Comuni della Bergamasca: Cavernago ed il Castello di Malpaga

Cavernago comune | |||||
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![]() Castello di Malpaga di Bartolomeo Colleoni | |||||
Localizzazione | |||||
Stato | ![]() | ||||
Regione | ![]() | ||||
Provincia | ![]() | ||||
Amministrazione | |||||
Sindaco | Giuseppe Togni (lista civicaProgetto Cavernago) dal 25/05/2014 | ||||
Territorio | |||||
Coordinate | 45°38′N 9°46′E | ||||
Altitudine | 199 m s.l.m. | ||||
Superficie | 7,65 km² | ||||
Abitanti | 2 627[1] (31-12-2014) | ||||
Densità | 343,4 ab./km² | ||||
Frazioni | Malpaga | ||||
Comuni confinanti | Calcinate, Ghisalba,Grassobbio, Seriate,Urgnano, Zanica | ||||
Altre informazioni | |||||
Cod. postale | 24050 | ||||
Prefisso | 035 | ||||
Fuso orario | UTC+1 | ||||
CodiceISTAT | 016066 | ||||
Cod. catastale | C396 | ||||
Targa | BG | ||||
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa) | ||||
Nome abitanti | cavernaghesi | ||||
Patrono | san Marco | ||||
Giorno festivo | 25 aprile | ||||
Cartografia | |||||
![]() Cavernago | |||||
![]() Posizione del comune di Cavernago nella provincia di Bergamo |
Cavernago (Caernàch in dialetto bergamasco[2]) è un comune italiano di 2.627 abitanti della provincia di Bergamo, in Lombardia.
Situato nella pianura bergamasca, dista circa 12 chilometri a sud-est dal capoluogo orobico.
Storia
Le origini del paese risalgono all’epoca romana, come si evince da testimonianze inerenti alcuni insediamenti umani stabili risalenti a quel periodo storico. Pare infatti che il territorio fosse interessato dalla presenza delle truppe imperiali che, come accadde anche in numerosi altri centri della zona, posero le basi per lo sviluppo di un piccolo borgo.
Al termine della dominazione romana il territorio risentì delle invasioni barbariche, vivendo una fase di parziale spopolamento. La situazione migliorò con la stabilizzazione politica dei secoli successivi e l’avvento dei Longobardi prima e dei franchi poi, i quali, istituendo il Sacro Romano Impero, diedero il via allo sviluppo del feudalesimo.
Su questo territorio gli scontri tra le fazioni dei guelfi e dei ghibellini raggiunsero aspri livelli, volti soprattutto al predominio di una zona considerata strategica, essendo posta ai limiti della pianura, ma allo stesso tempo nelle immediate vicinanze della città di Bergamo. Inizialmente il possesso di questi territori fu affidato alla diocesi di Bergamo e le entrate gestite dai canonici della cattedrale orobica, ai quali subentrò poi la signoria della famiglia dei Colleoni, grazie all’acquisto dei terreni da parte di Bartolomeo, valente condottiero capostipite della dinastia.
Le numerose fortificazioni e manieri che sorsero nei paraggi caratterizzarono notevolmente la vita del piccolo borgo: in particolar modo i castelli di Cavernago e di Malpaga, che tutt’oggi fanno bella mostra di sé ergendosi maestosi nella pianura. Entrambi furono proprietà della famiglia Colleoni, anche se con funzioni differenti: il primo venne utilizzato come residenza signorile dalla discendenza del condottiero passando al ramo Martinengo-Colleoni, mentre il secondo fu una sorta di piccola reggia in cui Bartolomeo decise di ritirarsi dopo una vita di battaglie. La fortificazione, dotata di un doppio fossato, era luogo di ritrovo per feste, banchetti e tornei a cui intervennero numerosi personaggi importanti di quel tempo, sia a livello politico che a livello artistico, dando lustro e splendore all’edificio in cui vivevano circa seicento tra cavalieri e servitù. Vennero inoltre costruiti numerosi canali irrigui per facilitare le attività agricole: su tutte spicca la roggia Borgogna, creata dal Colleoni stesso, che a sua volta genera le roggeMartinenga, Borgogna di Cavernago ed una fitta serie di canali minori.
