Comuni della Bergamasca – Bonate Sotto

Bonate Sotto comune | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Carlo Previtali (lista civica) dal 25/05/2014 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 45°40′00″N 9°33′41″E | ||
Altitudine | 215 m s.l.m. | ||
Superficie | 6,47 km² | ||
Abitanti | 6 702[1] (01-01-2015) | ||
Densità | 1 035,86 ab./km² | ||
Comuni confinanti | Bonate Sopra, Chignolo d’Isola, Dalmine, Filago,Madone, Treviolo | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 24040 | ||
Prefisso | 035 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
CodiceISTAT | 016031 | ||
Cod. catastale | A962 | ||
Targa | BG | ||
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa) | ||
Nome abitanti | Bonatesi | ||
Patrono | san Sebastiano | ||
Giorno festivo | 20 gennaio | ||
Cartografia | |||
![]() ![]() Bonate Sotto | |||
![]() Posizione del comune di Bonate Sotto nella provincia di Bergamo |
Bonate Sotto (Bunàt Sóta in dialetto bergamasco[2][3]) è un comune italiano di 6.702 abitanti della provincia di Bergamo, inLombardia.
Situato nell’isola bergamasca, sulla sponda destra del fiume Brembo ed attraversato dai torrenti Lesina e Dordo, dista circa 12 chilometri a ovest dal capoluogo orobico.
Cenni storici
Si sa per certo che i primi insediamenti stabili si verificarono in epoca romana, quando i conquistatori vi istituirono un vicus inserito nella circoscrizione territoriale denominata “Pagus Fortunensis”.
In quel periodo storico il borgo, così come l’intera zona dell’isola, fu interessato da notevoli flussi commerciali e militari, che diedero il via ad un’importante opera di centuriazione, basata sul cardine centuriate che seguiva la direttrice Mapello-Bonate Sotto. Numerosi sono anche i reperti archeologici, tra cui spiccano due epigrafi, una relativa ad un’ara dedicata al dio Silvano (conservata presso il Museo archeologico di Bergamo), l’altra riconducibile ad una sepoltura.
Ed è a quel periodo che risale l’origine etimologica del nome, indicante probabilmente il nome del proprietario dei terreni, tale Bonus. Altre ipotesi vorrebbero invece far derivare il toponimo da terrae bonae, che indicherebbe l’ottima vocazione agricola del territorio, oppure dal nome del capo di una tribù di Galli Cenomani stanziata in quella zona, come si dedurrebbe dal suffisso -ate, presente anche in numerosi altri toponimi della bergamasca.
Con il termine dell’impero romano Bonate, fu soggetto alle incursioni barbariche, che portarono anni di saccheggi e terrore tra la popolazione.
Nel VI secolo la situazione politica si stabilizzò grazie all’arrivo dei Longobardi, la cui presenza è testimoniata da alcuni ritrovamenti, tra i quali alcuni resti di un insediamento in prossimità della chiesa di Santa Giulia, ma soprattutto dalla basilica stessa e dal monastero benedettino femminile dove oggi si trova l’ex chiesa di San Giuliano.
Successivamente sul territorio irruppero i Franchi, i quali istituirono il Sacro Romano Impero e diedero vita al feudalesimo. Ed è a questo periodo, precisamente nel 774, che risalgono i primi documenti scritti che attestano l’esistenza del paese, suddiviso ininferiore e superiore.
I terreni vennero inizialmente dati in gestione al vescovo di Bergamo e posti sotto la tutela della Pieve di Terno, ma dopo pochi decenni ebbe inizio un periodo di profonda instabilità, causata dalle numerose battaglie tra guelfi e ghibellini.
La situazione politica si stabilizzò nel 1428 con l’annessione di Bonate alla Repubblica di Venezia, che infeudò parte dei terreni del paese alla famiglia del condottiero Bartolomeo Colleoni. La Serenissima inoltre cercò di migliorare la condizione sociale ed economica della popolazione, fino ad allora messa a dura prova dalle lotte, da carestie e dalle pestilenze, tanto che l’isola venne definita “il triangolo della fame”.
In tal senso molto chiara è la descrizione in un documento del tempo:
« Qui non vi sono trafichi né mercantie, le persone sono povere lavoradori da terre et bracenti, quali non raccogliono a pena grani per il loro vivere; et questi non hanno alcun privileggio ma sottoposti a tutte le gravezze et a datii… » |
Ai veneziani subentrò nel 1797 la Repubblica Cisalpina, subito sostituita nel 1815 però dagli austriaci, che la inserirono nel Regno Lombardo-Veneto.
Con l’unità d’Italia, avvenuta nel 1859, avvenne un primo processo di industrializzazione, che esplose definitivamente nella seconda metà del XX secolo,situazione che permise un notevole miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti.
