6 ottobre 1989 – Muore l’attrice Bette Davis

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Ruth Elizabeth Davis, detta Bette (Lowell, 5 aprile 1908 – Neuilly-sur-Seine, 6 ottobre 1989), è stata un’attrice statunitense.
Unanimemente considerata una delle più grandi attrici della storia del cinema per il grande talento, il carisma e la sua forte presenza scenica, il suo mito sarà per sempre legato a personaggi di donne dal carattere forte e deciso, a cui aderì perfettamente con le sue straordinarie doti recitative.
La Davis esordì a Broadway, per poi approdare a Hollywood nei primi anni trenta. Nel 1934, grazie alla sua interpretazione nel film Schiavo d’amore, riuscì ad imporsi come stella di prima grandezza, scandendo il resto del decennio e la prima metà degli anni quaranta con grandissimi trionfi. A partire dalla seconda metà del decennio, la Davis alternò momenti di grande successo cinematografico a fasi di appannamento, durante le quali si dedicò maggiormente al teatro. A partire dalla metà degli anni sessanta, cominciò ad alternare regolarmente cinema, teatro e televisione con un certo successo, aggiudicandosi anche un Emmy Award per la sua interpretazione nella miniserie L’abisso – Storia di una madre e di una figlia (1979). Negli anni settanta le fu dedicata la canzone Bette Davis Eyes, interpretata da Jackie DeShannon, ma portata al successo da Kim Carnes nel 1981.
Bette Davis è stata la prima donna a venire eletta presidente dell’Academy, e la prima attrice della storia a raggiungere il record di dieci nomination all’Oscar, premio che ha vinto due volte come miglior attrice: nel 1936 per la sua performance in Paura d’amare (1935) e nel 1939 per il film Figlia del vento (1938). Gli altri film per cui è stata candidata sono: Tramonto (1939), Ombre malesi (1940), Piccole volpi(1941), Perdutamente tua (1942), La signora Skeffington (1944), Eva contro Eva (1950) per cui ha vinto, fra gli altri premi, il prix d’intérpretation féminine al Festival di Cannes, La diva (1952) e Che fine ha fatto Baby Jane? (1962). Altri celebri film da lei interpretati sono: Il conte di Essex (1939), L’amica (1943), Peccato (1949), Angeli con la pistola (1961), Piano… piano, dolce Carlotta (1964), Lo scopone scientifico (1972) e Le balene d’agosto (1987)
Nel 1999 l’American Film Institute ha inserito la Davis al secondo posto, dietro Katharine Hepburn, nella classifica delle più grandi star della storia del cinema.[1]
Biografia
Infanzia
Figlia primogenita dell’inglese Harlow Morrel e della francese Ruth Favor, venne soprannominata Bette dalla madre, che aveva letto il romanzo La cugina Bette di Honoré de Balzac. Trascorse un’infanzia tranquilla fino all’età di sette anni, quando il padre abbandonò la famiglia; la madre, costretta a lavorare per vivere, dovette iscrivere Bette e la sorella in collegio. In questo periodo la Davis iniziò a studiare danza con la celebre coreografa e ballerina Martha Graham, e ben presto scoprì una grande passione per la recitazione.
Promessa del teatro
Dopo essersi diplomata alla Cushing Academy, non riuscì ad essere ammessa alla scuola di recitazione “Eva Le Galienne’s Manahattan Civic Repertory”.[2] Passò così alla “John Murray Anderson’s Dramatic School” e, per pagarsi gli studi, posò nuda per la scultrice Anne Coleman Ladd, trovando anche un lavoretto come cameriera.
All’accademia si distinse per la sua bravura nella recitazione in uno spettacolo off Broadway, dal titolo The Earth Between (1923), guadagnandosi l’approvazione dei suoi insegnanti. Sue compagne di corso erano all’epoca Katharine Hepburn e Lucille Ball. Il debutto ufficiale avvenne, sempre a Broadway, verso la fine degli anni venti, con Broken Dishes, in cui ottenne grande successo di pubblico e di critica.