Questa situazione, inserita nel contesto politico in cui il potere era detenuto dalla Repubblica di Venezia (alleata con la famiglia Colleoni), il paese visse una situazione di tranquillità, anche se nell’anno 1630 la popolazione fu più che dimezzata a causa dell’ondata di peste che colpì l’intera Europa.
Dopo l’avvento della Repubblica Cisalpina, a cui passò nel 1797, Cavernago cominciò ad assumere le caratteristiche di borgo agricolo: le coltivazioni predominanti erano quelle di frumento e granoturco. Restano, ai margini del centro abitato, numerosi esempi di cascinali, alcuni utilizzati, altri caduti in disuso.
Di epoca recente, precisamente della seconda metà del XX secolo, sono invece gli insediamenti industriali che hanno contribuito ad un notevole accrescimento economico del paese.
Monumenti e luoghi d’interesse
I principali edifici sono indubbiamente i castelli di Malpaga, tuttora frazione di Cavernago, e quello sito nel capoluogo.
Oltre a questi esempi di rara bellezza, sono degni di menzione anche le chiese parrocchiali di Cavernago e di Malpaga. La prima, edificata nel corso del XVI secolo, era inizialmente una chiesa privata della famiglia Martinengo-Colleoni, mentre la seconda, recentemente ristrutturata, risale al XV secolo e possiede al proprio interno opere di buon pregio. La prima opera in ordine cronologico del pittore Vincenzo Angelo Orelli è la Trinità, la Vergine e anime purganti, dipinta nel 1772 per l’Oratorio dei Morti.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[3]
Infrastrutture e trasporti
Fra il 1884 e il 1931 la località era servita da una fermata posta lungo la tranvia Bergamo-Soncino.
Amministrazione
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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26 maggio 2014 | in carica | Giuseppe Togni | Lista civica “Progetto Cavernago” | Sindaco | |
14 giugno 2004 | 26 maggio 2014 | Giuliano Verdi | Lista civica “Cavernago Democratica” | Sindaco | |
1990 | 2004 | Vittorio Feliciani | Lista civica – | Sindaco |
Sport
Nel paese di Cavernago è presente la Polisportiva Cavernago nata nel 1981, che propone diverse attività: pallavolo, judo, karate, tennis tavolo, zumba, dedicate soprattutto allo sport giovanile.
A Malpaga è presente l’ASCT, dedita al gioco del Tamburello.
Calcio
La principale squadra di calcio della città è l’A.S.D. Cavernago 2005, che milita nel girone C bergamasco di 3ª Categoria. È nata nel 2005.
Castello di Malpaga
Castello di Malpaga | |
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Il castello di Bartolomeo Colleoni | |
Ubicazione | |
Stato | ![]() |
Stato attuale | Italia |
Regione | Lombardia |
Città | Cavernago |
Coordinate | 45°37′01″N 9°45′31″E |
Informazioni generali | |
Tipo | fortificazione militare poi residenza nobiliare |
Stile | KKl |
Costruzione | XII secolo-XV secolo |
Materiale | mattoni |
Primo proprietario | Bartolomeo Colleoni |
Proprietario attuale | proprietà privata |
Visitabile | si |
Sito web | http://www.castellomalpaga.it/ |
Informazioni militari | |
Azioni di guerra | D |
voci di architetture militari presenti su Wikipedia | |
Il castello di Malpaga si trova nel territorio di Cavernago, piccolo comune alle porte di Bergamo.
Ha un aspetto imponente e minaccioso, una volta centro del Principato di fatto che Bartolomeo Colleoni, capitano generale di Venezia, si era costruito.
Corte rinascimentale
Bartolomeo Colleoni acquistò nel 1456, dal Comune di Bergamo, il castello diroccato di Malpaga con l’intenzione di farne la propria residenza ed il centro del suo dominio.