Monumenti e luoghi d’interesse
Il monumento di maggior richiamo presente sul territorio comunale è indubbiamente la Basilica di Santa Giulia. La tradizione vuole che questo luogo di culto sia stato edificato per volere della regina Teodolinda, anche se ipotesi più accreditate la collocherebbero nell’VIII secolo. Completamente rifatta tra l’XI ed il XII secolo in stile romanico, presentava tre navate con altrettante absidi. Dopo un periodo di abbandono, venne ristrutturata nel 1770, con l’aggiunta di affreschi di Vincenzo Angelo Orelli e di suo fratello Baldassarre, e portata agli antichi splendori.
Di notevole importanza è anche la chiesa di San Giuliano, ora sconsacrata. Questa venne edificata nel corso dell’VIII secolo dai Longobardi all’interno di un monastero Benedettino femminile, tanto da essere citata in documenti dell’anno 774. Anch’essa venne rifatta nel corso del XII secolo in stile romanico e si mantenne in ottimo stato fino al termine del XVIII secolo, quando l’intero complesso (chiesa e monastero) venne sconsacrato per mano della Repubblica Cisalpina. Da quel momento il monastero venne adibito ad altri usi, perdendo gran parte delle sue caratteristiche e venendo inglobato in costruzioni private, mentre la chiesa ha mantenuto, almeno esternamente, l’aspetto che l’ha contraddistinta nei secoli. La struttura presenta ancora un’abside, una targa dell’VIII secolo e la caratteristica muratura in pietra.
Sempre in ambito sacro, merita menzione la chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù. Di recente costruzione, venne costruita su progetto di Elia Fornoni nel 1927 in stile neogotico con tre navate. All’interno vi sono numerose opere, tra le quali spiccano gli affreschi del Servalli e del Bertuletti e numerosi intarsi e sculture. Contiene un organo costruito nel 1926 dalla ditta Carlo Marzoli di Varese, con due tastiere e 1957 canne. Attiguo alla parrocchiale è il campanile, risalente all’incirca all’inizio del XIX secolo. Edificato con mattoni e pietre ricavate dalla basilica di santa Giulia, sulla base di un altro campanile dalle ridotte dimensioni ed ampliato in altezza qualche decennio più tardi, è uno degli edifici più alti dell’isola bergamasca.
In ambito civile merita menzione il Palazzo del Comune, edificato in stile neoclassico nel XIX secolo e sede municipale, e Palazzo Farina, costruito dall’omonima famiglia nel XVIII secolo, al cui interno si trova lo studio del pittore Giovanni Carnovali, ricordato da una targa.
Infine degno di nota è il borgo di Mezzovate, piccola contrada sorta nel XII secolo nella quale si possono ammirare costruzioni medievali, tra cui edifici rustici in pietra ed una torre difensiva.
Il comune è attraversato dal torrente Lesina, che nel territorio comunale ha la sua foce nel fiume Brembo.
Persone legate a Bonate Sotto
- Nives Meroi (Bonate Sotto, 1961), alpinista, ha scalato tredici delle quattordici vette sopra gli 8000 m s.l.m.
Stemma e gonfalone
Blasonatura stemma: D’argento, il profilo dei ruderi della chiesa di Santa Giulia, fondato su campagna di verde. Ornamenti da Comune.
Blasonatura gonfalone: Drappo partito di bianco e di verde riccamente ornato di ricami d’argento, le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati, l’asta verticale sarà ricoperta dei colori bianco e verde, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Cravatta e nastri ricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento.
D.P.R. del 19 maggio 1954
Amministrazione
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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14 giugno 2004 | 7 giugno 2009 | Emma Brembilla | lista civica | Sindaco | |
8 giugno 2009 | 24 giugno 2014 | Livio Mangili | Lega Nord | Sindaco | |
25 giugno 2014 | in carica | Carlo Previtali | lista civica | Sindaco |
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[4]
Basilica di Santa Giulia
Basilica di Santa Giulia | |
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Absidi, vista posteriore | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Località | Bonate Sotto |
Religione | cattolica |
Titolare | Santa Giulia |
Diocesi | Bergamo |
Stile architettonico | romanico |
Coordinate: 45°39′40″N 9°34′05″E (Mappa)
La basilica di Santa Giulia di Bonate Sotto, in provincia di Bergamo, di cui rimane la parte absidale, fu fondata agli inizi del XII secolo in quella parte del territorio che era chiamata Lesina, per la vicinanza del omonimo torrente.
La fondazione
Non c’è una datazione certa della sua fondazione, ma solo indiretta in quanto derivante dalla corrispondenza papale tuttora esistente.
Una lettera di papa Onorio II del 14 maggio 1129 indirizzata al vescovo Ambrogio di Bergamo ed al Capitolo di Sant’Alessandroaffermava tra l’altro «….riguardo alla chiesa di Lesina non ancora consacrata…»,[1] certificando così la sua esistenza a quella data. Anche altri atti ufficiali, di cui si è certi per la storicità delle loro fonti e di data successiva, confermano l’esistenza della basilica nella prima metà del XII secolo. Rimane, tuttavia, oscura l’iniziativa e la motivazione che hanno portato alla costruzione della basilica.
