Castel Di Sangro, un miracolo che durò due stagioni
La favola del paesino abruzzese che giocò due anni in serie B

Rimanendo al discorso “favole calcistiche” già trattato col piccolo Pordenone, in grado di spaventare l’Inter in Coppa Italia, ripercorriamo la fiaba di un piccolo club di un paesino abruzzese che conquistò alla fine degli Anni Novanta la promozione in serie B, rimanendoci per due stagioni. Ill Castel di Sangro. Squadra che purtroppo, ha cessato di esistere nel 2005 e poi, dopo una nuova rifondazione, nuovamente nel 2012. Ma tra il 1996 ed il 1998 visse due stagioni in serie B, dopo aver ottenuto due doppie promozioni dalla serie C2.
Storia
Gli inizi del calcio sangrino
L’abitato di Castel di Sangro subì gravi distruzioni ad opera di statunitensi e tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Al termine della guerra, un parroco, Don Adelchi Sansonetti, organizza una squadra calcistica per aiutare la ripresa della comunità. Nel 1953 viene ufficialmente fondato un sodalizio, emanazione del C.E.P. (il Centro di Educazione Popolare) peraltro già presente nel calcio dilettantistico con una squadra sin dagli anni venti[4].
Il club, denominato Polisportiva C.E.P. Castel di Sangro, si iscrive al campionato di Terza Categoria regionale in cui rimarrà per un decennio. A metà degli anni sessanta, con una doppia promozione, i giallo-rossi riescono a raggiungere la Prima Categoria che all’epoca costituiva la massima serie regionale, per poi riscendere velocemente di livello.
L’arrivo di Gravina e Rezza e l’approdo tra i professionisti
Alla metà degli anni ottanta, un imprenditore di origine pugliese, Pietro Rezza (detto Don Pierino), coadiuvato dal nipote acquisito Gabriele Gravina e con l’avallo dell’allora sindaco Siro Pietro Gargano, decide di investire nel calcio sangrino[5].
Nel primo anno della nuova gestione (1982-1983) i giallo-rossi riescono subito a centrare la promozione in Prima Categoria. L’anno successivo la squadra, affidata a Giuseppe D’Elia, si ferma al secondo posto, ad un passo dall’approdo in Promozione, arrivato comunque l’anno seguente sotto la guida di Niccolò Stella. La stagione successiva (1985-1986) il Castello, ora allenato da Guido Colangelo e Bruno Pinna, centra la doppia promozione (la terza in quattro anni) e conquista l’Interregionale, arrivando — per la prima volta nella storia del club — a disputare un campionato nazionale.
Il club, ora denominato Castel di Sangro Calcio[6], disputa in Interregionale due campionati di transizione mantenendosi sempre nella parte alta della classifica, centrando un terzo e un secondo posto. Al terzo anno (1988-1989), sotto la guida di Pietro Fontana, riesce nell’impresa di battere, all’ultima giornata e con un gol al 92º minuto, la capolista Vastese prima in classifica, scavalcandola e conquistando così la promozione in Serie C2.
Il periodo d’oro
Inizia così il periodo d’oro del Castel di Sangro che, tra il 1989 e il 2005 disputerà 16 campionati tra i professionisti, arrivando sino in Serie B.
Gli anni in Serie C2
Al primo campionato in Serie C2, nel 1989-1990, la formazione giallo-rossa modellata dal nuovo direttore generale Leandro Leonardi, si piazza a metà classifica. La stagione successiva (1990-1991) la salvezza arriva solamente grazie alla vittoria negli spareggi finali. Dopo un 14º posto in campionato, infatti, il Castel di Sangro, guidato da Renzo Rossi, è costretto a disputare un ulteriore mini torneo con le pari classificate degli altri gironi per evitare la retrocessione; gli abruzzesi riescono a centrare il primo posto ed a mantenere la categoria. L’anno seguente (1991-1992) il Castel di Sangro, affidato a Luigi Boccolini, disputa nuovamente un campionato di metà classifica.