Ristrutturò e trasformò il castello rendendolo una inespugnabile fortezza, campo di alloggiamento per i suoi soldati e magnifica residenza: corte principesca, testimonianza di un successo socio-militare, oltre che centro politico nello scenario spesso confuso della geopolitica italiana dell’epoca, e allo tempo stesso buen ritiro per gli anni del tramonto. Come tutti i principi rinascimentali il Colleoni voleva affermare e manifestare il prestigio raggiunto ed il potere conquistato attraverso opere visibili che dessero memoria della grandezza raggiunta, attraverso un mecenatismo che ne certificasse la sensibilità alla cultura, al bello, all’arte.
Mecenatismo
Il mecenatismo era una tendenza, un costume di vita che i condottieri seguivano
« conformandosi all’andamento del gusto e ai comportamenti della classe dominante del loro tempo » |
(Mallett M. – Signori e mercenari. La guerra nell’Italia del Rinascimento./) |
Ogni condottiero di successo era partecipe di questa tendenza ed aveva disponibilità enormi di denaro contante con cui finanziare grandiose opere civili e militari, acquistare o commissionare opere d’arte, pagare e mantenere, diremo oggi sponsorizzare, poeti e letterati, eccelsi e minori, tra i quali basta ricordare Petrarca e Dante Alighieri e, nel caso del Colleoni, Antonio Cornazzano, anche se l’accostamento non è dei migliori.
Opere come quelle di Vittorino da Feltre, di Alberti, di Pisanello furono possibili perché vi erano committenti come i condottieri Gianfrancesco Gonzaga e Sigismondo Malatesta.
Monumenti grandiosi come il palazzo ducale di Urbino del Laurana o le opere di Piero della Francesca furono possibili perché vi era un condottiero come Federico II di Montefeltro che li volle e li poté finanziare, non certo con i proventi delle sue povere terre; lo stesso fu per il Castello Sforzesco di Milano in cui Francesco Sforza profuse enormi capitali o per ilMantegna che operava per il Gonzaga, il cui casato si distinse per la sfarzosa e gioiosa attività edile che arricchì Mantova, e la cui vita brillante era esempio per molti Corti europee. Questi sono solo gli esempi più significativi che testimoniano questo nuovo spirito che l’enorme ricchezza, acquisita con l’attività bellica, consentiva di esprimere con magnificenza e munificenza.
Gli affreschi
Le pareti del castello sono quasi interamente affrescate e costituiscono non solo una viva e bellissima testimonianza artistica ma anche una testimonianza degli usi e del modus vivendi dell’epoca.
Salone dei banchetti
Alcuni affreschi sono deteriorati, ma ancora ampiamente leggibili, altri sono stati vandalizzati ad eterna testimonianza della barbaria e della stupidità di certa umanità, altri invece sono ancora splendidi, vivi e destano l’ammirazione e lo stupore del visitatore.
Questi ultimi celebrano la visita del re Cristiano I di Danimarca, ne illustrano il corteo regale, l’ospitalità del Colleoni, i banchetti, i tornei e le scene di caccia. Questi affreschi sono stati commissionati dagli eredi ad esaltazione della casata, e sono attribuiti al Romanino.
In alcune scene son rappresentati i volti del Colleoni e di Cristiano I, ma sono rappresentazioni idealizzate.
Cortile interno
Allo stesso Romanino è stato attribuito l’affresco della parete del cortile, prospiciente l’ingresso, rappresentante la battaglia della Riccardina, battaglia splendidamente combattuta dal Colleoni, questa volta, per interesse proprio nella ricerca della gloriosa impresa. L’affresco si trova all’aperto ed è deteriorato dall’esposizione all’intemperie ed alla luce viva del sole, ma è ancora ampiamente leggibile, Si tratta di un affresco particolarmente importante perché rappresenta con naturale e vivo realismo la scena bellica, i combattenti, le armature, i cavalli ed i movimenti quasi animati nel loro realismo figurativo.
