tra quello del succo gastrico (pH 1,5) e quello dell’aceto (pH 3,0), il pH della bevanda non risulta particolarmente dannoso a livello gastrico in quanto il pH dello stomaco raggiunge normalmente valori inferiori, da 1 a 2.[17]
La The Coca Cola Company ha sempre mantenuto il riserbo sull’elenco degli ingredienti: tra le motivazioni addotte dell’azienda, una è quella che gli stessi sono già per legge presenti in etichetta, anche se non è resa pubblica, dal momento che la legge non lo richiede, l’esatta composizione delle sostanzearomatizzanti che vengono invece comprese sotto la generica indicazione di legge di “aromi naturali”.[18]
Nel maggio 2006 lo stato della California ha accusato la The Coca-Cola Company di aver importato dal Messico e distribuito per almeno quattro anni bottiglie con alto contenuto di piombo nella vernice delle etichette.[19] L’azienda ha respinto le accuse, a differenza della Pepsi, che per un’accusa analoga risalente ad alcune settimane prima preferì pagare una multa da 2,25 milioni di dollari e ritirare dal mercato le confezioni sospette.
Il Ministro degli Esteri boliviano David Choquehuanca, con l’appoggio del Primo Ministro Evo Morales, ha fatto vietare l’uso della Coca-Cola e delle sue varie bevande dal 21 dicembre 2012. Le motivazioni vere non sono soltanto quelle di tipo culturale e politico, ma soprattutto di natura medica. Le autorità sanitarie boliviane hanno infatti riscontrato nella Coca-Cola diverse sostanze tossiche, associate a infarti, ictus e cancro. Al posto della Coca-Cola hanno comunque invitato la gente a bere la Mocochinche, bibita al gusto di pesca prodotta localmente.[20]
Curiosità
- Alcuni ritengono che la Coca-Cola Company sia famosa anche per aver dato il caratteristico colore rosso al costume di Babbo Natale, ma in realtà la leggenda di Babbo Natale, la cui barba era lunga e bianca, sarebbe da ricollegarla a San Nicola (protettore dei bambini), divenuto in seguito Santa Claus[21]. Il costume di Santa Claus sarebbe divenuto rosso solo dopo che, negli anni ’30, l’azienda lo usò per la sua pubblicità natalizia, e lo vestì in bianco e rosso, come appunto la scritta della sua famosa bibita[22].
- Lo slogan di una delle prime campagne Coca-Cola era La pausa che rinfresca; in Giappone dovette essere cambiato in Il momento che rinfresca poiché a Tokyo il concetto di pausa ha un valore negativo.
- Il semplice sciroppo di Coca-Cola era venduto come medicinale nelle drogherie in tutti gli Stati Uniti e può ancora essere acquistato in alcune farmacie di Atlanta al prezzo di 1 dollaro per oncia.
- Negli anni sessanta i Beatles accettarono di diventare testimonial della Coca-Cola; si giunse quasi a firmare un contratto per fargli cantare le pubblicità, ma il prezzo richiesto sembrò troppo alto e Woodruff (l’allora presidente della The Coca-Cola Company) mandò tutto a monte.
- Alla 18ª edizione degli IG Nobel, l’annuale cerimonia dedicata alla scienza più bizzarra istituita nel mondo scientifico, tenuta dalla rivista “Annals of Improbable Research” presso l’Università statunitense di Harvard, il riconoscimento per la chimica 2008, consegnato da William Lipscomb (Premio Nobel per la Chimica nel 1976) è andato a due gruppi di ricerca, il primo statunitense e l’altro di Taiwan, che hanno cercato di capire se la Coca-Cola fosse un efficace spermicida. Cosa singolare, nel mondo scientifico, i due gruppi hanno ottenuto e dimostrato risultati diametralmente opposti[23].
- La bevanda è citata nella canzone Bollicine di Vasco Rossi nonché in Modena di Antonello Venditti.
Rispondi