Da comprimaria alla Universal a diva della Warner

Bette Davis in Three on a Match(1932)
Nonostante avesse vinto nel 1930 un premio come “migliore attrice giovane dell’anno”, il produttore Samuel Goldwyn si rifiutò categoricamente di scritturarla, considerandola “troppo brutta”; tuttavia, nel 1931, la Davis fece il suo debutto cinematografico come protagonista nel film The Bad Sister, primo film girato per la casa produttrice Universal, al fianco di un emergente Humphrey Bogart. I due attori lavoreranno insieme in altri film tra cui: Three on a Match (1932), di Mervyn LeRoy, La foresta pietrificata (1936) e Tramonto (1939). Archie Mayo, già sotto contratto con la Warner Brothers, lancerà definitivamente la carriera di Bogart[3].
L’anno successivo la Davis stipulò un contratto di sette anni con Jack Warner il quale, al momento della firma, le rivolse queste parole: “Hai il fascino di Stanlio e Ollio messi assieme, ma ti prendo per il tuo talento”. Sarà proprio alla Warner Brothers, uno dei più importanti studios di Hollywood, che l’attrice trascorrerà il periodo migliore della sua carriera, ma dovrà combattere non poco (talvolta anche per vie legali) per ottenere dai produttori la meritata attenzione.
Farà storia la “presunta” dichiarazione di odio di Bette Davis nei confronti di Joan Crawford, diva della MGM[4]. Nel 1934 la Davis ottenne il suo primo grande successo interpretando, per la RKO, il melodramma Schiavo d’amore di John Cromwell, in cui impersonò con superba cattiveria una cameriera che sfrutta l’amore e la dedizione di uno studente.
Due volte Premio Oscar
Alla metà degli anni trenta, il successo di Bette Davis era ormai consolidato, tanto che nel 1936l’attrice vinse il suo primo Oscar alla miglior attrice protagonista per il film Paura d’amare (1935). A detta della stessa Davis, tale premio fu una sorta di atto riparatorio, poiché l’Oscar le era stato negato l’anno prima, per la sua interpretazione in Schiavo d’amore (1934).
Ormai affermatasi come stella di prima grandezza, l’attrice iniziò a selezionare i copioni più adatti al suo talento e al suo temperamento, rifiutando invece ruoli convenzionali. L’unica parte che non riuscì ad ottenere fu quella di Rossella O’Hara in Via col vento (1939), dato il suo rifiuto di avere come partner Errol Flynn. La scelta definitiva cadde poi su Vivien Leigh e Clark Gable.
Per una sorta di ripicca, nel 1938 l’attrice si fece costruire una parte su misura, quella di una testarda donna del Sud, nel sontuoso film in costume Figlia del vento, diretto da William Wyler, facendosi addirittura modellare un vistoso abito di colore rosso, stretto in vita e molto scollato, che la rese quanto mai seducente. Figlia del vento ottenne un grande successo, e per la sua interpretazione Bette Davis ricevette il suo secondo Oscar.
Anni quaranta
Durante i primi anni quaranta Bette Davis conobbe un susseguirsi di trionfi: fu una moglie fedifraga e assassina in Ombre malesi (1940), una perfida donna del Sud, avida di denaro in Piccole volpi (1941), entrambi diretti da William Wyler, e un’aristocratica – prima bruttina ed insicura poi bella e disinvolta – in Perdutamente tua (1942) di Irving Rapper. Tuttavia, verso la fine del decennio, l’attrice si rese conto che la Warner Brothers le proponeva ormai solo film di modesta levatura, cosicché decise di lasciare definitivamente lo Studio presso cui aveva lavorato per ben diciotto anni.
Dopo un breve periodo di oscurità artistica, nel 1950 Bette Davis tornò alla ribalta grazie alla mirabile interpretazione di Margo Channing, una passionale e arguta diva teatrale sul viale del tramonto in Eva contro Eva di Joseph L. Mankiewicz, film sul mondo del teatro, che le valse una nomination all’Oscar e una Palma d’oro al festival di Cannes. Negli anni seguenti, trovandosi ancora coinvolta in film di medio livello, tornò a dedicarsi al teatro.
Una singolare inserzione e un ritorno “sanguinario”
Al culmine di un periodo poco felice, non riuscendo a trovare una scrittura decente, nel 1962 la Davis fece pubblicare un amaro e ironico annuncio in una rivista cinematografica: «Madre di tre bambini di 10, 11 e 15 anni, divorziata, americana, trent’anni di esperienza come attrice cinematografica, versatile e più affabile di quanto si dica, cerca impiego stabile a Hollywood. Bette Davis, c/o Martin Baum, G.A.C.[5] Referenze a richiesta».