Stanze al piano superiore
Al piano superiore del castello vi sono, anche, degli affreschi secenteschi di non eccelsa fattura, ma ancora vividi nei loro colori vivaci.
Su alcune pareti sono rappresentate delle allegorie che testimoniano una certa sensibilità del condottiero che voleva dare di sé anche un’immagine di umanità, in contrasto con la sua fama di rude guerriero. Particolarmente significativa è l’allegoria del silenzioraffigurata nelle forme di un vecchio che fa il segno del silenzio o del segreto, che tutti al castello erano tenuti ad osservare.
Camera da letto del Colleoni
In quella che era la stanza privata del Colleoni si nota l’assenza del caminetto per ragioni di sicurezza, si voleva evitare la possibilità di intrusioni nemiche attraverso la canna fumaria, e la presenza di un piccolo affresco sacro quattrocentesco, che la tradizione vuole particolarmente amato dal Colleoni. Sempre per ragioni di sicurezza, alle finestre c’erano degli sbarramenti, di modo che nessuno potesse entrare nella camera per attentare alla vita del re. In più si usava dormire da seduti, sia per digerire meglio (all’epoca si usava mangiare molti legumi, quindi cibo pesante, difficile da digerire) ma anche per ragioni difensive, infatti quando dormivano tenevano sempre una spada sul fianco del letto in modo che, se qualcuno era riuscito ad entrare nella camera il re riusciva ad alzarsi più in fretta e riusciva a difendersi.
Una descrizione contemporanea del castello è quella fatta, nel 1483, da Marin Sanudo nel suo Itinerario per la Terraferma Veneziana
« Malpaga castello habitato olim dal capitaneo generalle bergamasco, nunc di Alessandro de Martinengo, conductor de 100 cavalli ne l’exercito, hè quadro, à do man de fosse; la prima con mure di la et di qua, et dentro atorno hé tutto stalle; poi per un altro ponte levador, con fosse di acqua, hé il castello, bello palazo con camere e salle adornato, ivi è il capitaneo retracto; à una torre dove si fa la guardia. » |
(M. Sanudo, Itinerario per la Terraferma Veneziana nell’anno MCCCCLXXXIII, Padova, 1847) |
Visitando il castello ci si trova di fronte ad un’apoteosi di colori, tesi ad esaltare la figura del condottiero e che ingentiliscono un maniero che si presenta all’esterno nella sua architettura militare rude e minacciosa, circondato da un imponente fossato, di cui sono visibili i resti, ma addolcito all’interno dalle mani degli artisti che via via si sono succeduti.
Signore rinascimentale
Anche il Colleoni seguì quella che si potrebbe chiamare una moda rinascimentale, ampliò ed abbellì il Castello di Malpaga, ne commissionò gli affreschi a maestri di scuola francese forse borgognone, ne fece un lussuoso ed elegante ritiro, adeguato al riposo di un grande guerriero, oltre che centro culturale e politico.
Nacque così una Corte, una Reggia fastosa, testimone di avvenimenti storici e della presenza di grandi personaggi, nonchéluogo di delizie in senso tutto rinascimentale, che i suoi eredi cercheranno di migliorare, esaltando le gesta dell’illustre avo, a maggior gloria e vanto della casa.
Per le sale di Malpaga passarono, splendidamente ospitati, Borso d’Este, i figli di Francesco Sforza, Carlo il Temerario duca di Borgogna, la cui corte raggiunse apici di magnificenza che tutta l’Europa cercherà d’imitare, ed il Re Cristiano I di Danimarca.
Mecenate
Malpaga ospitò anche degli umanisti, prevalentemente bergamaschi come Jacopo Tiraboschi e Giovanni Michele Carrara oltre che forestieri come il Pagello ed Antonio Cornazzano. Quest’ultimo scrisse la biografia di Bartolomeo Colleoni, certamente commissionatagli dallo stesso. Anche in questo amore per la biografia, ovviamente più encomiastica che storica, il nostro condottiero indulse seguendo il gusto dell’epoca.