Nel 1992 Gabriele Gravina diventa ufficialmente presidente. La squadra guidata dal confermato Boccolini viene notevolmente rinforzata con l’arrivo di Antonello Altamura, Claudio Bonomi, Tonino Martino e Pietro Fusco ma la penalizzazione di due punti per illecito condiziona l’esito del torneo del Castello, che chiude il campionato solo in 4ª posizione.
Per il campionato successivo (1993-1994) Gravina decide di affidare la panchina ad Osvaldo Jaconi ma il tecnico lariano preferisce andare a Catania, così in Abruzzo giunge Pierluigi Busatta. Dopo solo tre mesi, però, il Catania viene escluso dal campionato per problemi di bilancio e Jaconi, una volta libero, rimpiazza Busatta al Castel di Sangro, sprofondato nei bassifondi della classifica. Con il nuovo tecnico, e gli acquisti di Roberto De Juliis e Gianluca Colonnello, i giallo-rossi disputa un ottimo girone di ritorno arrivando infine in 7ª posizione.
La doppia promozione[
Nel 1994-1995, al sesto anno in Serie C2, il Castel di Sangro di Jaconi arriva 3º in campionato e si qualifica per la prima volta ai play-off per la promozione in Serie C1. Dopo aver battuto il Livorno in semifinale, gli abruzzesi hanno la meglio anche sul Fano, battuto 7-5 ai tiri di rigore nella finale disputatasi ad Ascoli Piceno, conquistando così l’approdo in terza serie.
La storia si ripeterà anche l’anno seguente (1995-1996) in Serie C1. Dopo un campionato esaltante chiuso in 2ª posizione alle spalle del Lecce capolista, i giallo-rossi sconfiggono nei play-off dapprima il Gualdo in semifinale, quindi (nuovamente ai tiri di rigore) l’Ascoli nella finale di Foggia arrivando in questo modo a centrare la promozione in Serie B. È da ricordare che, durante l’ultimo atto degli spareggi, poco prima dei tiri di rigori, Jaconi mandò in campo il portiere di riserva (Pietro Spinosa, mai sceso in campo in campionato) al posto del titolare Roberto De Juliis; Spinosa fu poi determinante per la vittoria degli abruzzesi parando il rigore decisivo[7].
Il biennio in Serie B
Nel 1996-1997 il Castello disputa quindi il suo primo campionato in Serie B; la squadra è la terza abruzzese – dopo L’Aquila e Pescara – a raggiungere detto traguardo e Castel di Sangro, con i suoi 5.500 abitanti, ha la soddisfazione di essere il più piccolo centro mai rappresentato in serie cadetta[2]. La stagione fu segnata da alcuni fatti tragici come la morte, in seguito ad un incidente stradale sull’Autostrada del Sole, dei giocatori Filippo Biondi e Danilo Di Vincenzo[8], e l’arresto per concorso in traffico di droga di Pierluigi Prete, poi subito rilasciato[9][10].
Nonostante le difficoltà i giallo-rossi, impreziositi dall’arrivo nel calciomercato invernale di Daniele Franceschini e Gionatha Spinesi, riuscirono a compiere l’ennesima impresa centrando la salvezza con un turno d’anticipo grazie alla vittoria nel derby contro il Pescara. La favola del Castello superò i confini nazionali tanto che un celebre scrittore statunitense, Joe McGinniss, seguì la squadra per l’intera stagione e dando vita al libro Il miracolo di Castel di Sangro, pubblicato in Italia nel 2001[11][12].
Castel di Sangro Calcio 1996-1997
Castel di Sangro Calcio | |||
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Stagione 1996-1997 | |||
Allenatore | ![]() | ||
Presidente | ![]() | ||
Serie B | 15º posto | ||
Coppa Italia | Primo turno | ||
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Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti il Castel di Sangro Calcio nelle competizioni ufficiali della stagione 1996-1997.