Nello stesso anno si riscattò grazie a Che fine ha fatto Baby Jane? (1962), diretto da Robert Aldrich, capolavoro in stile Grand Guignol, in cui fu strepitosa, grazie al suo travolgente istrionismo, nel ruolo di una ex-bambina prodigio malata di mente che vessa crudelmente la sorella (interpretata dalla sua storica rivale, Joan Crawford), paralizzata in seguito ad un incidente. Il film ottenne un grandissimo successo internazionale, e l’interpretazione dell’attrice fu apprezzatissima sia dal pubblico che dalla critica, tanto da meritare una nomination all’Oscar.
Nel 1964 la Davis ottenne un nuovo successo con la sua performance nell’horror gotico Piano… piano, dolce Carlotta, sempre per la regia di Aldrich, in cui impersonò un’anziana bellezza del Sud. Successivamente l’attrice riceverà poche proposte di alto livello, e quasi tutte per parti secondarie in film del terrore. A partire dagli anni settanta si dedicò soprattutto alla televisione.
Nel 1972 girò in Italia Lo scopone scientifico con Alberto Sordi: i rapporti con l’attore italiano non sarebbero stati semplici, tanto che la Davis lo definì antipatico, maleducato e provinciale[6]. L’attrice, inoltre, ebbe più tardi a dichiarare: «Alberto Sordi lo avevo soprannominato Alberto Sordido. Ho trovato imperdonabile il suo rifiuto di parlare in inglese con me, visto e considerato che parlava un ottimo inglese»[7].
Tra le sue sporadiche apparizioni cinematografiche degli ultimi anni, vanno ricordate quelle in Assassinio sul Nilo (1978) di John Guillermin, e Le balene d’agosto (1987) di Lindsay Anderson, toccante film in cui apparve accanto a tre vecchie glorie del cinema, Lillian Gish, Vincent Price e Ann Sothern.
Vita privata
Bette Davis si è sposata quattro volte:
- con Harmon Nelson (dal 1932 al 1939). Nel 1933 abortì per non compromettere la sua carriera;
- con Arthur Farnsworth (dal 1940 fino alla morte di lui nel 1943);
- con William Grant Sherry (dal 1945 al 1950), da cui ebbe una figlia, Barbara (1947):
- con l’attore Gary Merrill (dal 1950 al 1960), con cui adottò due figli, Michael e Margot.
Nel 1985, la figlia Barbara scrisse il libro My Mother’s Keeper, descrivendo la madre come « […] un’isterica alcolizzata». La Davis rimase molto colpita e nel 1987 replicò a sua volta, quasi come in risposta, pubblicando l’autobiografico This’n’That (Questo e quello), in collaborazione con Michael Herskowitz.
Sulla sua solitudine di donna e, spesso, anche di artista, la Davis aveva precedentemente fatto pubblicare, nel 1962, una prima autobiografia, The Lonely Life: an Autobiography[8].
Ultimi anni
Nell’ultimo periodo della sua vita la Davis fu afflitta da diversi problemi di salute: dapprima sviluppò una osteomielite, che riuscì a curare; nel 1983 venne operata di un tumore al seno, mentre in rapida successione fu colpita da un ictus e poi da un infarto. Nel 1988 partecipò ancora a un film, Strega per un giorno, nel ruolo di Miranda, una vecchia strega. Morì a Parigi il 6 ottobre 1989, all’età di 81 anni, per l’aggravarsi del suo male. Pochi giorni prima aveva ritirato un premio alla carriera al Festival cinematografico di San Sebastian.
Le sue spoglie riposano presso il Forest Lawn Memorial Park “Hollywood Hills” di Los Angeles[9].