La basilica di Santa Giulia fu costruita in un sito abitato denominato Lesina o Lisina su un pianoro poco distante dall’attuale comune di Bonate Sotto, alla cui giurisdizione amministrativa appartiene. Attualmente il suo rudere è inserito nella area cimiteriale comunale e viene usato come cappella cimiteriale.
L’origine
Se si hanno notizie certe, seppure indirette, sulla data di fondazione della basilica nulla si sa della sua origine, confinata nel mito.
La credenza popolare l’ha voluta fondata ora dalla stessa santa Giulia martire, ora dalla regina longobarda Teodolinda, ma entrambe le ipotesi rimangono delle leggende prive di valenza storica. Sia il periodo di fondazione accertato, il XII secolo, sia il suo stile architettonico,romanico, confliggono con le attribuzioni leggendarie.
La santa, martire africana, non venne mai in Italia, mentre la regina Teodolinda concluse la propria vicenda umana nel VII secolo, ben cinque secoli prima della costruzione della basilica.
Si può ragionevolmente supporre che la basilica fosse espressione della pietas della comunità di Lesina ed al servizio delle sue esigenze religiose e liturgiche.
La fine
Le violenti vicende storiche dell’epoca, il medioevo, portarono alla scomparsa ed alla dispersione della comunità di Lesina ed alla conseguente decadenza della basilica stessa, che culminò nel XIV secolo. Seguì, infatti, il destino di analoghe costruzioni che, in Italia e in altri paesi, ebbero momenti di grandezza e fine ingloriosa, riducendosi a cave di materiale edile.
Questo fu il destino dell’abbazia di Santa Giulia come lo fu di tanti altri monumenti religiosi e civili dell’epoca.
L’architettura
L’edificio ha una struttura architettonica basilicale a tre navate culminanti in tre absidi, l’interno era distribuito in cinque campate di cui sopravvive solo la prima antistante le absidi.
Rimangono oggi, a testimonianza di quello che fu la basilica di Santa Giulia, le tre absidi e la prima campata coperti da tetti non più originali e parti della muratura perimetrale. La parte scoperta, ossia quella priva di tetto, è stata ed è tuttora parte del cimitero di Bonate Sotto con ancora molti tumuli e testimonianze sepolcrali.
Un inopinato restauro settecentesco sopraelevò di circa un metro l’abside centrale e sostituì, variandone la pendenza, la copertura lapidea dei tetti con tegole di terracotta. Il sopralzo è chiaramente visibile nelle immagini relative l’abside centrale dove balza evidente come corpo estraneo, aggiunto successivamente ed alterante l’armonia geometrica originaria
L’abside centrale, attualmente adibita a cappella cimiteriale, è stata affrescata nel 1795 dal pittore Vincenzo Angelo Orelli in collaborazione col fratello Baldassarre, specializzato nell’esecuzione delle quadrature[2].
I resti della basilica lasciano immaginare la sua forma originaria e testimoniano l’eleganza della sua decorazione architettonica. Di particolare finezza sono i residui capitelli interni, scolpiti in leggere forme zoomorfe, antropomorfe e geometriche mentre sottile e gentile appare l’ornato esterno delle absidi con le finestrelle a doppio sguancio separate da cordonature o semicolonne che slanciano e snelliscono la struttura.
L’ornatura di alcuni capitelli richiama lo stile cluniacense e sembra quasi anticipare il gotico tipico di Cluny.
Lo zoccolo dei tetti delle absidi è ornato con un giro di archetti, alcuni dei quali terminano su graziose testine.
Una notazione particolare va fatta per l’urna cineraria posta sulla colonna antistante la prima navata, urna che ha alimentato la leggenda della costruzione della basilica per iniziativa della regina Teodolinda.
La leggenda voleva che questa urna contenesse i resti mortali di una figlia della regina longobarda a suffragio della quale la madre avrebbe costruito la basilica.
In effetti si tratta di un reperto archeologico ben più antico: un’urna cineraria romana, di epoca imprecisata, che custodiva i resti di una fanciulla dodicenne di nome Tiziana e piccoli oggetti d’oro forse parte del suo abbigliamento.
Sulla facciata dell’urna si legge ancora:
RO….
TI…NAE
QUAE VIXIT
ANN. XII. M.VII D. XIII
Non testimonianza longobarda ma espressione della pietà romana, altro non è dato sapere.
Particolari artistici
Vista da S/O
http://www.comune.bonate-sotto.bg.it/ sito istituzionale
http://icbonatesotto.gov.it/ sito Istituto comprensivo
http://www.edilceramicheberetta.com/ sito Edilceramiche Beretta
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