Figurine storiche di serie B
Stagione
In questa stagione il Castel di Sangro gioca per la prima volta nella sua storia in Serie B.
Arrivano Massimo Lotti, Luca D’Angelo, Guido Di Fabio, Danilo Di Vincenzo, Fabio Rimedio, Andrea Pistella, Mimmo Cristiano e Filippo Biondi. L’eco della grande impresa attira a Castel di Sangro uno scrittore statunitense, Joe McGinniss, intenzionato a studiare per un intero anno la squadra e l’ambiente cittadino. Ne nascerà il libro Il Miracolo di Castel di Sangro: ovvero promozione e salvezza in Serie B.
Con lo stadio Patini in fase di veloce ricostruzione, il Castel di Sangro ottiene ospitalità presso lo stadio Guido Angelini di Chieti dove vince con Cremonese, Cosenza (primo avversario in assoluto tra i cadetti) e Padova: quest’ultimo viene battuto da un gol di Di Vincenzo. Per la partita inaugurale bisogna attendere il 1º dicembre, ospite il Genoa, ma un violento nubifragio costringe l’arbitro alla sospensione dopo mezz’ora.
Il 10 dicembre 1996 muoiono in un tragico incidente stradale sull’Autostrada del Sole nei pressi di Orvieto i giocatori Danilo Di Vincenzo e Filippo Biondi.[1]. Nella gara successiva, il 15 dicembre contro la Lucchese (0-0) due stelle vengono innalzate dai sostenitori giallorossi a ricordo. In seguito verrà dedicata loro una scultura all’ingresso dello Stadio “Teofilo Patini”.
Il Castello naviga in zona retrocessione, ma a gennaio inanella un tris di vittorie casalinghe contro Lecce (grazie alla coppia Galli-Bonomi), Salernitana (Bonomi, poi De Juliis para il rigore di Artistico) e Genoa nel recupero del 15 gennaio (rovesciata-gol di Altamura). Sono nove punti che trasportano la squadra in zona salvezza. A gennaio la rosa viene ampliata con Daniele Russo (suo il gol del pareggio a Cosenza), Daniele Franceschini e il diciannovenne centravanti Gionatha Spinesi, match-winner al Patini contro Palermo e Reggina.
In seguito arriva l’arresto per Pierluigi Prete per spaccio di droga. Nel marzo del 1997 Prete, scagionato dalle accuse, torna in libertà. Dodici anni dopo, il 22 settembre 2009, la Corte di Appello di Roma condannerà il Ministero dell’Economia e delle Finanze a un risarcimento per ingiusta detenzione sofferta nel periodo indicato.[senza fonte]
Dopo due sconfitte interne 1-3 con Bari e Foggia, arriva quella decisiva: 0-2 per mano di un Empoli destinato alla Serie A. Una sconfitta “decisiva” perché, alla ripresa degli allenamenti, Jaconi rivoluziona lo schema di gioco: attenuazione della tattica del “fuorigioco”; rafforzamento della difesa con l’arretramento di Davide Cei a libero “classico”; infoltimento del centrocampo con l’inserimento di un uomo tolto dalla coppia d’attacco; “via libera” alle scorribande offensive di Martino e Bonomi; Gionatha Spinesi unica punta. Il modulo 1-3-5-1 frutta subito il pari a Padova (gol di Albieri) e poi la vittoria in casa sul Cesena di Hubner (gol di Alberti). A Brescia, contro la prima della classe, il Castel di Sangro va in vantaggio con Bonomi, di testa. Solo dopo l’espulsione di Alberti il Brescia riesce a ribaltare il risultato. Arriva poi la vittoria allo stadio Luigi Ferraris contro il Genoa per 3-1 in una gara sotto il diluvio, decisa dalle parate di Lotti e dai gol di D’Angelo, Bonomi e, nel finale, di Pistella: colpo di testa al termine di un’azione velocissima a tutto campo Cei-Pistella-Michelini. Sarà l’unica vittoria esterna di tutto il campionato.