Filmografia
Cinema
- The Bad Sister, regia di Hobart Henley (1931)
- Il richiamo dei figli (Seed), regia di John M. Stahl (1931)
- La donna che non si deve amare (Waterloo Bridge), regia di James Whale (1931)
- Way Back Home, regia di William A. Seiter (1932)
- The Menace, regia di Roy William Neill (1932)
- Hell’s House, regia di Howard Higgin (1932)
- The Man Who Played God, regia di John G. Adolfi (1932)
- So Big!, regia di William A. Wellman (1932)
- The Rich Are Always with Us, regia di Alfred E. Green (1932)
- The Dark Horse, regia di Alfred E. Green (1932)
- Tentazioni (The Cabin in the Cotton), regia di Michael Curtiz (1932)
- Three on a Match, regia di Mervyn LeRoy (1932)
- 20.000 anni a Sing Sing (20,000 Years in Sing Sing), regia di Michael Curtiz (1932)
- Just Around the Corner (corto) (1933)
- Uomini nello spazio (Parachute Jumper), regia di Alfred E. Green (1933)
- Lo zio in vacanza (The Working Man), regia di John G. Adolfi (1933)
- Ex-Lady, regia di Robert Florey (1933)
- Bureau of Missing Persons, regia di Roy Del Ruth (1933)
- The Big Shakedown, regia di John Francis Dillon (1934)
- Le armi di Eva (Fashions of 1934), regia di William Dieterle (1934)
- Jimmy il gentiluomo (Jimmy the Gent), regia di Michael Curtiz (1934)
- Nebbia a San Francisco (Fog Over Frisco), regia di William Dieterle (1934)
- Schiavo d’amore (Of Human Bondage), regia di John Cromwell (1934)
- Housewife, regia di Alfred E. Green (1934)
- Il selvaggio (Bordertown), regia di Archie Mayo (1935)
- The Girl from 10th Avenue, regia di Alfred E. Green (1935)
- Miss prima pagina (Front Page Woman), regia di Michael Curtiz (1935)
- Il grande nemico (Special Agent), regia di William Keighley (1935)
- Paura d’amare (Dangerous), regia di Alfred E. Green (1935)
- La foresta pietrificata (The Petrified Forest), regia di Archie Mayo (1936)
- Mogli di lusso (The Golden Arrow), regia di Alfred E. Green (1936)
- Satan Met a Lady, regia di William Dieterle (1936)
- Le cinque schiave (Marked Woman), regia di Lloyd Bacon e Michael Curtiz (non accreditato) (1937)
- L’uomo di bronzo (Kid Galahad), regia di Michael Curtiz (1937)
- Vivo per il mio amore (That Certain Woman), regia di Edmund Goulding (1937)
- Avventura a mezzanotte (It’s Lov I’m After), regia di Archie Mayo (1937)
- Figlia del vento (Jezebel), regia di William Wyler (1938)
- Io ti aspetterò (The Sisters), regia di Anatole Litvak (1938)
- Il grande amore (The Old Maid), regia di Edmund Goulding (1939)
- Tramonto (Dark Victory), regia di Edmund Goulding (1939)
- Il conquistatore del Messico (Juarez), regia di William Dieterle (1939)
- Il conte di Essex (The Private Lives of Elizabeth and Essex), regia di Michael Curtiz (1939)
- Paradiso proibito (All This, and Heaven Too), regia di Anatole Litvak (1940)
- Ombre malesi (The Letter), regia di William Wyler (1940)
- La grande menzogna (The Great Lie), regia di Edmund Goulding (1941)
- Sposa contro assegno (The Bride Came C.O.D.), regia di William Keighley (1941)
- Piccole volpi (The Little Foxes), regia di William Wyler (1941)
- Il signore resta a pranzo (The Man Who Came to Dinner), regia di William Keighley (1941)
- In questa nostra vita (In This Our Life), regia di John Huston (1942)
- Perdutamente tua (Now, Voyager), regia di Irving Rapper (1942)
- L’amica (Old Acquaintance), regia di Vincent Sherman (1943)
- Quando il giorno verrà (Watch on the Rhine), regia di Herman Shumlin (1943)
- Ho baciato una stella (Hollywood Canteen), regia di Delmer Daves (1944)
- La signora Skeffington (Mr. Skeffington), regia di Vincent Sherman (1944)
- Il grano è verde (The Corn is Green), regia di Irving Rapper (1945)
- L’anima e il volto (A Stolen Life), regia di Curtis Bernhardt (1946)
- Il prezzo dell’inganno (Deception), regia di Irving Rapper (1946)