La corte di Malpaga, tuttavia, rimase la residenza di un rude guerriero, il cui carattere è ben rappresentato nell’immagine che ne dà il Verrocchio, più avvezzo ai campi di Marte che alle raffinatezze culturali in genere.
Una volta assolto quell’omaggio alla cultura che lo stato sociale raggiunto esigeva il Colleoni preferiva dedicarsi ai vigorosi riti dei tornei e delle battute di caccia.
Tutto testimonia il rango raggiunto da quel ragazzo che aveva iniziato la propria carriera militare come paggio di Filippo Arcelli a Piacenza.
Il Castello di Cavernago (dal sito ufficiale)
Il castello di Cavernago, Castello Martinengo Colleoni, è stato costruito tra il 1597 e il 1610 su un precedente caseggiato di proprietà dei Canonici della cattedrale di Bergamo dedicata a Sant’Alessandro in Colle Aperto. Le prime notizie dell’antico fabbricato precedente risalgono al 1234 quando tale Salvo di Bellobon vendette l’intera proprietà che includeva la casa al prete Redulfo di Ghisalba che l’acquistò in nome e per conto del Capitolo di Bergamo. I Canonici coltivarono le terre e migliorarono la casa, ma nulla di più finché nel 1341 si disfarono della tenuta che passò a un uomo ricco del quale si sa soltanto che si chiamava Guglielmo ed era figlio di Pietro Assonica. Fu uno dei suoi successori che un secolo dopo vendette l’intera proprietà a Bartolomeo Colleoni con un atto notarile datato 15 luglio 1470. L’anno in cui il condottiero aveva perso l’adorata figlia Medea cui avrebbero dedicato la famosa Cappella costruita dall’Amadeo su uno dei colli di Bergamo Alta di fianco alla chiesa di Santa Maria. Morendo Bartolomeo Colleoni, che non aveva eredi maschi, lasciò le sue proprietà e il suo cognome ai tre generi Giacomo, Gherardo e Gaspare Martinengo che avevano sposato tre delle sue figlie Caterina, Ursina e Isotta e che avevano combattuto a fianco a lui come capi squadra in tante battaglie. A Gherardo toccò il podere di Cavernago e fu un suo nipote, in quarta generazione, Francesco Martinengo Colleoni a costruire il castello com’è ora. il Martinengo, uomo d’arme e ingegnere militare, era stato per tutta la sua vita al servizio dei duchi di Savoia Emanuele Filiberto prima Carlo Emanuele dopo ma, su loro licenza, aveva anche combattuto contro i turchi di Solimano a Malta sotto la bandiera della Serenissima. E fu a Venezia che trovò il disegno fatto dal Sansovino (Jacopo Tatti) del grande cortile con doppio loggiato che caratterizza l’interno del Castello. Francesco fu anche un fine diplomatico e uomo di cultura. Nel 1608 ospitò a Cavernago Francesco IV Duca di Mantova invitato per perfezionare le clausole del suo matrimonio con Margherita di Savoia, figlia di Carlo Emanuele. Per tre giorni gli offrì feste e tornei il cui ricordo divenne leggenda. A ingentilire il Castello chiamò i pittori Giacomo Barbello di Lodi e Gian Battista Azzola che ne affrescarono le sale. La presenza dei Martinengo Colleoni doveva protrarsi per oltre duecento anni attraverso varie vicende storiche e famigliari fino a quando, sullo spirare del XIX secolo, il ramo della famiglia si estinse. Seguirono alcuni passaggi di proprietà conclusi con un periodo di totale decadenza e di completo abbandono dopo l’ultima guerra. Ora appartiene da oltre sessant’anni ai Principi Gonzaga di Vescovato, che ne stanno curando il minuzioso restauro.
http://www.comune.cavernago.bg.it/ sito istituzionale
https://www.facebook.com/comunedicavernago/ pagina ufficiale
https://castellodicavernago.com/ sito del Castello di Cavernago, da cui abbiamo tratto la storia.
http://www.castellomalpaga.it/it/ sito del Castello di Malpaga
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