In casa è da ricordare la vittoria in inferiorità numerica contro il Torino per 2-1, sancita nel 2º tempo da un preciso tiro di Guido Di Fabio. Le sconfitte di Lucca (due traverse colpite) e Salerno (gol subito al 90′) permettono al Cosenza di avvicinarsi in classifica. Con l’ultima partita da giocare a Bari (proibitiva perché i pugliesi sono in corsa per la Serie A) i sangrini si giocano tutte le possibilità di permanenza in Serie B domenica 8 giugno al “Patini” nel derby con il Pescara, penultima di campionato. In vantaggio con Pistella e raggiunti a metà ripresa da Di Giannatale, i sangrini riescono a incamerare i tre punti con un gol di Claudio Bonomi. Non resta quindi che aspettare il risultato di Padova dove è impegnato il concorrente Cosenza: i silani si portano in vantaggio allo scadere con Luigi Marulla, ma al 93′ arriva il colpo di testa del padovano Christian Lantignotti a sancire l’1-1 finale. Il Cosenza quindi non potrà più scavalcare il Castello in classifica nell’ultima domenica di campionato. La salvezza, conquistata a spese di squadre del calibro di Cesena, Cremonese e Palermo, oltre allo sfortunato Cosenza, sembra incredibile. C’è da chiedersi come sarebbe andata senza l’inversione di rotta escogitata da Osvaldo Iaconi dopo la sconfitta interna con l’Empoli.
Rosa
Risultati
Campionato
Girone di andata
Chieti 8 settembre 1996 1ª giornata | Castel di Sangro | 1 – 0 referto | Cosenza | Stadio Guido Angelini
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Foggia 15 settembre 1996 2ª giornata | Foggia | 2 – 0 referto | Castel di Sangro | Stadio Pino Zaccheria
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Chieti 22 settembre 1996 3ª giornata | Castel di Sangro | 2 – 0 referto | Cremonese | Stadio Guido Angelini
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Palermo 29 settembre 1996 4ª giornata | Palermo | 3 – 0 referto | Castel di Sangro | Stadio La Favorita
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Verona 6 ottobre 1996 5ª giornata | Chievo | 2 – 0 referto | Castel di Sangro | Stadio Marcantonio Bentegodi
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Chieti 13 ottobre 1996 6ª giornata | Castel di Sangro | 0 – 2 referto | Ravenna | Stadio Guido Angelini
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Empoli 20 ottobre 1996 7ª giornata | Empoli | 1 – 1 referto | Castel di Sangro | Stadio Carlo Castellani
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Chieti 27 ottobre 1996 8ª giornata | Castel di Sangro | 1 – 0 referto | Padova | Stadio Guido Angelini
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Cesena 3 novembre 1996 9ª giornata | Cesena | 1 – 0 referto | Castel di Sangro | Stadio Dino Manuzzi
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Chieti 10 novembre 1996 10ª giornata | Castel di Sangro | 0 – 3 referto | Brescia | Stadio Guido Angelini
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Reggio Calabria 24 novembre 1996 11ª giornata | Reggina | 1 – 0 referto | Castel di Sangro | Stadio Oreste Granillo
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Castel di Sangro 15 gennaio 1997[2] 12ª giornata | Castel di Sangro | 1 – 0 referto | Genoa | Stadio Teofilo Patini
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Venezia 8 dicembre 1996 13ª giornata | Venezia | 1 – 0 referto | Castel di Sangro | Stadio Pierluigi Penzo
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Castel di Sangro 15 dicembre 1996 14ª giornata | Castel di Sangro | 0 – 0 referto | Lucchese | Stadio Teofilo Patini
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Torino 22 dicembre 1996, ore 14:30 UTC+1 15ª giornata | Torino | 1 – 0 referto | Castel di Sangro | Stadio Delle Alpi (11.856 spett.)