- L’uomo proibito (Winter Meeting), regia di Bretaigne Windust (1948)
- Vorrei sposare (June Bride), regia di Bretaigne Windust (1948)
- Peccato (Beyond the Forest), regia di King Vidor (1949)
- Eva contro Eva (All About Eve), regia di Joseph L. Mankiewicz (1950)
- L’ambiziosa (Payment on Demand), regia di Curtis Bernhardt (1951)
- Telefonata a tre mogli (Phone Call from a Stranger), regia di Jean Negulesco (1952)
- La fossa dei peccati (Another Man’s Poison), regia di Irving Rapper (1952)
- La diva (The Star), regia di Stuart Heisler (1952)
- Il favorito della grande regina (The Virgin Queen), regia di Henry Koster (1955)
- Pranzo di nozze (The Catered Affair), regia di Richard Brooks (1956)
- Al centro dell’uragano (Storm Center), regia di Daniel Taradash (1956)
- Il capro espiatorio (The Scapegoat), regia di Robert Hamer (1958)
- Il grande capitano (John Paul Jones), regia di John Farrow (1959)
- Angeli con la pistola (Pocketful of Miracles), regia di Frank Capra (1961)
- Che fine ha fatto Baby Jane? (What Ever Happened to Baby Jane?), regia di Robert Aldrich (1962)
- La noia, regia di Damiano Damiani (1963)
- Chi giace nella mia bara? (Dead Ringer), regia di Paul Henreid (1964)
- Quando l’amore se n’è andato (Where Love Has Gone), regia di Edward Dmytryk(1964)
- Piano… piano, dolce Carlotta (Hush… Hush, Sweet Charlotte), regia di Robert Aldrich (1964)
- Nanny, la governante (The Nanny), regia di Seth Holt (1965)
- L’anniversario (The Anniversary), regia di Roy Ward Baker (1968)
- Connecting Rooms, regia di Franklin Gollings (1970)
- Provaci ancora mamma (Bunny O’Hare), regia di Gerd Oswald (1971)
- Agente segreto al servizio di madame Sin (Madame Sin), regia di David Greene(1972)
- Lo scopone scientifico, regia di Luigi Comencini (1972)
- Ballata macabra (Burnt Offerings), regia di Dan Curtis (1976)
- Ritorno dall’ignoto (Return from Witch Mountain), regia di John Hough (1978)
- Assassinio sul Nilo (Death on the Nile), regia di John Guillermin (1978)
- Gli occhi del parco (The Watcher in the Woods), regia di John Hough (1980)
- Le balene d’agosto (The Whales of August), regia di Lindsay Anderson (1987)
- Strega per un giorno (Wicked Stepmother), regia di Larry Cohen (1989)
Film e documentari su Bette Davis[modifica | modifica wikitesto]
- Le dee dell’amore (The Love Goddesses) (1965), documentario di Saul J. Turell – filmati di repertorio
- Feud – Bette and Joan (Feud) (2017), miniserie tv incentrata sulla storica rivalità tra la Davis e Joan Crawford, in cui la Davis è interpretata da Susan Sarandon
Televisione[modifica | modifica wikitesto]
- Alfred Hitchcock presenta (Alfred Hitchcock presents), serie TV, episodio Out There – Darkness (1959)
- Il virginiano (The Virginian) (1962) – serie TV
- Gunsmoke (1966) – Serie Tv
- The Judge and Jake Wyler (1972)
- L’ombra di Jennifer (Scream, Pretty Peggy) (1973)
- Hello Mother, Goodbye (1974)
- La scomparsa di Aimée (The Disappearance of Aimee) (1976)
- La casa (The Dark Secret of Harvest Home) (1978)
- L’abisso – Storia di una madre e di una figlia (Strangers – Story of a Mother and Doughter) (1979)
- Mamma bianca (White mama) (1980)
- Verso il cielo (Skyward) (1980)
- Bentornata, zia Elisabeth! (Family Reunion) (1981)
- A piano for Mrs. Cimino (1982)
- Gloria Vanderbilt (Little Gloria… Happy at Last) (1982)
- L’ultimo viaggio (Right of Way) (1983)
- Assassinio allo specchio (Murder With Mirrors) (1985)
- Quando l’estate muore (As Summers die) (1986)
Omaggi e citazioni
A Bette Davis è stata dedicata la canzone Bette Davis Eyes, scritta nel 1974 da Donna Weiss e Jackie DeShannon e portata al successo nel 1981 dalla cantante Kim Carnes.
È inoltre menzionata nella canzone di Bob Dylan Desolation Row e nella sua traduzione Via della povertà di Fabrizio De André.