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Castel di Sangro 5 gennaio 1997 16ª giornata | Castel di Sangro | 2 – 1 referto | Lecce | Stadio Teofilo Patini
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Castel di Sangro 12 gennaio 1997 17ª giornata | Castel di Sangro | 1 – 0 [http://www.legaserieb.it/it/serie-b/campionato/matchreport/-/match-report/Castel%20di%20Sangro-Salernitana/3389[collegamento interrotto] referto] | Salernitana | Stadio Teofilo Patini
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Pescara 19 gennaio 1997 18ª giornata | Pescara | 1 – 1 referto | Castel di Sangro | Stadio Adriatico
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Castel di Sangro 26 gennaio 1997 19ª giornata | Castel di Sangro | 1 – 3 referto | Bari | Stadio Teofilo Patini
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Girone di ritorno
Cosenza 2 febbraio 1997 20ª giornata | Cosenza | 1 – 1 referto | Castel di Sangro | Stadio San Vito
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Castel di Sangro 9 febbraio 1997 21ª giornata | Castel di Sangro | 1 – 3 referto | Foggia | Stadio Teofilo Patini
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Cremona 16 febbraio 1997 22ª giornata | Cremonese | 2 – 1 referto | Castel di Sangro | Stadio Giovanni Zini
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Castel di Sangro 23 febbraio 1997 23ª giornata | Castel di Sangro | 1 – 0 referto | Palermo | Stadio Teofilo Patini
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Castel di Sangro 2 marzo 1997 24ª giornata | Castel di Sangro | 0 – 0 referto | Chievo | Stadio Teofilo Patini
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Ravenna 9 marzo 1997 25ª giornata | Ravenna | 1 – 0 referto | Castel di Sangro | Stadio Bruno Benelli
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Castel di Sangro 22 marzo 1997 26ª giornata | Castel di Sangro | 0 – 2 referto | Empoli | Stadio Teofilo Patini
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Padova 29 marzo 1997 27ª giornata | Padova | 1 – 1 referto | Castel di Sangro | Stadio Euganeo
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Castel di Sangro 6 aprile 1997 28ª giornata | Castel di Sangro | 1 – 0 referto | Cesena | Stadio Teofilo Patini
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Brescia 13 aprile 1997 29ª giornata | Brescia | 3 – 1 referto | Castel di Sangro | Stadio Mario Rigamonti
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Castel di Sangro 20 aprile 1997 30ª giornata | Castel di Sangro | 1 – 0 referto | Reggina | Stadio Teofilo Patini
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Genova 27 aprile 1997 31ª giornata | Genoa | 1 – 3 referto | Castel di Sangro | Stadio Luigi Ferraris
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Castel di Sangro 4 maggio 1997 32ª giornata | Castel di Sangro | 1 – 1 referto | Venezia | Stadio Teofilo Patini
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Lucca 11 maggio 1997 33ª giornata | Lucchese | 2 – 1 referto | Castel di Sangro | Stadio Porta Elisa
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Castel di Sangro 15 maggio 1997, ore 20:30 UTC+2 34ª giornata | Castel di Sangro | 2 – 1 referto | Torino | Stadio Teofilo Patini (9.456 spett.)
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Lecce 18 maggio 1997 35ª giornata | Lecce | 0 – 0 referto | Castel di Sangro | Stadio Via del Mare
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Salerno 25 maggio 1997 36ª giornata | Salernitana | 1 – 0 [http://www.legaserieb.it/it/serie-b/campionato/matchreport/-/match-report/Salernitana-Castel%20di%20Sangro/3390[collegamento interrotto] referto] | Castel di Sangro | Stadio Arechi
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Castel di Sangro 8 giugno 1997 37ª giornata | Castel di Sangro | 2 – 1 referto | Pescara | Stadio Teofilo Patini
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Bari 15 giugno 1997 38ª giornata | Bari | 3 – 1 referto | Castel di Sangro | Stadio San Nicola
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Coppa Italia
Chieti 24 agosto 1996 Primo turno | Castel di Sangro | 0 – 2 | Cesena | Stadio Guido Angelini | ||||||
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Al secondo anno nei cadetti (1997-1998) gli abruzzesi non riescono nell’impresa di salvarsi per il secondo anno consecutivo. In crisi di risultati, a dieci giornate dal termine del torneo, Gravina sostituisce Jaconi con Franco Selvaggi ma il Castel di Sangro non riuscirà comunque ad evitare l’ultimo piazzamento in classifica e la conseguente retrocessione in Serie C1. In Coppa Italia i giallo-rossi arrivano sino ai sedicesimi di finale venendo poi sconfitti dalla Fiorentina.
Il ritorno in Serie C1
Al ritorno in Serie C1, nel 1998-1999, il Castel di Sangro, guidato da Antonio Sala, si stabilizza sin da subito nella parte alta della classifica. Anche in Coppa Italia gli abruzzesi, trascinati dai gol di un giovane Vincenzo Iaquinta, disputano un buon torneo arrivando a giocarsi gli ottavi di finale contro l’Inter di Roberto Baggio; dopo aver perso l’andata a San Siro per 1-0, i giallo-rossi si portano in vantaggio nella partita di ritorno con una rete di Alberto Bernardi ma vengono raggiunti allo scadere grazie a un discusso rigore siglato da Youri Djorkaeff[13][14]. L’entusiasmo per la Coppa fa perdere al Castel di Sangro il ritmo nelle partite di campionato, che chiude in 6ª posizione e fuori dai play-off.
L’anno seguente (1999-2000) la salvezza arriva solo nelle ultime giornate grazie alla vittoria sul Marsala fanalino di coda e a quella, esterna, sul Catania. Quella di Catania rappresenta l’ultima partita sotto la gestione-Gravina: il 75% delle azioni del Castel di Sangro passa nelle mani di una cordata di imprenditori romani capeggiata da Simone Gargano, segretario regionale dei DS. Come garanzia, in sede di presentazione Gargano porta con sé Gianni Rivera, che però con il Castello non avrà mai niente a che fare. Nel 2000/2001 la squadra arriva settima, togliendo non poche soddisfazioni alla tifoseria giallorossa. A partire dalla stagione 2001/2002, la squadra comincia la sua parabola discendente. Gargano si era presentato con un progetto triennale per riportare la squadra in B, ma al secondo anno ridimensiona i piani affidandosi ad un allenatore alle prime armi, il 43enne Gianluca Cesaro, chiamato a guidare una squadra poco competitiva. E come spesso accade, a pagare per tutti è l’allenatore: dopo sei gare di campionato, scatta l’inevitabile esonero. Il giorno dopo, alla porta di Gargano bussa un certo Pietro Belardelli, imprenditore romano che in precedenza aveva tentato di acquistare diverse squadre di C. L’accordo sembra raggiunto, tanto che è lo stesso Belardelli a scegliere il nuovo allenatore, Angelo Orazi, che però non siederà mai in panchina, visto che in extremis vi è la rottura fra le due parti. Gargano allora chiama Francesco Paolo Specchia, allenatore esperto della categoria che però faticherà non poco per dotare il Castello di un’identità. La squadra a marzo comincia a conquistare punti in casa e in trasferta, tuttavia proprio in questo periodo accade un evento che peserà non poco sul futuro dei giallorossi: Gargano, dopo aver acquistato a Natale il restante 25% da Rezza, per le continue contestazioni cede l’intera società a Belardelli, il quale sbandiera ai quattro venti le sue intenzioni di fare grande il Castel di Sangro entro due anni, ma finisce con l’interferire nelle scelte di natura tecnica senza, peraltro, risolvere i problemi societari. Specchia viene esonerato due volte, e alla delicata posizione in classifica si aggiungono i problemi di natura economica: i giocatori mettono in mora la società che non paga gli stipendi da mesi e cominciano le visite della Lega, della Covisoc e dell’Enpals. Belardelli si mostra tranquillo, e in una conferenza stampa annuncia di aver liquidato tutti i creditori. Nel frattempo, la squadra non vince più. Con la certezza matematica di dover disputare i play-out, viene chiamato Ferdinando Rossi. L’avvento dell’ex calciatore del Torino non riesce ad impedire una triste retrocessione, maturata al “Patini” dove il Castello, all’andata sconfitto in pieno recupero dal Sora (1-0) non va oltre lo 0-0. Nonostante tutto, Belardelli promette di allestire una squadra in grado di risalire subito, ma i debiti (in verità mai saldati) gli fanno cambiare idea. Nel frattempo acquista il Lecco, società che poi fallirà miseramente. Stessa sorte sarebbe toccata al Castello se l’ex presidente Gravina, nel frattempo salito ai vertici federali, non fosse intervenuto, e insieme ai cittadini (che formeranno l’ “Associazione Giallorossa”) non avesse liquidato Belardelli.