Il suo nome è citato anche nella canzone Vogue di Madonna.
Premi e nomination
- Premio Oscar
- 1936 – Miglior attrice per Paura d’amare
- 1939 – Miglior attrice per Figlia del vento
- 1940 – Nomination alla miglior attrice per Tramonto
- 1941 – Nomination alla miglior attrice per Ombre malesi
- 1942 – Nomination alla miglior attrice per Piccole volpi
- 1943 – Nomination alla miglior attrice per Perdutamente tua
- 1945 – Nomination alla miglior attrice per La signora Skeffington
- 1951 – Nomination alla miglior attrice per Eva contro Eva
- 1953 – Nomination alla miglior attrice per La diva
- 1963 – Nomination alla miglior attrice per Che fine ha fatto Baby Jane?
- Golden Globe
- 1951 – Nomination alla miglior attrice in un film drammatico per Eva contro Eva
- 1962 – Nomination alla miglior attrice in un film commedia o musicale per Angeli con la pistola
- 1963 – Nomination alla miglior attrice in un film drammatico per Che fine ha fatto Baby Jane?
- Festival di Cannes
- 1951 – Prix d’intérpretation féminine per Eva contro Eva.
- Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
- 1937 – Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile per L’uomo di bronzo e Le cinque schiave.
- New York Film Critics Circle Award
- 1950 – Miglior attrice protagonista per Eva contro Eva.
- Nastro d’Argento
- 1952 – Miglior attrice straniera per Eva contro Eva.
![]() | Kennedy Center Honors |
— 1987 |
Doppiatrici italiane
- Lydia Simoneschi in La fossa dei peccati, L’uomo proibito, Vorrei sposare, Telefonata a tre mogli, Ho baciato una stella, Sposa contro assegno, Perdutamente tua, La signora Skeffington, L’anima e il volto, Peccato, Eva contro Eva, La diva, Il favorito della grande regina, Pranzo di nozze, Al centro dell’uragano, Il grande capitano, Angeli con la pistola, Quando l’amore se n’è andato, Piano… piano, dolce Carlotta, Alfred Hitchcock presenta
- Andreina Pagnani in Il conquistatore del Messico, Il conte di Essex, Figlia del vento, Il grande amore, Quando il giorno verrà, L’amica, Ombre malesi, Il prezzo dell’inganno, Il signore resta a pranzo
- Eva Ricca in Miss prima pagina, Nebbia a San Francisco, La foresta pietrificata (ridoppiaggio), Perdutamente tua (ridoppiaggio), L’ambiziosa (ridoppiaggio)
- Elsa Camarda in Nanny la governante, Le balene d’agosto, La casa, L’abisso – Storia di una madre e di una figlia
- Anna Miserocchi in Assassinio sul Nilo, L’ombra di Jennifer, Bentornata, zia Elisabeth!, Assassinio allo specchio
- Gabriella Genta in Chi giace nella mia bara?, Ritorno dall’ignoto, Gli occhi del parco
- Wanda Tettoni in Il grano è verde, Agente segreto al servizio di madame Sin
- Rina Morelli in Che fine ha fatto Baby Jane?, La noia
- Paola Mannoni in L’anniversario, Schiavo d’amore (ridoppiaggio)
- Serena Verdirosi in Jimmy il gentiluomo
- Margherita Bellini in Tramonto
- Giovanna Scotto in La grande menzogna
- Evi Maltagliati in Piccole volpi
- Tina Lattanzi in In questa nostra vita
- Cesarina Gheraldi ne Il capro espiatorio
- Lia Zoppelli in Lo scopone scientifico
- Adriana De Roberto in Ballata macabra
- Clara Bindi in Gloria Vanderbilt
- Paola Bacci in Figlia del vento (ridoppiaggio)
- Mila Vannucci in Io ti aspetterò (ridoppiaggio)
- Ada Maria Serra Zanetti in Il conte di Essex (ridoppiaggio)
- Maria Pia Di Meo in Paradiso proibito (ridoppiaggio)
- Valeria Valeri in Piccole volpi (ridoppiaggio)
- Stefania Patruno in Il signore resta a pranzo (ridoppiaggio)
- Roberta Greganti in L’amica (ridoppiaggio)
- Paola Giannetti ne Il prezzo dell’inganno (ridoppiaggio)
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