La società sarà poi acquistata dalla famiglia Bergamotto per la simbolica cifra di 1 euro, ma con l’obbligo di farsi carico di tutti i debiti accumulati dalla precedente sciaguratissima gestione.
La Serie C2 e il fallimento
Nel quarto livello del campionato italiano, il Castel di Sangro disputerà tre stagioni condite da numerose difficoltà. Nel 2002-2003 i giallo-rossi terminano il torneo al 15º posto venendo poi sconfitti dal Fano nei play-out e salvandosi dalla seconda retrocessione consecutiva solo grazie al ripescaggio. L’anno seguente (2003-2004) la storia si ripete: il Castel di Sangro chiude il torneo in 16ª posizione e, sconfitto nei play-out dal Ragusa in virtù della classifica avulsa, viene nuovamente ripescato.
Al terzo anno in Serie C2 (2004-2005) gli abruzzesi terminano il campionato in ultima posizione e non possono evitare la retrocessione in Serie D. Nell’estate del 2005 la società fallisce ed è costretta a ripartire dai campionati regionali, chiudendo così l’epopea d’oro del calcio sangrino[14].
Gli ultimi anni
Sempre nel 2005 il club si ricostituisce con il nome di Associazione Sportiva Dilettantistica Pro Castel di Sangro cui, per motivi sportivi, viene concesso di ripartire dal campionato di Promozione. I giallo-rossi guidati da Luigino Pasciullo mancano per un soffio la promozione in Eccellenza (2º posto e spareggi persi contro il Mosciano) ma centrano l’obiettivo l’annata seguente (2006-07), allenati da Emidio Oddi e sostenuti in campo dai fedeli Claudio Bonomi e Tonino Martino.
Al primo anno di Eccellenza (2007-2008) i sangrini, che partono con velleità di promozione, non riescono a tenere il passo del Chieti capolista e chiudono il torneo in 9ª posizione. Durante l’estate la società torna a chiamarsi Associazione Sportiva Castel di Sangro e l’anno successivo (2008-2009) tenta nuovamente la promozione alla Serie D ma è sconfitta dal San Nicola Sulmona nella finale dei play-off regionali; stessa sorte tocca nel 2009-2010 ad opera del Mosciano.
Dopo un anno di transizione, chiuso in 7ª posizione con Bonomi e Martino in veste di allenatori, nel 2011-2012 i giallo-rossi disputano un torneo molto travagliato e sono costretti a disputare i play-out, fatali per la settima volta consecutiva al Castel di Sangro, che battuto dalla Rosetana, retrocede in Promozione.
Nell’estate del 2012, dopo quasi 60 anni di storia il club, in evidenti difficoltà societarie non viene iscritto al campionato ed è radiato dalla F.I.G.C.[3][14].
Attualmente la squadra più importante di Castel di Sangro è il Castello 2000 militante nel campionato di Promozione regionale, mentre la neonata Castel di Sangro Cep 1953 milita invece nel campionato di seconda categoria molisano (ultimo campionato dilettantistico molisano in quanto in Molise non è presente la Terza Categoria).
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